I mille significati della Marcia della Pace: interventi, foto, video

Video – Gli interventi al Frontone poi la partenza verso Assisi. C’è anche Mimmo Lucano. Solidarietà alla Cgil

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di P.C.

La 60° edizione della Marcia della Pace Perugia-Assisi ha un significato ancora maggiore all’indomani dell’aggressione squadrista alla sede nazionale della Cgil. Ma questo è solo uno dei mille significati dell’evento nato a metà del secolo scorso per volontà di Aldo Capitini e che, in ogni edizione, assume nuove sfaccettature.

Le immagini della Marcia della Pace 2021

C’è anche Mimmo Lucano

Con lo slogan ‘I care’ – celebre motto di don Milani – la partenza è scattata come di consueto dai giardini del Frontone in Borgo XX Giugno. L’arrivo, dopo 24 chilometri di percorso, nel primo pomeriggio alla Rocca Maggiore di Assisi. Tantissimi gli intervenuti, gente comune e personaggi illustri: da Mimmo Lucano, il sindaco di Riace condannato per le vicende legate all’accoglienza dei migranti; il presidente di ‘Libera’ don Luigi Ciotti presente quasi tutti gli anni; il sindacalista Aboubakar Soumahoro.

Gli interventi

Alla partenza, musiche e interventi di saluto. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato una lettera, il cardinale di Perugia – Città della Pieve, Gualtiero Bassetti, è intervenuto dal palco («mi unisco spiritualmente alla vostra marcia, perché prendersi cura, chinarsi sugli altri, andare verso l’altro, risponde a un grido che da più parti sento levarsi») così pure la presidente della Regione, Donatella Tesei, che ha espresso solidarietà alla Cgil per l’attacco di Roma. Il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, ha ricordato l’Imam Abdel Qader, morto di Covid; e poi Sandro Pasquali (vice presidente della Provincia di Perugia), Filippo Carlà Campa (sindaco di Vicchio), Marco Mascia e gli studenti dell’università di Padova, Amelia Rossi del comitato promotore ‘Marcia PerugiAssisi’, Elena Belia e i giovani in Servizio Civile per la marcia.

Il presidente Mattarella: «La pace è un dovere»

«La pace non soltanto è possibile, ma è un dovere per tutti, Stati, popoli, istituzioni sovranazionali, imprese economiche, forze sociali, cittadini, operare per costruirla – si legge nella lettera del Capo dello Stato Sergio Mattarella, letta da Flavio Lotti, uno dei promotori della marcia – la pace si può costruire dal basso perché impone coerenza nell’agire quotidiano, nel linguaggio che si usa, nella solidarietà concreta verso chi ha minori risorse e maggiori bisogni, nel rispetto per gli equilibri della natura, nella capacità di prendersi cura di quanti si trovano in difficoltà».

«La marcia Perugia-Assisi – ha scritto il presidente della Repubblica agli organizzatori – è ancora una volta un segno di speranza. I valori che la ispirano e la partecipazione che continua a suscitare sono risorse preziose in questo nostro tempo di cambiamenti, ma anche di responsabilità. Questa edizione si svolge a sessanta anni dalla prima marcia promossa da Aldo Capitini, quell’originaria, esigente aspirazione alla pace e alla non violenza ha messo radici profonde nella coscienza e nella cultura delle nostre comunità».

Papa Francesco: «Camminare sulla via della cura»

«È più che mai necessario camminare sulla via della cura: non una volta all’anno, ma ogni giorno, nel concreto della vita quotidiana, con l’aiuto di Dio che è padre di tutti e di tutti si prende cura, perché impariamo a vivere insieme da fratelli e sorelle»: lo scrive Papa Francesco nel messaggio inviato agli organizzatori e letto dall’arcivescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino, nella piazza inferiore della basilica di San Francesco.

«Purtroppo ancora oggi, dopo le due immani guerre mondiali e le tante guerre regionali che hanno distrutto popoli e Paesi, ancora – ed è scandaloso – gli Stati spendono enormi somme di denaro per gli armamenti, mentre nelle Conferenze internazionali si proclama la pace, distogliendo di fatto lo sguardo dai milioni di fratelli e sorelle che mancano del necessario per vivere o trascinano un’esistenza indegna dell’uomo».

David Sassoli: “Pace vuol dire lottare contro le disuguaglianze”

«Questa grande manifestazione, giunta alla sua 60° edizione, rappresenta da sempre una straordinaria testimonianza di speranza e al tempo stesso un luogo di responsabilità collettiva – ha scritto il presidente del parlamento europeo – in questo momento storico, dopo mesi segnati da una pandemia che ha sconvolto il mondo, è fondamentale riscoprire l’importanza delle relazioni umane, del confronto reciproco e della nostra interdipendenza».

Lucano: «Non ho paura, fiero di quanto fatto»

«Sono qui nonostante tutte le difficoltà che sto vivendo in questi giorni per la sentenza del tribunale emessa in nome del popolo italiano che però ha saputo capire – ha detto Lucano – io non ho paura, perché sono un cittadino come tutti. Ci sono state già sentenze con pene sofferte che rappresentano evidenti ingiustizie. Non è la prima volta. Tengo a ribadire con orgoglio di essere stato vicino con l’anima a chi rivendica i diritti umani. Questo è quello che voglio che la gente sappia, non accetto alcuna denigrazione dell’anima che sarebbe la vera condanna per me».

La moglie dell’ambasciatore ucciso

C’è anche Zakia Seddiki, moglie dell’ambasciatore Luca Attanasio, scomparso lo scorso febbraio in un agguato presso la Repubblica Democratica del Congo: «Non possiamo mai interrompere la violenza con altra violenza. C’è chi crede nella pace e può combattere e insegnare a vivere in pace. Il bene vince sempre sul male. Io lo vivo sulla mia pelle».

Cecilia Strada: «C’è troppa poca pace»

La figlia del fondatore di Emergency Gino Strada, scomparso lo scorso 13 agosto e la cui memoria è al centro di una polemica nel comune di Foligno per la mancata intitolazione di una strada, esordisce polemica: «Come si fa a non partecipare alla marcia della pace? Soprattutto in un periodo in cui di pace se ne vede poca, pace intesa come assenza di diritti. Il campo dei diritti si restringe, per cui è importante essere qui. Poi però occorre continuare a essere in marcia anche domani, quando ognuno di noi torna alla propria casa e deve impegnarsi per costruire più diritti e più pace».

Don Ciotti: «No alla retorica della pace»

«Il dissenso è il sale della democrazia, la violenza è la sua negazione – ha detto Don Luigi Ciotti, condannando i fatti di Roma – si applichi la legge: fuori le organizzazioni fasciste. Chi ha alimentato gli scontri se ne assuma la responsabilità».

Un aquilone per Zaki

La Marcia della Pace di quest’anno si è svolta anche nel segno della solidarietà per Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna che si trova in carcere in Egitto da febbraio 2020. Per esprimere vicinanza a Patrick, gli organizzatori della marcia hanno sposato l’iniziativa di solidarietà promossa dagli organizzatori di ‘One Sky One World’, manifestazione aquilonistica organizzata dall’associazione Aquilonisti ‘I Millepiedi’. Come già a Foligno nella giornata di sabato, domenica, durante la marcia, sono volati aquiloni con un’illustrazione realizzata da Gianluca Costantini, in cui il volto dello studente è accompagnato dalla scritta «Freedom for Patrick Zaki». 

LA PARTENZA DELLA MARCIA DELLA PACE 2021 – VIDEO

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