Filiera del luppolo, nasce un’associazione fra imprese umbre

Beneficerà degli aiuti europei e proverà ad espandersi mettendo insieme varie competenze. Obiettivo: una birra 100% umbra

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Una agricoltura di qualità, sostenibile, rispettosa del territorio e che da oggi può essere completamente umbra: quella del luppolo.

Associazione di impresa

Dopo l’input regionale, tre realtà produttive si sono messe insieme per creare una associazione temporanea di impresa per produrre quello che è l’ingrediente principe della birra. C’è chi ci mette la conoscenza del settore – Luppolo Made in Italy – chi ci mette le competenze nella trasformazione agroalimentare – come la Deltafina, specializzata nel tabacco – e chi ci mette la forza dei produttori, come il gruppo cooperativo Agricooper.

Obiettivo: 100 ettari

Insieme, sfrutteranno gli aiuti concessi dall’unione europea e resi disponibili dalla Regione grazie all’inserimento della filiera nella misura 16.4.1, per puntare a rendere l’Umbria territorio leader nella produzione del luppolo. Al momento ne vengono coltivati in Umbria 3 ettari e mezzo, in 9 impianti, disseminati fra Alto Tevere, Trasimeno e Valnerina. Primo obiettivo, il raggiungimento dei 100 ettari di copertura in tre anni. Senza perdere la qualità, che al momento è elevatissima, come certificato da uno studio dell’università di Perugia con il Cerb, centro di eccellenza di ricerca sulla birra.

Birra 100% umbra

Poi arriveranno gli accordi con i produttori di birra umbra, realtà già riconosciute a livello internazionale. E intanto si sono tolti uno sfizio: provare a produrre una birra 100% umbra: si chiama ‘Semel in anno licet insanire’ perché viene prodotta una volta l’anno. E – come confessa Stefano Fancelli, presidente di Rete ‘Luppolo Made in Italy’ – in realtà non è nemmeno del tutto umbra, visto che il lievito, in questo territorio, non si trova.

La filiera

L’inserimento del luppolo nella misura, con la realizzazione di una filiera, risale allo scorso autunno: al convegno di presentazione con l’assessore regionale Roberto Morrini c’erano anche Giuseppe L’Abbate (sottosegretario del Mipaaf), Gian Paolo Manzella (sottosegretario del Mise), Michele Cason (presidente di Assobirra), Andrea Soncini di UnionBirrai e Teo Musso (Consorzio Birra italiana).

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