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Home » Geotermia, frainteso diktat del governo

Geotermia, frainteso diktat del governo

di Lucina Paternesi
1 Novembre 2016
in Ambiente e salute, Dal territorio, Economia, Politica
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
Un impianto geotermico

Un impianto geotermico

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L.P.

Fa scuotere gli animi, di questi tempi già provati da ben altri movimenti tellurici, l’ipotesi, quanto mai concreta, che a breve potrebbero iniziare le trivellazioni sull’altopiano dell’Alfina per dare avvio al progetto pilota di realizzazione di un impianto geotermico a Castel Giorgio.

‘Carta canta’ Nei giorni scorsi, infatti, una lettera del Ministero dello sviluppo economico indirizzata alla Regione Umbria, ma non al primo cittadino di Castel Giorgio, riepilogando l’intera vicenda, nonché le posizioni espresse dalle varie parti chiamate in causa, ricordava come il progetto presentato dalla società Itw Lkw Geotermia avesse ottenuto già da tempo il parere positivo della Commissione per le risorse minerarie del Mise e il giudizio positivo di compatibilità ambientale. Mancava, e manca tutt’oggi, il famigerato atto d’intesa, il via libera cioè formale che la Regione aveva individuato come imprescindibile solo se seguito a una sorta di soluzione condivisa tra il ministero e gli enti locali.

Il Ministero, ricorda il dirigente Terlizzese, non ha potuto far altro che constatare «la ferma contrarietà al progetto da parte del comune di Castel Giorgio e la inesistenza di possibili spazi per un dialogo». Di conseguenza, si legge ancora nella lettera, si ritiene conclusa l’istruttoria. Una decisione che, sicuramente, non fa sorridere ai tanti comitati sorti per contrastare il progetto ma che pare non lasciare troppi dubbi interpretativi. Eppure qualcuno non la pensa così.

Altre strade Secondo Vittorio Fagioli, del coordinamento associazioni orvietano, Tuscia e Lago di Bolsena aderente alla Rete Nazionale Nogesi, la lettera indicherebbe un’altra strada. Cioè che, con la missiva, il Ministero dello sviluppo economico sia nuovamente a chiedere alla Regione l’invio dell’atto d’intesa, mentre era stata proprio la Regione che, stante l’impossibilità di trovare tale accordo con gli enti locali, si era rivolta al Ministero. Appare dunque improbabile che il Ministero voglia proseguire in questo circolo vizioso di rimpalli di responsabilità, dal momento che, come ricorda il dirigente del Mise, già da tempo sono stati ottenuti tutti i pareri favorevoli alla realizzazione dell’impianto.

Governo L’italiano, d’altronde, non lascerebbe spazio a troppe altre interpretazioni. Eppure Fagioli è convinto del contrario e che «La Regione prenderà questa decisione nel massimo rispetto delle volontà politiche dei 25 sindaci del territorio, delle popolazioni dell’area che in svariate occasioni si sono espresse con contrarietà nei confronti del previsto impianto geotermico pilota, dell’opposizione sin dalle prime battute delle associazioni ambientaliste e dei comitati di cittadini». Nell’augurarci che si possa arrivare presto a una tale pacifica conclusione, ci duole invece constatare che, contrariamente a quanto afferma Vittorio Fagioli, per fare ciò la Regione, qualora lo volesse davvero, potrebbe essere costretta ad aprire un contenzioso con il governo per opporsi definitivamente a questa scelta e schierarsi dalla parte dei cittadini.

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