«Il ‘Santa Maria’ non può permettersi di perdere la cardiochirurgia. Il rischio concreto è di chiudere un reparto di eccellenza che porta avanti diverse attività ed è in grado, da solo, di fare budget generando entrate sufficienti per coprire i costi operativi e contribuendo agli utili complessivi dell’ospedale di Terni». A lanciare l’allarme è il consigliere comunale del M5s – e medico dell’ospedale di Terni – Claudio Fiorelli. «È necessario che i ternani si mobilitino contro l’assenteismo della Regione – afferma – perché le condizioni di lavoro sono drammatiche».
«Il primario potrebbe andarsene»
La cardiochirurgia del ‘Santa Maria’ – spiega Fiorelli – «attualmente conta in organico appena cinque professionisti, già di per sé un numeroso esiguo, senza contare che attualmente due di questi sono in malattia. Ad oggi il reparto si poggia sull’attività di tre cardiochirurghi tra cui il primario facente funzione (Valentino Borghetti, ndR) il quale, proprio perché facente funzione e per il fatto che non c’è nessun concorso all’orizzonte, potrebbe benissimo guardarsi intorno per trovare una migliore sistemazione. Se da un momento all’altro dovesse andarsene, vorrebbe dire restare con appena due cardiochirurghi e quindi, di fatto, chiudere un reparto di eccellenza che porta avanti diverse attività e riesce a mantenere al tempo stesso un bilancio positivo, come dimostrano i dati riportati dal direttore generale».
«Terni rischia di perdere un’eccellenza»
«La giunta regionale di centrodestra – prosegue il consigliere comunale del Movimento 5 stelle – dichiara di voler continuare a puntare sul reparto cardio-toraco-vascolare, ma in questi anni non ha fatto nulla per agevolarne lo sviluppo. Nel mese di gennaio verrà da Perugia un neo specialista assunto con contratto a tempo determinato. Questo è il modo con cui la Regione in tutto questo tempo ha approcciato alla mancanza di personale cardiochirurgico. Con un contratto a tempo determinato di un neo specialista che non cambia per nulla la situazione precaria del reparto. Serve una mobilitazione dei ternani perchè le condizioni sono drammatiche e da un momento all’altro Terni rischia di perdere un reparto di eccellenza. Questo, per i cittadini, significherebbe dover ricorrere a medicina d’urgenza oppure essere costretto ad andare a Roma o a Perugia».