Ex Novelli, spunta istanza di fallimento

Sarebbe stata presentata al tribunale di Terni da una ditta fornitrice di servizi: udienza a marzo. Assemblea ‘tesa’ con i lavoratori umbri

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Non era forse l’incontro ideale per far emergere una linea unitaria e granitica per affrontare i prossimi appuntamenti, su tutti l’incontro del 6 marzo al Mise con l’azienda e un coordinamento rappresentativo di tutti i siti, ma lo è stato senz’altro per ‘dirsene quattro’ e far emergere il malumore dei lavoratori che infatti non hanno evitato di esternare rabbia e paure per quanto sta accadendo all’ex Novelli, oggi Alimentitaliani, della famiglia Greco.

PARLA UN SINDACALISTA – IL VIDEO

I sindacati L’assemblea generale unitaria di tutti i lavoratori dei siti umbri del gruppo (presenti un centinaio) si è tenuta martedì pomeriggio alla presenza dei sindacati – Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil – nazionali e locali. Già dall’introduzione di Roberto Iovino (Flai Cgil) è emerso che non sarebbe stato un incontro ‘unitario’ e tranquillo. Se da un lato è stata condivisa l’esigenza di compattezza fra sigle e lavoratori, dall’altro non sono mancate le divergenze: «Dobbiamo evitare i licenziamenti in ogni modo – ha detto Iovine – e per questo bisogna trovare un punto di equilibrio con la proprietà dell’azienda, altrimenti quest’ultima è libera di fare ciò che le leggi gli permettono, a partire dall’apertura della procedura di mobilità. Ma faremo ciò che i lavoratori ci diranno di fare».

Lo scontro Il nodo, in questo caso, è rappresentato dai 5,7 milioni di euro che l’azienda ha detto di voler tagliare sul fronte del costo del lavoro. E se l’ipotesi di esternalizzare il personale impiegatizio sembra rientrata, di contro di nodi ne rimangono parecchi. E fra i lavoratori c’è chi non manca di sottolinearli, fino a dire – fra le righe – che, insomma, nel passaggio dalla vecchia proprietà della Novelli all’attuale, a posteriori, forse non ci si è assicurati di avere tutte le garanzie che era necessario e doveroso richiedere. E il malessere attuale è emerso in assemblea: «Ci hanno messo le mani in tasca ancora prima di presentarsi. Al momento siamo di fatto bloccati (anche se qualcosa per gli stipendi di gennaio pare muoversi, ndR). Di ‘imprenditorialità’ non se ne vede, degli investimenti non c’è traccia ma scarseggiano, per dire, anche i mangimi. E noi abbiamo una dignità da difendere. E poi la ‘favoletta’ che ci hanno raccontato dell’unica alternativa ai vecchi proprietari, non regge più».

Si torna al Mise Insomma, da un lato i sindacati che su alcuni aspetti centrali – i licenziamenti – si dicono pronti ad alzare le barricate ma che, al tempo stesso, non intendono rovesciare alcun tavolo e ritengono che ‘andare a vedere le carte’ possa essere l’unica soluzione, ragionevole, alla deriva e al bagno di sangue. Dall’altro una parte dei lavoratori, che vivono la quotidianità dell’azienda, esasperati. Una ‘summa’ emergerà dal tavolo tecnico fra i soli sindacati nazionali convocato per mercoledì. Ma lo snodo cruciale potrebbe essere quello del 6 marzo al Mise. «Le scelte fatte a suo tempo, anche al ministero – ha detto Attilio Cornelli (Fai Cisl) ai lavoratori presenti –, sono state prese da almeno cinquanta persone che vi rappresentano. La situazione di oggi è lontana da quella che ci saremmo aspettati di vivere, ma sono grato a Giampiero Castano (dirigente del Mise, ndR) per aver comunque definito un percorso, anche se oggi non sappiamo dove andrà a finire. Da parte di Alimentitaliani sono state avanzate richieste assurde che intendiamo arginare».

I tribunali In mezzo al marasma della vertenza, ci sono anche le ‘carte bollate’. Quelle che i Greco potrebbero presentare – se non lo hanno già fatto, magari lontano da Terni – per accedere alle procedure concorsuali previste dalla legge fallimentare. Ma anche quelle che il tribunale di Terni si troverà ad analizzare, nei prossimi giorni e con tutte le cautele del caso visto il recente passaggio di mano, per quella che si configura come un’istanza presentata da una ditta fornitrice di servizi, creditrice dell’ex Gruppo Novelli, per somme mai pagate. E in questo senso il timore che la richiesta sia di fallimento è concreto.

Paparelli Il vice presidente della Regione, Fabio Paparelli, afferma che «le notizie delle ultime ore accrescono la preoccupazione sulle prospettive aziendali, perciò, anche accogliendo le crescenti segnalazioni di difficoltà che provengono dal territorio e dalle organizzazioni sindacali, si chiederà al Mise di anticipare il tavolo ministeriale già convocato sulla vicenda per il prossimo 6 marzo».

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