Il passato di Bianconi, il futuro di Fora, il M5S: ecco i nodi di Verini

Il commissario regionale Dem in conferenza prova a spiegare la virata su Bianconi («Non è una seconda scelta») e auspica che Fora non molli («Ho fiducia»). Intanto c’è uno scontro Sereni-Proietti

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di P.C.

Se pensavate che la scelta di Vincenzo Bianconi – ormai definitiva a tre giorni dalla scadenza per la presentazione delle liste – fosse la pietra tombale sui movimenti tellurici interni alla galassia di centrosinistra vi sbagliavate. Nel giro di poche ore, sul tavolo di Verini – che è stato lo stratega dell’accordo umbro, referente a Perugia delle manovre giallorosse romane – sono piombati due o tre temi non certo di poco conto: il passato di Bianconi, che non ha fatto mistero di aver appoggiato il centrodestra in recentissime consultazioni elettorali; il futuro di Fora, che ora è rimasto col cerino in mano e rischia di dar fuoco ai manifesti già affissi; i mal di pancia dei Cinque Stelle sui nomi del Pd in lista; infine l’uscita di Stefania Proietti, che lamenta addirittura discriminazioni sessiste nella (mancata) scelta di una donna (lei, ma anche la Di Maolo, evidentemente) come candidato presidente e che per questo si è presa i rimbrotti di Marina Sereni. Ma andiamo con ordine…

Bianconi, il civismo e la libertà di manovra

Nella conferenza stampa, Verini ha assicurato che Vincenzo Bianconi non era una seconda (o terza, o quarta o quinta) scelta, ma era ‘nella rosa’: «Avevamo sondato la disponibilità di una decina di personalità della società civile, in Umbria; ma contemporaneamente». Una dichiarazione che di fatto smentisce la narrazione fin qui propinata di una candidatura maturata nel mondo civico. Verini dice infatti ‘avevamo’ non ‘avevano’. In ogni caso, all’albergatore nursino sarà dieta piena libertà di manovra e «se eletto potrà scegliersi la squadra». Il commissario è sicuro che alla fine tutte le forze politiche e civiche dell’area di centrosinistra si riuniranno sotto lo stesso ombrello. E poco conta se Bianconi avesse appoggiato più o meno apertamente il centro destra in recenti elezioni (ad esempio Alemanno alle amministrative di Norcia, ma non solo), come egli stesso ha ammesso pubblicamente. Così non fa nemmeno più di tanto effetto il comunicato del forzista Alemanno (che in teoria dovrebbe supportare Tesei) che esprime felicitazioni («come uomo delle istituzioni») per la candidatura del suo concittadino Bianconi, «che consentirà a Norcia di essere per la prima volta rappresentata in consiglio regionale».

 In attesa di Fora

 Ora il problema è Fora. Non tanto per ciò che potrà fare o non fare, ma perché è effettivamente imbarazzante aver mandato avanti un ‘colonnello’ per combattere il ‘capitano’ e all’improvviso averlo lasciato. I suoi manifesti sono già affissi e fanno quasi tenerezza quando ci si passa davanti. Bianconi però assicura che non lo lascerà a piedi: quello con Fora è uno dei primi incontri in programma. «I due si sono già sentiti», assicura Verini in conferenza, auspicando che alla fine l’ex candidato di coalizione possa rientrare nel gruppo dei civici (magari come capolista o addirittura in ticket; chissà): «È una decisione che deve prendere lui – ha detto ma io ho fiducia e ho fondati motivi perché questo auspicio diventi realtà»

 Intanto Fora su Facebook…

 

Sabato ufficiale la lista (e la Ciprini prepara il Maalox)

«Quella del Pd – assicura Verini – sarà una lista con personalità di esperienza, un forte radicamento nei territori, che saranno tutti rappresentati, un forte rinnovamento generazionale, aperta a nomi non direttamente ascrivibili alla militanza di partito e tante donne. Una lista che guarda alla storia, al presente e al futuro. Ma in dosi che guardano molto al futuro». Ironie dagli irriducibili grillini che, dopo aver passato cinque anni a fare la guerra al Pd ora si ritrovano con loro spalla a spalla a supporto dello stesso candidato (è la politica, bellezza!): al Corriere dell’Umbria la parlamentare Ciprini dice che preparerà il Maalox per digerire i nomi Dem. Ma Verini replica: «Noi non abbiamo impresentabili».

Proietti: «Esclusa per sessismo»

Va in scena sulle colonne de ‘Il Fatto Quotidiano’ l’ultimo scontro interno al centrosinistra umbro. Stefania Proietti non ha preso benissimo esclusione: «Sarebbe stato bello essere la Giovanna d’ Arco contro Salvini ma la mia città è più importante. Il Pd con me non si è comportato bene: Zingaretti non si è mai fatto né vedere né sentire mentre il veto su di me l’ho appreso dalle dichiarazioni del commissario Walter Verini ai giornali. Non proprio un grande stile. I motivi per cui non mi sostenevano, poi, erano abbastanza assurdi. Non candidare una donna perché ‘inferiore’ a un uomo è una motivazione sessista che si commenta da sola. Il punto è che sono stata sempre troppo libera».

Sereni: «Macché, non era adatta a unire»

Una ricostruzione che non convince Marina Sereni: «Non mi sembra proprio questo il tema visto che sono state prese in considerazione con la stessa serietà sia candidature femminili che maschili. In realtà con la Proietti non si sarebbe costruita l’unità ampia necessaria. E poi il Pd ha chiesto a tutti i sindaci di centrosinistra di mantenere l’ impegno e completare il loro mandato. Questo criterio non poteva essere superato, peraltro dopo una discussione di mesi nei vari mondi civici alla quale la stessa Proietti ha partecipato direttamente senza mai manifestare la volontà di essere lei a correre».

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