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Home » Inceneritore a Terni: «Non si può fermare»

Inceneritore a Terni: «Non si può fermare»

di Fabio Toni
21 Marzo 2017
in Ambiente e salute, Apertura 5, Attualità, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Terni Biomassa

Terni Biomassa

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Seconda tranche di lavori – dopo quella di venerdì scorso a Terni – per la 2° commissione consiliare presieduta da Eros Brega, con i riflettori accesi sulla situazione ambientale di Terni e in particolare l’impatto e le autorizzazioni per l’inceneritore ‘Terni Biomassa’, finito al centro di un’indagine dei carabinieri del Noe di Perugia.

Fernanda Cecchini

«Nessuno stop all’iter» Durante la seduta sono stati ascoltati l’assessore regionale all’ambiente Fernanda Cecchini e i funzionari del servizio autorizzazioni ambientali della Regione, Emanuele Smacchi e Andrea Monsignori. L’assessore ha spiegato che «la giunta regionale non può interrompere il procedimento amministrativo di rinnovo dell’autorizzazione a ‘Terni Biomassa’ senza dati sanitari che giustifichino tale decisione. Inoltre il blocco del procedimento – ha spiegato Fernanda Cecchini – non porterebbe alla chiusura del termovalorizzatore: l’impianto infatti dispone già di una autorizzazione, che scadrà nel 2019, e prevede livelli emissivi più alti e minori controlli rispetto a quella nuova». Il Comune di Narni, infine, «non è stato coinvolto nella conferenza dei servizi in quanto non avrebbe inviato osservazioni scritte, unica forma di partecipazione prevista dalle norme per i comuni limitrofi».

Imolo Fiaschini

‘Palla’ alla Usl L’assessore e i tecnici hanno inoltre spiegato che la delibera di giunta recentemente approvata ritiene necessario «uno studio approfondito della Usl Umbria 2 sulle correlazioni tra rischio sanitario specifico e fonti prevalenti di emissioni a Terni e nella conca ternana». Da qui la necessità, entro 90 giorni, di un primo approfondimento sul rischio sanitario specifico relativo agli impianti di co-incenerimento presenti sul territorio e l’auspicio di «pareri univoci e concludenti da parte della Usl». La copertura finanziaria dello studio è stata assicurata dall’esecutivo di palazzo Donini.

L’aggiornamento Al termine dell’incontro il presidente della 2° commissione, Eros Brega, ha annunciato che nella prossima seduta del 27 marzo «verrà predisposto un testo, auspicabilmente condiviso, da portare in aula il giorno successivo». La commissione ha infine deciso il rinvio in giunta della ‘Strategia energetico ambientale 2014/2020’ per «un aggiornamento anche rispetto agli emendamenti presentati, in ragione del tempo ormai trascorso dalla sua stesura».

Commissione consiliare regionale «Lunedì, – dice Raffaele Nevi, presidente del gruppo Forza Italia – durante la seduta della seconda commissione consiliare regionale ‘ambiente’, forse per la prima volta c’è stata una presa di coscienza diffusa del fatto che per i problemi dell’ambiente e della salute della conca ternana occorre fare uno sforzo collettivo, come Forza Italia va dicendo da almeno 5 anni, per studiare nel profondo questa delicata situazione. Il presidente Brega si è preso la responsabilità di fare una proposta a partire dalle mozioni presentate dal sottoscritto, dall’intero centrodestra e dai 5 stelle, per arrivare auspicabilmente ad una risoluzione unitaria dell’Assemblea legislativa dopo anni di ritardi e continui scaricabarile tra Regione e Comune. Ciò è necessario per avere un quadro chiaro e definitivo di quella che è la situazione dell’ambiente, ma soprattutto della salute dei cittadini ternani, evitando il negazionismo e il catastrofismo. Solo con la serietà dell’analisi e delle successive iniziative da mettere in atto, si acquisirà la credibilità che le istituzioni finora non hanno meritato su questo tema».

Il movimento 5 Stelle «Sulla vicenda degli inceneritori della Conca – dice Andrea Liberati -, la Regione Umbria, per bocca dell’assessore Fernanda Cecchini, oggi riconvocata in Commissione Ambiente, ha sostenuto che “c’è bisogno di uno studio approfondito”. E pertanto chiede all’Asl di avviare – tra altro – un monitoraggio del rischio sanitario specifico cagionato dagli impianti di incenerimento, producendo pareri univoci entro tre mesi. Premesso che, a nostro avviso, esiste già una notevole mole di dati al riguardo, prodotta da Istituto Superiore Sanità e Asl medesima, sarebbe cosa buona e giusta se la Regione si esprimesse con altrettanta chiarezza sul sindaco Leopoldo Di Girolamo, avendo questi rilasciato un parere che, non essendo conforme a normativa alcuna, equivale a mera opinione». Nella seduta di lunedì, l’assessore regionale Cecchini, a specifica domanda, ha poi risposto: “Ignoro se si possa interrompere il procedimento. Occorre verificare con l’ufficio legislativo”. E ha poi affermato: “Vogliamo andare a vedere le carte. Ho chiesto agli uffici di verificare se esista un pertugio”».

Le carte «Anche il Movimento 5 Stelle – continua – vuole vedere le carte, cercando di capire se, nella perdurante assenza di Catiuscia Marini, cronicamente afona sull’argomento, almeno l’assessore faccia sul serio oppure se siamo di fronte all’assunzione di impegni pubblici privi di riscontro: sebbene già accaduto in passato, sarebbe ben strano se, pure oggi, con la mobilitazione e la sensibilità ormai largamente acquisite, si accordasse prima l’autorizzazione a incenerire e, soltanto dopo, si attivassero le indagini sanitarie richieste. Va infine precisato che, mentre l’odierna autorizzazione per ‘Terni Biomasse’ cessa domani, cioè nel 2019, l’eventuale A.I.A. della Regione scadrebbe non prima del 2027-2028 e di 10 anni in 10 anni, con tutte le conseguenze del caso per la Conca dei veleni. Siamo certi che nessuno intenda giungere a tanto: le persone di buona volontà sono ormai un vero e proprio esercito del bene, pronto a recepire solo progetti utili e fecondi per comunità a lungo maltrattate».

 

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