Lavoro: «Cadute dall’alto, una strage»

Seminario a Terni per sensibilizzare i professionisti su un tema dai pesanti risvolti umani e sociali

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Nell’ambito degli infortuni sul lavoro in Umbria, il fenomeno delle cadute dall’alto presenta elementi di forte impatto umano e sociale. Basti pensare che il 48,9% degli episodi (in particolare la caduta da tetti e parti in altezza, ma anche da scale portatili e ponteggi) ha conseguenze purtroppo mortali.

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La piaga Una percentuale che cresce drammaticamente nel settore delle costruzioni, dove il 57,3% degli episodi ha conseguenze purtroppo irreparabili. A rimetterci sono soprattutto lavoratori dipendenti (57,7%), autonomi (20,3%) e a volte gli stessi titolari-soci (7,8%) delle ditte che svolgono gli interventi). In questo contesto esiste purtroppo anche una percentuale del 5,5% di lavoratori in nero che perdono la vita in seguito a una brutta caduta da un’impalcatura. In termini di età, le fasce più a rischio sono quelle che vanno dai 30 ai 59 anni, con la sottofascia 40-49 che rappresenta il 22,8% del totale dei decessi.

Le leggi Di questo e delle contromisure prese dalle istituzioni e dagli ordini professionali (ordini degli architetti e degli ingegneri ed i collegi dei periti industriali e dei geometri della provincia di Terni) per limitare le cadute dall’alto in ambito lavorativo, si è parlato nel seminario che si è tenuto venerdì mattina nell’aula magna dell’istituto alberghiero di Terni. Un incontro che è servito a informare e formare gli operatori del settore sul regolamento regionale ‘Norme in materia di prevenzione delle cadute dall’alto per lo svolgimento delle attività nell’ambito dell’edilizia’ promulgato lo scorso dicembre. Al seminario, in rappresenta della Regione, è intervenuto anche l’assessore Stefano Vinti.

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