Una medaglia che Terni attendeva da 76 anni, una medaglia preziosa, ma anche contestata. Dai social e da chi ogni quattro anni, in occasione dei giochi olimpici, si erge forse troppo facilmente a giudice. E’ quella che ha conquistato domenica sera, con il fioretto a squadre, lo schermidore Alessio Foconi, finito suo malgrado nel mirino degli haters per una prestazione di certo non brillante. Una prestazione che però non cancella una carriera fatta di grandi successi e soddisfazioni.
Alessio Foconi regala una medaglia olimpica a Terni, 76 anni dopo Renato Perona
Come noto Foconi era la riserva e capitano del gruppo e durante la finale contro il Giappone, su decisione del ct Stefano Cerioni, è entrato al posto del compagno di squadra Filippo Macchi che ha accusato un problema ad un braccio (quasi contemporaneamente al lieve infortunio subito dal compagno di squadra Guillaume Bianchi). C’è chi ipotizza che il commissario tecnico della nazionale di fioretto abbia voluto inserirlo in finale perché il 34enne ternano non avrebbe preso la medaglia senza almeno un ingresso in pedana.
Foconi è entrato in gioco nell’ottavo e penultimo tempo, incassando un pesante 0-5 e lasciando il punteggio parziale di 34-40 a favore dei nipponici. Alla fine il Giappone ha vinto per 45-35, lasciando agli italiani l’amaro in bocca visto il punteggio sempre in bilico. Che la delusione di Foconi sia stata forte per il mancato oro e che si sia sentito anche responsabile della mancata vittoria, lo dimostrano i video che circolano sui social, che testimoniano però anche gli abbracci dei compagni di squadra subito dopo la sconfitta – oltre a Macchi e Bianchi, c’è Tommaso Marini -, compagni decisi a consolare il fiorettista ternano e a non farlo sentire in colpa per gli assalti subiti.
Per ora Foconi, che nei giorni scorsi ha raccontato con numerosi e divertenti video e post Instagram il ‘dietro le quinte’ dell’olimpiade di Parigi 2024, ha scelto la via del silenzio social. Post gara, secondo quanto riporta Fanpage, ha rivolto parole di grande apprezzamento verso i suoi compagni. «Non potevo avere vicino dei ragazzi migliori di loro – ha detto -, abbiamo formato un grande team, io non posso che ringraziare questi ragazzi perché se io ho questa medaglia, è tanto merito loro. Ho dato tutto, ma a volte tutto non è abbastanza. Mi dispiace per come è andata, però è una medaglia che sento anche mia per tutto il lavoro che abbiamo fatto assieme».
Intanto, con lungo post su Instagram, corredato dalla foto della medaglia, è stata la fidanzata di Foconi, l’attrice Mariavittoria Cozzella, a prenderne le difese dalle critiche. «Alessio non è riuscito a dare il meglio di sé, e mi dispiace molto perché quando Ale tira, s’illumina tutto. È estro, potenza, tecnica. Dentro quello che fa, c’è tutto l’amore e il sacrificio che ci mette. Purtroppo le olimpiadi nel bene e nel male sono una vetrina gigantesca per gli sportivi che, nel caso della scherma, non sono molto abituati alle offese, perché di solito nessuno se li fila mai. Di solito se vincono i mondiali o perdono al primo assalto nessuno se ne accorge. Invece alle olimpiadi è diverso».
E continua: «Tutti vogliono qualcosa di cui non conoscono nulla e per cui non hanno mai lottato. A me fanno molto ridere. Perché guardo il mio ragazzo e penso che è un olimpionico e ha fatto grandi cose nella sua vita. E sono fiera di lui e sorrido felice, perché quella medaglia non ce l’hanno tutti, perché la squadra lì, alle olimpiadi, ci è andata anche grazie a lui, e perché quando non poteva tirare ha contribuito comunque al massimo e non ha mai incolpato nessuno se non sé stesso. Così come fa ora. Ed è giusto. Ma la realtà è che ha già dato tantissimo». «Penso – continua più avanti – che quel trofeo lo incornicerò e lo terrò vicino a noi. E quando gli passerà la tristezza, anche lui gli vorrà bene. E quando saremo vecchi e guarderemo la medaglia, non ci ricorderemo di quelle cinque stoccate, ma di una vita fatta di cose belle, di sangue, di impegno e di dedizione».
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Fa quadrato intorno a Foconi anche il Circolo della Scherma di Terni, dove il 34enne è cresciuto agonisticamente. «Questa vittoria – ha scritto- rappresenta un riscatto personale dalle olimpiadi di Tokyo 2021, dove la squadra azzurra non era riuscita a salire sul podio. Foconi ha contribuito in modo decisivo a una squadra che negli anni si è saputa contraddistinguere per l’unità e i risultati ottenuti sui palcoscenici più prestigiosi d’Europa e del mondo».
Un sostegno ribadito personalmente dal presidente del Circolo, Alberto Tiberi in un post su Facebook. «Partecipare alle olimpiadi rappresenta il culmine della carriera di qualsiasi atleta, un’opportunità rara che solo pochi riescono a vivere. Essere scelto come riserva nella squadra di fioretto maschile significa già aver raggiunto un livello di eccellenza e dedizione straordinario. Entrare in un incontro e perdere con un punteggio netto può essere un duro colpo per l’orgoglio, ma è fondamentale ricordare che il valore di un atleta non si misura da una singola performance. La vera forza di un campione risiede nella capacità di sostenere e supportare la squadra, anche nei momenti difficili. La medaglia d’argento è il frutto di un lavoro di squadra, in cui ogni membro ha contribuito con il proprio impegno, sacrificio e determinazione. Nonostante la sconfitta personale, il nostro Alessio Foconi può camminare a testa alta, sapendo di aver fatto parte di un gruppo straordinario che ha raggiunto un traguardo stupendo. La sua presenza, il suo allenamento e la sua dedizione hanno contribuito a creare l’energia e lo spirito necessari per conquistare una medaglia meravigliosa».
Anche la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ha voluto fare i propri complimenti a Foconi e dargli il suo personale sostegno. «Andare alle olimpiadi – ha scritto anche lei sui social – rappresenta grande traguardo per ogni atleta, il compimento di un percorso fatto di vittorie e tantissimi sacrifici, partecipare rappresenta quindi già una grandissima vittoria. E, ovviamente, lo è ancor di più se, dopo questo lungo cammino, l’atleta riesce a salire sul podio conquistando un’ambitissima medaglia per la sua nazione per la sua terra di origine. É quello che è riuscito a fare il nostro Alessio Foconi: partito dall’Umbria, dalla sua Terni, ha conquistato negli anni numerosi titoli internazionali, sino ad arrivare a mettere al collo la medaglia olimpica di ieri. Alessio e i suoi compagni ci hanno, infatti, regalato un magnifico argento nel #fioretto a squadre. Capisco un po’ di amarezza e di delusione per la vittoria sfiorata, ma questa rimane una tappa straordinaria di una splendida carriera che ha portato Alessio sin sul podio olimpico. Grazie per l’esempio che sei, orgoglio per la nostra Umbria!».
Le fa eco la presidente della Provincia di Terni, Laura Pernazza. «Un grande risultato per il nostro Alessio – afferma – che allunga ulteriormente la bacheca dei suoi trofei e riporta a Terni una medaglia olimpica dopo quella che conquistò nel 1948 Renato Perona, asso del ciclismo su strada, e a cui sono dedicati alcuni nostri impianti sportivi. Grazie Alessio – conclude la Pernazza – per le tue grandi doti sportive e umane e complimenti ancora a tutta la squadra di fioretto».
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C’è anche la lettera aperta di Stefano Lupi – numero uno del Fair play Umbria – per il fuoriclasse ternano: «Caro Alessio. Sono a scriverti utilizzando i social, visto che tu ne sei giustamente un utilizzatore. Ti conosco da tanto tempo ed ho seguito con grande passione il tuo percorso sportivo. Quello che hai fatto ed hai vinto sta lì e non lo voglio ricordare, tanta è la grandezza del tuo profilo di atleta. Vorrei parlare del ragazzo, dell’uomo Alessio Foconi. Sei una persona perbene, di quelle per le quali mi sento onorato di esserne amico. L’amarezza di una prestazione non particolarmente brillante, non cancella né può macchiare il tuo essere un grande uomo squadra ed un atleta di valore e con valori. Sai in un momento di mia difficoltà vorrei averti al mio fianco, perché so che non ti tirerai mai indietro. Sei il figlio che noi tutti vorremmo avere, ed il fratello maggiore serio e scanzonato che ciascun ragazzo vorrebbe in casa. Di quelli con cui confidarti e parlare di cose serie e farci delle cazzate. Non la faccio lunga. Aspetto di rivederti al Circolo Scherma Terni per darti un grande abbraccio. Ti saluto come da anni faccio: daje Picchio!!! A testa alta e con la consapevolezza di aver scritto belle pagine di sport e di fioretto. Ti voglio bene, sapendo di interpretare il pensiero di una città intera e di coloro che vivono lo sport con serietà e sacrificio, come tu fai da anni. Un abbraccio forte».