Imprese ‘in deroga’ a Terni: si decide a breve

Sindacati e prefetto hanno fatto il punto. Tre istanze per tornare operativi oltre il Dpcm. Al momento 359 imprese sono operative

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Videoconferenza, mercoledì mettina, fra il prefetto di Terni Dario Emilio Sensi e i sindacati confederali – Cgil (Claudio Cipolla), Cisl (Riccardo Marcelli) e Uil (Gino Venturi) – per aggiornare la situazione territoriale e conoscere il numero delle aziende che hanno fatto richiesta per poter proseguire le proprie attività lavorative. Dall’incontro è emerso che le aziende che hanno chiesto al prefetto di poter lavorare in deroga al decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, in quanto strategiche o a ciclo continuo, sono tre: Ast, Fucine Umbre, Garofoli Spa. Ma istanze in tal senso, anche relative a parti di attività, sarebbero giunte anche da altre realtà. Le decisioni sono attese a breve.

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359 aziende operative nel ternano

Le aziende che hanno comunicato al prefetto la prosecuzione delle attività in quanto collegate a servizi essenziali sono invece 359. «L’insieme delle richieste – spiegano Cgil, Cisl, e Uil – viene analizzato quotidianamente dalla prefettura insieme a Camera di commercio e Guardia di finanza, per verificarne la reale corrispondenza e il collegamento a servizi essenziali. Dall’azione svolta si è potuto verificare che la maggioranza delle richieste è congrua alle attività svolte e soprattutto legata alle filiere dell’agroalimentare, del commercio e dei trasporti. Laddove è stata registrata un’incongruità ci è stato comunicato che si è proceduto allo stop delle attività lavorative stesse».

«Non abbassare la guardia. Estendere i tamponi»

«Come organizzazioni sindacali – affermano Cipolla, Marcelli e Venturi -, ritenendo importante l’azione di coordinamento e verifica fin qui svolta ai fini del contenimento del contagio, abbiamo ribadito la necessità di non abbassare la guardia rispetto a fenomeni che potrebbero verificarsi in questi giorni anche in ragione dell’andamento dei contagi. Inoltre, abbiamo ribadito la necessità di monitorare in modo più stringente le attività nei settori essenziali al fine di tutelare al massimo i lavoratori coinvolti, con particolare attenzione a chi consegna a domicilio, ai punti vendita, agli sportelli bancari e postali, alla sanità tutta, comprese le case di cura e chi vi opera, senza dimenticare farmacisti e operatori della raccolta rifiuti. Sarebbe opportuno soprattutto sottoporre i lavoratori di quest’ultime categorie al tampone. Riteniamo questo incontro utile ad approfondire criticità ancora presenti e soprattutto propedeutico ad un aggiornamento anche a fronte di eventuali e nuove disposizioni ministeriali nella consapevolezza che oggi più che mai serve un alto senso di responsabilità di tutti».

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