«Lavoro, ambiente e credito: le tre priorità»

Il segretario della Cgil di Terni chiede interventi decisi. Alla nuova giunta Marini: «Cosa intende fare?»

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di Attilio Romanelli
Segretario generale Cgil Terni

Sentiamo parlare di ripresa, di ripartenza, ma la nostra esperienza quotidiana, così come i dati più recenti sull’occupazione, ci descrivono una situazione purtroppo diversa. Non ci sono passi in avanti sul fronte del lavoro, molti settori produttivi non intravedono segnali di inversione del trend. È così per l’edilizia, per gran parte del settore chimico e di quello meccanico, mentre il settore agroalimentare vive una fase di fortissima tensione e il crollo dei consumi si ripercuote pesantemente su commercio e terziario.

A fronte di questa situazione crediamo sia davvero arrivato il momento di passare dalle parole, dalle analisi, pure necessarie e importanti, alla concretizzazione degli impegni. La Cgil ha da tempo proposto nel suo Piano del Lavoro una serie di azioni, attraverso la strumentazione nazionale e quella comunitaria, in grado di segnare una necessaria discontinuità con il presente, favorendo la creazione di nuove attività imprenditoriali.

Dalla neo eletta giunta regionale arrivano però segnali poco chiari e contrastanti. La presidente Marini ha sostanzialmente liquidato come superata la fase pre elettorale delle consultazioni e della concertazione. Restano i singoli tavoli delle vertenze aperte, ma non è in quella sede che si può costruire un progetto di rilancio dell’Umbria. Allora la domanda è: cosa intende fare la nuova giunta? Quali strumenti mettere in campo per risollevare il nostro sistema produttivo?

Come Cgil, ad esempio, guardiamo con interesse al lavoro che sta portando avanti Sviluppumbria, con la definizione di azioni di sostegno a favore delle aziende che fanno innovazione. Abbiamo apprezzato anche il recente protocollo sugli appalti – tema sul quale insistiamo da tempo – siglato dalle prefetture di Perugia e Terni con l’Anas, così come giudichiamo positivo il confronto aperto da alcune amministrazioni comunali sul fronte delle Smart Cities.

Ma, lo ribadiamo di nuovo, ora è il momento di passare dall’elaborazione alla messa in atto delle strategie di rilancio. Il nodo lavoro e sviluppo si intreccia in maniera indissolubile con la questione ambientale, in modo particolare per la provincia di Terni. Il nuovo rogo di Vascigliano ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica un problema che in realtà non è mai venuto meno. Ci sono emergenze che vanno aggredite immediatamente e, anche qui, la Cgil ha indicato da tempo possibili soluzioni sulla gestione del suolo, dell’acqua e del ciclo dei rifiuti. Sapendo che, tra l’altro, da questi ambiti possono scaturire nuove importanti opportunità occupazionali.

Infine, resta di grandissima attualità il tema del credito e del ruolo delle Fondazioni bancarie. Se in Lombardia le Fondazioni intervengono a sostegno dei processi di innovazione nella chimica verde, se a Torino la Fondazione San Paolo impiega risorse in favore dell’imprese giovani, crediamo che anche in Umbria queste istituzioni possano e debbano compiere un passo verso il lavoro. Che non significa destinare risorse a pioggia al sistema delle imprese, ma selezionare ambiti di intervento specifici con l’obiettivo di favorire l’attivazione di nuovi progetti credibili e affidabili.

Insomma, continuiamo a pensare che ci sia la possibilità di intervenire e che il nostro Piano del Lavoro possa costituire uno strumento, un insieme di idee, da mettere al servizio dell’Umbria. Con l’obiettivo, che reputiamo fondamentale, di ricostruire quel senso di comunità solidale che ha consentito a Terni di divenire uno dei più importanti poli industriali del centro Italia. Alla nuova giunta regionale ribadiamo la nostra disponibilità al confronto, ma un confronto finalizzato all’azione, perché il tempo per le discussioni è davvero finito.

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