Fra bollette record e ‘sgarbi’ indigesti. La Tonic: «Per ora non molliamo. Ma è sempre più difficile»

Terni – Intervista al club manager Diego Cipiccia: «Altrove c’è chi ha già gettato la spugna. E dalle istituzioni ci si attende equidistanza, non ‘protagonismi’ sul mercato del fitness»

Condividi questo articolo su

di F.T.

Costi energetici schizzati alle stelle, proprio quando si iniziava a intravedere la luce dopo il buio periodo del Covid, ma anche il disappunto di chi vede le istituzioni ‘vicine’ ad altre attività dello stesso settore, altrettanto private e condotte con finalità commerciali. Con la palestra Tonic di Terni, ed in particolare il club manager Diego Cipiccia, abbiamo fatto il punto sul polo sportivo di Campitello – punto di riferimento per tanti ternani e che conta circa 3 mila iscritti -, anche in termini di difficoltà nell’affrontare una fase che rischia di portare alla chiusura di numerosi centri sportivi in ogni parte d’Italia. Umbria compresa.

«Annullato l’effetto-ripartenza»

«Il periodo è complicato, c’è poco da fare – esordisce Cipiccia -. Quando tutti ci attendevamo finalmente la ripartenza dopo il Covid, più o meno da settembre visto che la stagione sportiva precedente è stata caratterizzata ancora da limitazioni e timori comprensibili, è arrivata questa mazzata sottoforma di bollette di luce e gas. E le strutture come la nostra, che sono fortemente energivore, ne risentono ancora di più: quando si hanno 3 mila metri quadrati di palestra, oltre alle piscine, il conto da pagare diventa salatissimo. Ma questo vale anche per altre realtà cittadine che, anche e soprattutto nell’ambito del nuoto, sono costrette a fare i salti mortali per non chiudere. E c’è chi, è il caso della struttura comunale di borgo Bovio, ha già gettato la spugna».

«Oggi sarebbe più semplice chiudere»

Far quadrare i conti, resistere, sopravvivere: sono gli imperativi in questo momento storico. «Noi – spiega il manager della Tonic – non possiamo più contare su marginalità, ovvero utili. Oltre a ciò, abbiamo bloccato gli investimenti, come quelli che ci avrebbero consentito di rinnovare completamente la spa e creare un’area esterna per bambini, inoltre sono stati sospesi gli ammortamenti. Tutto ciò per arrivare al pareggio di bilancio, anche se questa linea non può essere mantenuta a lungo. Ad oggi sarebbe più semplice chiudere e c’è chi, ad esempio a Roma ma anche in provincia di Perugia, ha deciso di fermare l’attività sportiva da fine novembre per ripenderla in primavera, con costi minori. Al momento il clima mite aiuta anche noi, ma le incognite sono tante e servono provvedimenti governativi per scongiurare il crollo di un settore che rappresenta anche servizi centrali per la salute e il benessere dei cittadini. Oltre che sul piano sociale e sportivo con le attività condotte con e per i giovani, come facciamo noi con il nuoto, il karate e i campus estivi. Al momento, se siamo ancora operativi, è anche grazie al sacrificio della proprietà che ci ha dato la possibilità di rinviare di qualche mese il pagamento dell’affitto, mostrando una sensibilità non sempre comune».

Diego Cipiccia

Piscine dello Stadio: «La linea del Comune non ci piace»

In questo contesto, torna a galla una questione mai ‘digerita’ da diverse strutture sportive ternane, ovvero la ‘vicinanza’ del Comune alle Piscine dello Stadio, realtà che – come noto – ha vissuto e sta vivendo fasi complicate. Una delle spiegazioni per tale impegno istituzionale sta nel fatto che l’impianto, realizzato con le modalità del project financing, diventerà di proprietà pubblica – in un contesto che vede la prossimità del palasport e dello stadio – alla scadenza del contratto ventennale previsto. Di fatto però la gestione attuale – come le precedenti – è privata. «Noi non chiediamo aiuti particolari – dice Diego Cipiccia – ma che almeno i criteri di sana concorrenza siano rispettati da chi ci amministra. Spiace constatare che il Comune si schieri a fianco di società che, peraltro, non sono del nostro territorio. In passato abbiamo valutato un nostro impegno nella gestione delle Piscine dello Stadio ma lì – è l’osservazione – i conti è ancora più difficile farli tornare e i fatti ci hanno dato ragione. Magari c’è chi è più bravo e riesce in questa impresa ma, anche in ragione delle condizioni della struttura e dei suoi costi, non mi pare che sia un risultato semplice da centrare. Anzi».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli