Una nota polemica – «da quest’anno la Regione Umbria ci ha azzerato i contributi» – ma anche una lettera aperta a tutte le forze politiche ed i rispettivi candidati alle elezioni regionali, perché assumano un impegno preciso e dicano cosa vogliono fare sul tema della cultura. Angelo Pepicelli, direttore artistico della Filarmonica Umbra – rassegna concertistica giunta alla 45° edizione – non si nasconde e, anzi, forte del ruolo che negli anni, a suon di cartelloni di qualità, ha saputo ritagliarsi, ‘interroga’ la politica. E pretende risposte.
Premesse
Circa gli aspetti strettamente artistici della rassegna, gli organizzatori hanno le idee chiare: «la stagione passata ci ha regalato momenti indimenticabili dal punto di vista artistico e di grande soddisfazione per il numero ragguardevole di spettatori, il numero sempre crescente di soci e per l’apprezzamento del pubblico e della stampa. Questo certamente ci incoraggia a proseguire nella irrinunciabile e fondamentale opera di diffusione e promozione della cultura musicale nella nostra città». Il costo dei biglietti sarà anche quest’anno di 12 euro per l’intero e di 10 euro per il ridotto (spettatori oltre i 65 anni). Vengono confermate le facilitazioni per tutti gli studenti fino a 25 anni (biglietto a 5 euro per i concerti e abbonamento a 25 euro), così come è confermato il biglietto a 5 euro per gli spettacoli della Filarmonica per le Scuole, dedicati agli studenti della città.
Il programma
«Siamo particolarmente orgogliosi e onorati – spiegano gli organizzatori della rassegna – di inaugurare la stagione con un concerto sinfonico, che avrebbe meritato la più grande cornice del Teatro Verdi. Tornerà la straordinaria Orchestra Sinfonica Abruzzese con tre star italiane della classica: il violinista Marco Rizzi, il violista Luca Ranieri e il direttore Alessio Allegrini, notissimo anche come cornista di fama mondiale. Con il suggestivo e accattivante programma celebreremo con qualche mese di anticipo due anniversari musicali importanti: i 100 anni dalla morte di Max Bruch e i 250 anni dalla nascita di Ludwig van Beethoven. Avremo poi l’opportunità inusuale di ospitare il primo concerto di una integrale, come accadrà soltanto nelle blasonatissime stagioni dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma e degli Amici della Musica di Firenze: il mitico violoncellista Mario Brunello proporrà un progetto originale che vede la prima volta in assoluto l’esecuzione integrale della musica scritta da Bach per arco, sia per violino che per violoncello soli, da parte di un unico interprete. L’integrale proseguirà nelle prossime stagioni, lasciando una pietra miliare nella storia delle attività musicali della nostra città. Ospiteremo solisti e formazioni di fama internazionale, il pianista tedesco Herbert Schuch, ormai affermatissimo in tutto il mondo dopo la vittoria del Concorso Casagrande nel 2004 ed apprezzato in numerosi concerti a Terni; il giovane pianista Aristo Sham, vincitore dell’edizione del maggio scorso dello stesso Concorso Casagrande; il Quartetto Adorno, probabilmente il quartetto d’archi italiano più promettente del vasto panorama quartettistico italiano, oggi in grande sviluppo; l’ensemble Klezmerata Fiorentina, che ci farà viaggiare nella musica klezmer in un concerto dal titolo ‘Racconti di uno Zaddik nascosto’; il famosissimo Trio di Parma, per la prima volta a Terni. Tornerà poi l’Orchestra Sinfonica Abruzzese sotto la direzione di Nicola Paszkowsky, insieme al grande violinista lettone Ilya Grubert, vincitore negli anni ’80 dei più importanti concorsi del mondo, come il Paganini, il Cajkovskij e il Sibelius. La stagione si concluderà a ritmo di tango con il gruppo Anna Tifu Tango Quartet in un concerto dal titolo ‘The next Tango’. Abbiamo voluto dedicare un concerto alle famiglie per vivere la musica insieme e sarà la magia del ‘Magico Piccolo Principe’ del famoso Bustric con il duo pianistico Paola Biondi e Debora Brunialti a guidarci in questo affascinante viaggio musicale. Come negli anni passati è confermata la sezione ‘Young’: alcuni concerti saranno introdotti da giovani e talentuosi musicisti come Gabriele Pirrotta e Aoi Nakamura, gli studenti del Liceo Musicale ‘Angeloni’, Elia Portarena, Eleonora Testa e Elisa Serva. Da oltre 20 anni continua l’impegno della nostra associazione per la diffusione della cultura musicale nelle scuole e per questa Stagione ci siamo impegnati con un’offerta varia, che raggiungerà i più piccoli fino agli studenti delle scuole superiori di secondo grado. Celebreremo quest’anno i dieci anni del concorso Musicolorando dedicato agli studenti delle scuole del nostro territorio. Proseguiranno infine gli incontri domenicali con le ‘Fiabe in…Cantate’ per i piccini con le loro famiglie».
La lettera aperta alla politica
Tornando al tema iniziale, quello del rapporto fra arte, cultura e mondo politico – e relative risorse necessarie soprattutto in termini di efficienza e certezze – il consiglio direttivo dell’associazione Filarmonica Umbra ha inteso, in questa fase elettorale, diffondere una lettera aperta che qui pubblichiamo.
«La politica culturale – si legge – è momento qualificante di ogni azione di governo, sia a livello nazionale che locale. Essa si esprime non solo nel volume delle risorse pubbliche destinate, ma anche e soprattutto nel modo in cui vengono erogate e nel rapporto che si vuole costruire tra istituzioni pubbliche e società civile. È importante, pertanto, che i cittadini umbri, chiamati alle urne per rinnovare gli organi di governo regionale, sappiano quali linee di politica culturale intenderebbero seguire i candidati nel caso fossero eletti. Noi dell’Associazione Filarmonica Umbra, istituzione privata che da oltre 40 anni promuove la cultura musicale in Umbria, riteniamo doveroso portare un contributo a tal fine, intervenendo nel dibattito pubblico per chiedere ai candidati impegni in merito a scelte dirimenti. Il settore della musica ha conosciuto e sta conoscendo una crisi profonda, ma sarebbe errato, a nostro avviso, ridurre le ragioni di tale crisi alla mera carenza di risorse. Una simile posizione non terrebbe conto di tutte quelle realtà – come la nostra – che hanno continuato a produrre cultura musicale, tanta e validissima, pur a fronte della rarefazione progressiva delle risorse pubbliche e, nonostante questo, hanno mantenuto i propri bilanci costantemente in equilibrio economico finanziario. Chiediamo ai candidati, quindi, se, finalmente, non si intenda premiare chi riesce ad operare virtuosamente all’interno dei propri vincoli di bilancio, attraendo risorse private e generando entrate proprie rilevanti, accanto alla contribuzione pubblica. È certo evidente che le risorse pubbliche rappresentano un elemento al momento insostituibile per la vitalità del settore musicale, ma anche qui non possono non introdursi considerazioni di economicità: va tenuto conto, infatti, che l’efficacia del loro impiego è massimizzata laddove ne beneficino soggetti che hanno accesso al Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS). Solo in questi casi, infatti, si orientano gli investimenti verso istituzioni private la cui produzione è soggetta ad un continuo scrutinio di livello nazionale, qualitativo e quantitativo e, potenziandole, si incrementa la loro capacità di attrarre nella regione importanti risorse ministeriali: ogni euro speso ne vale due. Chiediamo ai candidati, quindi, se e come intendano intervenire sulle modalità di ripartizione dei fondi regionali, destinati alla cultura musicale, in modo da riconoscere ai soggetti FUS il posto che meritano, nell’interesse dell’ottimale utilizzo delle risorse. La quantità delle risorse, tuttavia, non è il problema più grave, in un settore, come quello della musica, che vive di programmi di lungo respiro. Più importante del quanto è il quando, è la certezza, in fase di programmazione, di poter contare su determinate risorse. Chiediamo ai candidati, quindi, se riterrebbero corretta una riforma della legge regionale, relativa ai fondi per il settore musicale, che preveda una programmazione almeno triennale degli impegni, dando certezza di risorse ai beneficiari. In conclusione, non chiediamo ai candidati di impegnarsi a dare più soldi, ma a darli meglio, ossia con certezza di tempi e privilegiando i soggetti che hanno dimostrato, anche con i propri bilanci, di saperli utilizzare in modo ottimale».