FSI-USAE: «Criticità al ‘Santa Maria’. Basta ricoveri nei corridoi»

Terni – Il segretario del sindacato Emanuele Iannone interviene sulle problematiche riscontrate all’interno del nosocomio

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di Emanuele Iannone
Segretario FSI-USAE Terni

La Costituzione italiana riconosce il diritto alla salute definendolo un diritto fondamentale dell’individuo. Per questo denunciamo le criticità riscontrate nell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni dove, ancora oggi, troviamo pazienti ricoverati nei corridoi, il personale allo stremo per i carichi di lavoro e gli straordinari continui che non permettono ferie né riposi. Abbiamo reparti in grande difficoltà, con poco personale sanitario e gli oss che vengono più volte impiegati su più reparti.

La dotazione d’infermieri di turno in reparto è ai minimi termini rispetto al numero dei pazienti ricoverati nei posti letto. Un numero significativo di ricoveri in più, non è banale. Qualità e quantità non vanno propriamente a braccetto. La significativa modificazione dell’ambiente di lavoro ed il sovraccarico assistenziale, dovuto ai ricoveri sovrannumero, può essere fonte di problemi di sicurezza per gli operatori e per gli stessi pazienti.

Il ricovero in un letto di corridoio comporta: assenza di privacy, il paziente rischia di ‘subire’ cure igieniche plateali e pubbliche; mancanza di campanello per avvisare delle necessità; lontananza da una sorgente elettrica vicina, per le necessità quotidiane, ma anche per l’utilizzo, in emergenza, di apparecchi medicali; assenza di fonte di ossigeno disponibile; bombole d’ossigeno viaggianti. Questa è la sanità Umbra che vogliamo?

Un grazie va fatto a tutto il personale tecnico/sanitario che con coscienza, professionalità e grande forza di volontà consente di garantire una adeguata risposata assistenziale, ma per quanto sarà possibile? Chiediamo l’intervento immediato da parte della girezione generale aziendale e delle autorità competenti per il miglioramento della qualità assistenziale dei pazienti ed il miglioramento della qualità lavorativa degli stessi operatori che si trovano, a volte, a dover gestire pazienti anche Covid all’interno di reparti di degenza senza le dovute zone filtro e gli idonei dispositivi e percorsi per la salvaguardia della salute propria e dell’utenza.

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