IdeaUmbria: «Il futuro si progetta oggi»

Un convegno di alto livello. La presidente Anna Rita Fioroni: «Tornare ad essere il baricentro d’Italia»

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Un nuovo modello di Umbria «per rientrare nel futuro», ovvero rivalutare la capacità sinergica di più attori, economici, sociali ed istituzionali, per guardare oltre la crisi e premiare idee, merito, competenze, forze vive nei territori e valore. Obiettivi, ma anche opportunità che sono state lanciate al convegno dell’associazione IdeaUmbria alla presenza del viceministro dell’economia e delle finanze, Enrico Morando e della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.

L'introduzione

L’introduzione

 

Fioroni «Le idee – secondo la Presidente di IdeaUmbria Anna Rita Fioroni – vincono se vengono fuori da un dibattito serio e condiviso; non dobbiamo aver paura di un confronto franco ed aperto perché ‘ritornare al futuro’ significa trarre benefici dall’esperienza e non utilizzarla come motivo di conservazione». Poi l’idea di progetto snocciolata in 15 punti dalla presidente Fioroni, che ha toccato tutte le corde sulle quali costruire un nuovo pentagramma di possibilità per l’Umbria.

 

 

La platea

La platea

I partecipanti Di altissimo livello gli interventi in scaletta, ognuno con un tema portante: Massimo Cresta, presidente di Federmanager Terni; Roberto Palazzetti, titolare di Osmosit; Davide Guernaccia, direttore scientifico Laerbium Pharma di Corciano, Luca Rossi, di Etexia; Claudio Cavallini, direttore della struttura complessa di cardiologia dell’Wzienda ospedaliera di Perugia; Giacomo Chiodini, sindaco di Magione; Dario Bruschi, segretario della categoria alimentaristi della Csil di Perugia e Alessandro Pardini, direttore del dipartimento di cardiochirurgia dell’Azienda ospedaliera di Terni: «Un coro di voci diverse, espressione di un’Umbria – spiegano gli organizzatori – che vuole guardare ad un progetto comune di rilancio e crescita».

Enrico Morando e Catiuscia Marini

Enrico Morando e Catiuscia Marini

Morando e Marini Un concetto ripreso dal viceministro Morando e dalla presidente Marini: «Sono convinto – ha sottolineato Morando – che occorra investire nel capitale umano. Merito ed autonomia sono i parametri di crescita delle persone, delle imprese e delle istituzioni. Solo così avremo la capacità di reagire alla recessione. Quando c’è capitale umano di qualità c’è successo». Uno stimolo a guardare nella giusta direzione colto anche dalla presidente Marini: «Ci sono imprese che possono aiutare a solcare la rotta dell’Umbria che deve poter spingere ancora di più sull’innovazione, favorendone anche una cultura diffusa, sostenendo quelle imprese che investono per crescere e fare ricerca, facendo ognuno la sua parte, pur giocando la stessa partita».

La «codecisione» Da qui l’esigenza di ‘tornare al futuro’. E perciò, come ha detto Fioroni, «fare in modo che istituzioni, economia e sapere siano insieme per costruire il progetto regione, ognuno con un suo protagonismo. È arrivato il momento della codecisione (o coesione) della condivisione di responsabilità, della costruzione di un progetto comune che guarda all’interesse collettivo. L’Umbria del futuro deve tornare ad essere il baricentro d’Italia per andare oltre la bella solitudine e l’immagine verde, culturale e medievale del Paese, per non sentirsi solo ‘il cuore verde dell’Italia’ e per uscire dall’idea di ‘piccola regione’».

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