Italia, 20 marzo: 4.670 positivi, 627 deceduti

I dati della Protezione civile divulgati nella consueta conferenza stampa

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Nella consueta conferenza stampa, venerdì 20 marzo la Protezione civile – attraverso il suo capo Angelo Borrelli – ha divulgato i dati quotidiani relativi all’emergenza Covid-19: 689 guariti per un totale di 5.129 persone. I nuovi positivi sono 4.670 per un totale di 37.860. Di questi, 19.185 pazienti sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi e 2.655 le persone in terapia intensiva (7% dei positivi). Il 20 marzo si sono registrati purtroppo 627 decessi con il coronavirus, non necessariamente ‘per’ il coronavirus. «Non abbiamo avuto problemi di ricoveri negli ospedali – ha spiegato Borrelli -. Chi sta a casa, non necessita di un ricovero ospedaliero. Voglio chiarirlo perché la soluzione, in caso di necessità, la soluzione si trova anche su regioni diverse da quella di residenza».

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

Mortalità e durata dell’epidemia

Il professor Roberto Bernabei, noto geriatra, ha rimarcato la presenza di patologie pregresse nella stragrande maggioranza del campione dei deceduti anziani analizzato. «Il virus in questi contesti trova un terreno più ‘fertile’. Non scordiamoci che noi siamo il paese più ‘anziano’ del mondo, con l’età media più alta insieme al Giappone. E l’età media dei contagiati è di 63 anni. Abbiamo meno del 10% di mortalità sotto i 60 anni, tutto il resto è dai 60 anni in su». Circa la durata dell’epidemia e delle misure restrittive, Bernabei ha detto che «è tutto possibile. Finché non avremo il picco della pandemia, non potremo stimarla con certezza. Dobbiamo attendere almeno due settimane, minimo, per fare un po’ di conti». Borrelli: «Non sapremo mai quando sarà il picco. Si parlava della settimana prossima o la successiva. Ma non c’è un dato scientifico, ci sono solo tendenze e valutazioni che devono poi trovare riscontri oggettivi».

TROPPI CONTAGI, IL GOVERNO CHIUDE I PARCHI

L’isolamento di chi sta ‘a casa’

Bernabei ha parlato poi di «livello ancora contenuto di casi nel centro sud. Dove c’erano numerosi ‘pazienti zero’, le cose hanno continuato ad esplodere. I soli 200 casi in più rispetto a ieri significano qualcosa? Lo capiremo nei prossimi giorni». Sugli asintomatici in quarantena nelle proprie abitazioni e l’ipotesi di quarantene in caserme o alberghi, Borrelli ha detto che «sono state date indicazioni a Regioni e Comuni, come per i senza fissa dimora o le persone che non possono essere adeguatamente isolate. Le realtà locali devono e possono intervenire per far sì che chi deve stare in quarantena, venga messo nella condizione di potersi isolare».

L’Italia e gli altri

Sul numero molto elevato di decessi rispetto ad altri paesi: «Se in Germania conteggiano come deceduto solo il 28enne con polmonite interstiziale – ha osservato Bernabei – e noi invece anche il 90enne con numerosi problemi, fra cui la polmonite interstiziale, questo è un aspetto che valuteremo ad emergenza finita. Ora impegniamoci e basta, poi ragioneremo più approfonditamente quando la situazione lo consentirà».

I focolai in Italia

Il governatore del Veneto, Zaia, si è detto preoccupato per l’espansione del virus a Verona. Nel Lazio è emerso il focolaio di Fondi. «L’idea che possano esserci ‘spot’ nei prossimi giorni non mi sconvolge – ha detto Bernabei – purché siano situazioni isolate e seguite da provvedimenti immediati. Il nodo centrale è vedere cosa accade a livello nazionale con il contenimento adottato: sono solo dieci giorni che le misure sono state attivate».

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