‘I Love Norcia’, un’Arca «che emoziona»

Concorso internazionale per «il progetto di una visione già avviato» della onlus. Regione, Comune e Ordine degli architetti «ronti per nuove sfide».

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«Un progetto che emoziona – così il professor Davide Rampello del Politecnico di Milano – ha presentato l’Arca della onlus ‘I Love Norcia’, parla quale sarà bandito un concorso internazionale di progettazione – perché racchiude l’amore per la propria terra che i nursini hanno. Un progetto nato nell’emergenza ma che può tradursi in energia positiva». Un luogo che nelle intenzioni dei soggetti sottoscrittori del protocollo – ci sono anche Regione Umbria, Comune di Norcia e Ordine degli architetti – dovrà «rappresentare una eccellenza, tecnologicamente avanzato, sulla cultura antisismica in Europa, nel quale realizzare non soltanto attività didattiche rivolte all’infanzia, ma anche a liberi cittadini e professionisti del settore».

Un segno di speranze Il presidente della onlus, Vincenzo Bianconi ha sottolineato come «l’associazione debba avere radici piantate nella nostra terra ma da identità locale deve aprirsi al mondo. I valori ai quali dobbiamo ispirarci sono la sicurezza, la natura, la socialità, l’armonia, l’identità, la gentilezza e l’innovazione. Partendo da qui dobbiamo passare a qualcosa di diverso». L’Arca «sarà un luogo come ce ne sono pochi in Italia nel mondo» e  «la sfida è far sì  – ha detto la presidente Marini – che la ricostruzione si incontri con una visione lungimirante di comunità. Oggi Norcia è un punto di forza dell’identità e della vocazione economica di un territorio e la ricostruzione può diventare elemento di forza se guidata dalla comunità, questa è una sfida anche per l’Umbria». Mentre il sindaco Nicola Alemanno ha spiegato che «il progetto Arca da speranza al nostro territorio. Questa città non può accontenterei di ritornare alla condizione al 23 agosto 2016, ma avere l’ambizione e la sfida di guardare avanti. I progetti che porteremo avanti da qui in avanti devono rappresentare un’eccellenza, che siano visione di un percorso già avviato. Dobbiamo essere pronti – continua Alemanno – quando rientreremo in maniera importante sui mercati, sebbene non ne siamo completamente usciti. Chiunque verrà a Norcia deve essere consapevole di stare in un luogo sicuro e più bello e per fare questo dobbiamo avere il coraggio di guardare a quello che ci è accaduto e a quello che ci sta accadendo come comunità e dobbiamo saperlo cogliere». 

IL TERREMOTO 

«Sfida altissima» La presidente Marini ha quindi aggiunto che «si tratta di una sfida altissima, perché abbiamo bisogno che questa progettualità di futuro, quello che qui è stato definito ‘il sogno che può volare’, si incroci con la concretezza dell’opera di ricostruzione che è già oggi in divenire. Ciò che in situazioni come quella che sta vivendo la comunità di Norcia e di tutta la Valnerina potrebbe apparire il segno di una debolezza, in realtà rappresenta un punto di forza che si manifesta, appunto in questa straordinaria volontà di ‘ri-costruire’. Cioè, tornare a costruire il proprio futuro e quello di tutta la comunità. Ed è, dunque, questo l’aspetto affascinante del progetto dell’Arca di Norcia».

Un laboratorio L’altro aspetto del progetto che la presidente Marini ha voluto sottolineare è quello della realizzazione di un luogo dedicato allo studio, alla ricerca ed alla memoria: «Sono pochissime le città nel mondo che, come Norcia, possono raccontare con la propria storia urbanistica, dei suoi edifici e dei suoi monumenti, la storia del terremoto. Questo spazio che andremo a realizzare, quindi, sarà per ora un laboratorio e in futuro, ultimata la ricostruzione, il luogo della memoria. L’anno trascorso è stato molto difficile ed impegnativo, ma abbiamo sempre avvertito la vicinanza di tanti, abbiamo conosciuto la straordinaria generosità e solidarietà di cui l’Italia e gli italiani sono capaci».

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