
«In molti si chiedono se ha ancora senso celebrare questa giornata. Davvero crediamo che il passato non abbia nulla da insegnare? La memoria va salvata per pensare all’oggi e al domani, il male nel mondo non è stato cancellato». Parole del prefetto di Terni, Angela Pagliuca, nell’aprire il ‘Giorno della memoria’ in ricordo della ‘Shoah’, delle leggi razziali, della persecuzioni dei cittadini ebrei, degli italiani che subirono la deportazione e di coloro che dissero no al progetto di sterminio: venerdì mattina cerimonia a palazzo Bazzani alla presenza delle autorità politiche e religiose, dei vertici delle forze di polizia locali e degli studenti degli istituti ‘Casagrande-Cesi’, ‘Allievi-Sangallo’ e ‘Leonino’. Prima, però, tutti in silenzio per Alessandro Riccetti.
‘GIORNO DELLA MEMORIA’, MINUTO DI RACCOGLIMENTO PER ALESSANDRO RICCETTI
Il senso di solidarietà Niente onorificenze dell’ordine ‘al merito della Repubblica italiana’ agli insigniti della provincia, rimandata a data da destinarsi in segno di lutto per la scomparsa del 33enne ucciso all’hotel Rigopiano dalla valanga. Il prefetto, nel discorso d’apertura, ha voluto sottolineare tre aspetti fondamentali in riferimento alla necessità di ricordare ciò che accadde: «Siamo in un momento delicato per l’Italia e soprattutto per l’Umbria a causa del terremoto. Queste occasioni devono servire per rafforzare il senso di solidarietà e il ‘patto’ d’unità tra generazioni».

Olocausto e memoria La memoria va salvata – ha poi aggiunto la Pagliuca – perché «l’olocausto fu un fatto unico per gravità ed estensione; stiamo perdendo i testimoni diretti di quella tragedia. Davvero pensiamo che che il passato non abbia nulla da insegnare? Il cosiddetto secolo ‘breve’ ha portato inauditi orrori, ma al contempo anche grandi esempi di grandezza. Dobbiamo pensare all’oggi e al domani senza dimenticare che il male non è stato ancora cancellato, lo abbiamo visto con gli attentati di Istanbul e Berlino».
Lettere e studenti A seguire è intervenuta Elisabetta David, direttore dell’archivio di Stato di Terni, per introdurre due lettere di cittadini ternani rivolte a Benito Mussolini – conservate all’ufficio demografia e razza del Ministero degli interni – scritte durante il periodo della ‘Shoah’ da Ercole Beer e Paolo Franchetti: «Al 1938 risultavano – ha spiegato – 50 ebrei presenti in città e nel circondiariato, si erano denunciati come imponeva la legge razziale». Una mattinata per dire che il passato può e deve insegnare.

Iniziative In tutti i comuni del territorio provinciale sono in corso da venerdì mattina le iniziative legate al ‘Giorno della Memoria’. A Narni, alle 21 al cinema Monicelli in programma la proiezione del film ‘Il figlio di Saul’ di Laszlo Nemes, premio oscar 2016. A San Venanzo invece le storie e le vicende umane di Hanneli Gosler e Anna Frank sono i temi trattati nelle scuole. Gli studenti si cimenteranno anche in un lavoro storiografico che li porterà ad analizzare le radici storiche dell’antisemitismo e il loro perdurare anche nei giorni nostri. «In questo modo – commenta il sindaco Marsiulio Marinelli – la scuola diventa davvero maestra di vita. Dobbiamo ricordarci le parole di Etty Hillesum, scrittrice olandese di origine ebraica uccisa nel campo di sterminio di Auschwitz, secondo la quale ‘una pace futura potrà essere veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso, se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato questo odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso forse alla lunga in amore, se non è chiedere troppo. È l’unica soluzione possibile».
Il liceo Donatelli Ospite a ‘I giovani ricordano la Shoah’, incontro organizzato nella sala Blu di Palazzo Gazzoli dal liceo scientifico Donatelli, il deputato Pd Walter Verini ha detto ai tanti ragazzi riuniti: «Ricordare la Shoah, onorare i milioni di vittime di quell’orrore non è solo un dovere di memoria, ma un modo per combattere oggi l’odio, il razzismo, l’esclusione, l’antisemitismo, il terrorismo». L’onorevole ha continuato parlando delle stragi di Istanbul, di Dacca, di Nizza e di Parigi. Ma anche «Le stragi del Bardo e di Utoja e tante altre che, insieme ai massacri per odii etnici, religiosi, dimostrano che gli orrori di cui l’uomo fu capace, con il male assoluto dell’Olocausto, sono ancora tra noi. Per questo le giornate della Memoria debbono vivere tutti i giorni, per battere razzismi e intolleranza, per battere la cultura dell’odio contro il diverso».