Il Briccialdi al Cmm: «Facciamo chiarezza su un progetto di oltre 6 milioni di euro»

La presidente Letizia Pellegrini: Per realizzare il progetto del Campus c’è bisogno dell’ok del ministero e vanno rispettati dei tempi

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di Fra.Tor.

«In questi giorni sul trasferimento del conservatorio Briccialdi sono state dette tante cose. Tutte a mio avviso in maniera sommaria e fuorviante. Ora è il momento di fare chiarezza». Al parlare del percorso, del progetto, degli eventuali finanziamenti e dei tempi è la presidente Letizia Pellegrini.

L’inizio del percorso

«Il Mur – spiega – finanzia periodicamente progetti relativi all’edilizia scolastica del comparto Afam, cioè l’Alta formazione artistica, musicale e coreutica: vale a dire Conservatori, Accademie di Belle Arti e di Danza. Il Briccialdi, prima di diventare statale, non aveva dunque accesso a questi finanziamenti: ma al bando di quest’anno è possibile partecipare, la nota applicativa è stata pubblicata a fine dicembre (statalizzazione a settembre) e la scadenza per le domande era fissata al 18 luglio. Il bando finanzia con 100 milioni progetti da 1 a 10 milioni di euro. Abbiamo deciso di partecipare, consapevoli del fatto che la sede attuale, pur pregevolissima, non permette o non supporta adeguatamente le prospettive di sviluppo. In particolare, l’aumento delle iscrizioni, attualmente, va calmierato proprio per ragioni di spazi e di servizi. Quanto alla scelta del sito, c’erano dei paletti precisi: la proprietà doveva essere del Comune, e doveva essere concessa in comodato d’uso gratuito, dal Comune al Conservatorio, per almeno 19 anni. La convenzione sottoscritta con Comune e Mur per la statalizzazione prevedeva la concessione di palazzo Giocosi Mariani per 99 anni. Era però possibile un cambio di sede, con condizioni di concessione identiche a quelle per la sede attuale. Trasferimento ok, a condizione di vincere il concorso per ottenere il finanziamento di massimo 10 milioni».

Perché la scelta del Centro multimediale? 

Il Cmm «è balzato immediatamente in evidenza, per tanti motivi: è una struttura già dotata di teatri, spazio mensa, spazi esterni, camerini e cameroni, magazzini, infrastrutture e uffici da usare in parte come tali (per l’amministrazione) e in parte da riconvertire in aule insonorizzate; è l’unica struttura in città che presenta potenzialità e consente la realizzazione di diverse finalità. L’obiettivo è fare del Conservatorio cittadino un Campus della musica, unico in Italia, dotato di aule in numero adeguata anche allo sviluppo; di uffici sufficienti a una adeguata logistica del comparto amministrativo e di rappresentanza; di un’aula magna; aula informatica con postazioni attrezzate per seguire seminari su piattaforma; sala dedicata alle attrezzature di registrazione e video-diffusione di cui ci siamo dotati in regime di lockdown; di un parcheggio e di ampi spazi di socializzazione all’interno (il cortile e la mensa/caffetteria) e all’esterno (giardino antistante e laterale, da progettare); di auditorium aperto alla città e di sale prova per grandi insiemi (banda, orchestra sinfonica, coro, classe di percussioni); di una biblioteca organizzata per sezioni (anche discografica e multimediale) con postazioni di lettura e di ascolto); infine anche di magazzini per strumenti, leggii, infrastrutture per produzione; un palestra, e anche, ma con stralci successivi e finanziamenti Pnrr – di camere per allievi, realizzate negli attuali uffici dell’unica ala posta al secondo piano. Questo permetterà di avere una sede di grande respiro e di forte attrattività alle porte della città; il Cmm è di fronte alla stazione ferroviaria, porta moderna della città e in prossimità della antica Porta Spoletina, in un’area raggiungibile a piedi dal centro storico, nella quale peraltro è possibile suonare senza disturbare i residenti (come attualmente avviene nella sede collocata in Ztl)».

Il progetto del Campus

Il progetto che si sottopone alla valutazione per il finanziamento intende, aggiunge la presidente, «interpretare correttamente (con il restyling) la struttura su cui si interviene, per rendere l’idea della sfaccettata identità della Città di Terni (non solo industriale); innestando sulle attività del Conservatorio il multimediale, il Campus parlerebbe di tradizione e innovazione, identità e ricerca. Promuovere la cultura del verde anche come politica ambientale/energetica attraverso tutti gli accorgimenti possibili a tutti i livelli: materiali, arredi e complementi di arredo, logica di ristrutturazione. Attestare pratiche di massima inclusività sociale (una dimensione alla quale in Conservatorio è per tradizione sensibile) ad esempio attraverso il totale abbattimento delle barriere architettoniche non solo per i portatori di handicap ma per tutti: realizzando un modo di praticare lo spazio secondo un’idea di apertura e di facile praticabilità che la struttura deve trasmettere».

I lavori

Per trasformare il Centro multimediale in Campus della musica e del multimediale, sono necessari lavori di adeguamento funzionale «attraverso la manutenzione straordinaria degli edifici (pavimentazioni, tinteggiature, controsoffitti, insonorizzazione); il restyling e consolidamento edilizio della struttura conservandone la attuale struttura e cubatura (senza cancellare, quindi, le tracce della sua identità originaria di sito industriale); gli interventi di efficientamento energetico per il contenimento dei costi di gestione e per la pratica di politiche ambientali ed energetiche rispondenti alle necessità e alla sensibilità attuali (illuminazione tutta a led, con impianto fotovoltaico). Il Campus Briccialdi al Cmm si presta a riqualificare un intero comparto di città che va da Porta Valnerina alla stazione ferroviaria, e che peraltro incontra sul proprio percorso la sede sociale della Ternana Calcio: per chi arriva a Terni, la città presenta in icona l’industria siderurgica (con il grande maglio collocato alla stazione), la musica e la formazione superiore (con il Campus Briccialdi) e lo sport (con la sede della Ternana Calcio). Va ricordato infine che Terni, unica città moderna dell’Umbria, per storia e vocazione, sarebbe l’unica città in Italia il cui Conservatorio ha per sede non un edificio ma un campus, con tutto il valore aggiunto alla didattica e alla formazione che simili strutture conferiscono alla tradizione universitaria in Europa e negli Stati Uniti».

Spese e finanziamenti

Il preventivo «per la realizzazione di tutto questo – fa sapere Letizia Pellegrini – è di 6 milioni 440 mila euro. Il bando prevede il cofinanziamento di Enti pubblici e di privati e lo premia in termini di punteggio. E’ stato quindi sottoposto il progetto a potenziali partner che tutti hanno dato una adesione piena e convinta. In particolare, la fondazione Carit ha cofinanziato per 500 mila euro, la Regione Umbria per 300 mila, il Comune di Terni per 350 mila (già stanziati in precedenza per l’area esterna all’edificio). Il Briccialdi ha invece cofinanziato per 50 mila euro per le prime fasi di progettazione in vista della domanda. Il totale dei cofinanziamenti è quindi di 1 milione 200 mila euro che sottratti al costo complessivo del progetto comportano uno stanziamento ministeriale di 5 milioni 240 mila euro».

Il cronoprogramma

Con queste basi, è stata inviata al Mur la domanda, corredata dal progetto e dalle tavole e documenti relativi. Per verificare se tutto questo si realizzerà occorre attendere l’esito della valutazione da parte della commissione ministeriale preposta. Presumibilmente, questo esito non sarà noto se non nei primi mesi del 2024. Dopodiché, in caso di esito positivo, ci sarà da procedere alla stesura del progetto esecutivo; all’individuazione della stazione unica di appalto; all’espletamento di tutte le procedure di gara per l’affidamento dei lavori che, da bando, devono essere espletati entro 2 anni. Trasferire in quel sito il campus del Conservatorio – conclude la presidente Pellegrini – significherebbe restituire alla città quello spazio ripopolato: un bene pubblico attualmente improduttivo diventerebbe in diversi modi un motore di sviluppo e di riqualificazione. Ho sempre detto che se cresce il Briccialdi cresce Terni: siamo sempre stati determinati a essere non una nicchia auto-referenziale, ma una presenza dinamica, che tenga presente la città, per la quale siamo consapevoli di poter essere motore di sviluppo. Ho sempre detto, e davvero fin dall’inizio della mia presidenza, che occorre volare alto con i piedi per terra: con questo progetto, appena statalizzati, vorremmo dare corpo a quella linea e mantenere quegli impegni presi con la città, sempre nel bene primario dei nostri allievi».

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