Fondazione Carit, entra Sciannameo

Stoppata Confindustria, che voleva inserire Gino Timpani

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Alla fine il secondo nome che rappresenterà la Camera di commercio di Terni nel comitato di indirizzo della Fondazione Carit lo hanno scelto. Ma la riunione della giunta camerale, giovedì, non è filata via liscia. Per niente.

Le frizioni Facendo riaffiorare, dopo le frizioni ed il voto contrario fatto registrare in relazione all’ipotesi di fusione con la Camera di commercio di Perugia, la sensazione che il presidente Giuseppe Flamini faccia sempre più fatica a governare la barca.

Timpani Dopo aver dovuto incassare la bocciatura di Alvaro Giovannini – al quale non era stato permesso di seguire Antonio Alunni nel comitato di indirizzo – il rappresentante di Confindustria, Umbro Bernardini, non si è dato per vinto ed ha gettato sul tavolo un’altra ‘carta’ a suo giudizio vincente, quella di Gino Timpani. Ma non ha funzionato.

Sciannameo Immediatamente è arrivata una controproposta «che non presuppone certo – racconta una fonte interna alla giunta camerale – un giudizio di merito negativo nei confronti di Timpani, in quanto la stima per lui non è in discussione», ma tendente a «garantire una rappresentanza più plurale delle categorie rappresentate in Camera di commercio. Il nome era quello di Giuliano Sciannameo.

Il dibattito La discussione, non priva di accenni polemici, è andata avanti per un po’, con il rappresentante di Confindustria fermamente intenzionato a non cedere di un centimetro. Per lui il doppio rappresentante della sua categoria in seno alla Fondazione era una questione di principio irrinunciabile.

Voto segreto Alla fine si è votato, a scrutinio segreto, ma siccome è finita 5 a 1 a favore di Giuliano Sciannameo – e il presidente Flamini aveva preannunciato la sua astensione, in quanto Sciannameo fa parte della sua stessa associazione di categoria, forse dimenticando che, invece, per Giovannini non si era per niente astenuto – è facile ipotizzare che Sandro Corsi, Italo Federici, Giuseppe Malvetani, Luciano Martelloni e Dalia Sciamannini abbiano votato a favore, mentre il solo Umbro Bernardini abbia votato contro.

La contraddizione Non è sfuggita, peraltro, una piccola, ma nemmeno tanto, contraddizione: quando la giunta camerale dette il ‘via libera’ ad Antonio Alunni si votò in maniera ‘palese’, perché, si disse «era necessaria un’assunzione di responsabilità da parte di tutti», mentre giovedì si è scelta la formula della segretezza. Che non ha comunque riservato sorprese, mentre ha costretto Confindustria ad una brusca frenata.

La fusione L’ennesima frenata, per una Camera di commercio sempre meno ‘stabile’, dopo quella sul processo di fusione con Perugia. Seppure il presidente l’abbia data per scontata durante l’audizione nella commissione del consiglio comunale, infatti, quella procedura appare ancora tutta da verificare e, se mai, da gestire: in giunta, oltre che in consiglio, le perplessità continuano a crescere e così pure i malumori.

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