Ex Novelli, M5S: «Annullano tutto?»

Quello dell’azienda – passata sotto il controllo di Alimentitaliani – è un caso che rischia di diventare esplosivo: «Oggi, e soltanto oggi, si inizia a chiedere i numeri»

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di Stefano Lucidi, Andrea Liberati, Maria Grazia Carbonari, Tiziana Ciprini, Filippo Gallinella e Federico Pasculli
del Movimento 5 Stelle

A forza di fare marcia indietro si può arrivare anche a questo. A dicembre tutti d’accordo a pressare per la vendita/cessione del gruppo. Poi, alla conta dei fatti arrivano le prime magagne, e inizia il dietrofront.

I sindacati a dicembre dicevano: “… le OO. SS. hanno espresso condivisione e soddisfazione per le azioni intraprese dal CDA che offrono una soluzione di continuità produttiva e tutela dell’occupazione, che sono gli stessi obiettivi perseguiti dalle Organizzazioni Sindacali e dalla Cabina di Regia e che sono stati raggiunti entro la fine dell’anno in corso, come auspicato”.

La Presidente Marini invece chiedeva: “… al CdA di esercitare i suoi poteri ordinari e straordinari e di compiere tutte le azioni necessarie a preservare la continuità delle attività aziendali, indipendentemente dalle sorti della società”.

Sembrava quindi tutto risolto per il meglio.

Qualcuno oggi, invece, tenta di dire che si stanno cambiando le carte in tavola e che gli accordi non erano questi. Sì, peccato che le carte sulla tavola non c’erano affatto, cioè nessun piano industriale. Per questo, abbiamo presentato interrogazioni ad ogni livello istituzionale, per chiedere cosa gli amministratori, ammessi al tavolo al MISE, hanno effettivamente valutato, giudicando positivamente quella cessione.

Oggi, e soltanto oggi, si inizia a chiedere i numeri e i dati di questa cessione. Soltanto oggi.

Ma di cose da chiedere ce ne sarebbero molte altre.

Nella nostra interrogazione al MISE abbiamo anche chiesto di sapere come sia stato gestito il concordato, nel tempo, dalla gestione Musaio, e in effetti, oggi si legge sulla stampa che il Tribunale ha rigettato l’istanza di chiusura del vecchio concordato mentre, si legge ancora, che un nuovo concordato sembra sia già stato depositato.

Una cosa è certa: nel vecchio concordato, o nell’attuale, non sappiamo ancora bene come chiamarlo, era messa, nero su bianco, la priorità di soddisfazione dei creditori e la continuità aziendale. 

Ad usare un eufemismo si potrebbe dire che la vicenda sia stata gestita in modo ingenuo da chi, oggi, si accorge che nulla era scritto.

E su tutto, il silenzio delle istituzioni regionali locali e dei rappresentanti di maggioranza umbri in parlamento.

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