«Fondazioni bancarie locali supportino quella orvietana»

Orvieto – La segreteria provinciale di Azione Terni: «Possono svolgere un ruolo determinante per favorire il mantenimento della presenza di azionisti ‘locali’»

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della segreteria provinciale di Azione Terni

I recenti accadimenti globali sempre di più ci insegnano che è necessario essere aperti e coesi con territori sempre più ampi senza però perdere di vista la necessità di controllo su quegli assets fondamentali che possono garantire la sussistenza di un territorio e di un popolo. Questo non vuol dire strizzare l’occhio a spiriti nazionalistici ma semplicemente rendersi conto che ci sono delle necessità reali che vanno affrontate.

Una di queste è senza dubbio la presenza di un sistema finanziario radicato sul territorio e che risponda alle esigenze reali dello stesso. In questi anni abbiamo visto una mutazione del sistema bancario territoriale in favore di una globalizzazione del servizio bancario che se da un lato ha portato ad un’offerta più moderna e meno costosa dall’altro stenta a comprendere le necessità di aree, seppur vaste, ma con caratteristiche diverse tra loro. In questo quadro una global company fatica ad adattarsi alle peculiarità di un territorio.

In Umbria siamo passati da una moltitudine di istituti bancari al quasi nulla con anche profonda perdita di figure professionali che ricoprivano ruoli apicali all’interno di questo scenario. Oggi rimane aperta la partita della Cassa di Risparmio di Orvieto e di certo non possiamo restare a guardare. La stessa ha rilevanza strategica per lo sviluppo di un territorio della presenza di una banca fortemente radicata nel territorio stesso. Cassa di Risparmio di Orvieto è presente con 41 punti operativi localizzati di cui 22 nelle province di Terni (19) e Perugia (3).

La fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto sarà chiamata a valutare se sottoscrivere l’aumento di capitale di 27 milioni, la cui quota di competenza (26,43%) è di circa 7 milioni. Le possibili opzioni sono:
– sottoscrive e concentra ulteriormente nel capitale della Banca (da autorizzare da parte del Ministero), oppure
– non sottoscrive e perde i diritti previsti dallo statuto (tra cui il diritto di veto nelle delibere per operazioni straordinarie.

Il tema non ha una portata specificatamente orvietana ma investe più in generale l’intera provincia di Terni, e perché no, l’intera regione Umbria. Le Fondazioni di origine bancaria umbre e gli investitori privati possono svolgere un ruolo determinante per favorire il mantenimento della presenza di azionisti ‘locali’ nella banca ed addirittura rafforzarlo. Ampliandolo si potrebbero favorire ulteriori scenari sul ruolo della banca nel territorio di riferimento che potrebbe essere elemento di riqualificazione del nostro territorio e di riequilibrio.

Chiediamo pertanto alle Fondazioni Bancarie locali di valutare attentamente la possibilità di supportare la più piccola Fondazione orvietana in questa sfida che gioca un ruolo centrale nel nostro scacchiere. Siamo certi di essere ancora una volta al fianco del territorio.

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