Libro-omaggio a Carlo Liviantoni: «Rigore e metodo ancora attuali»

Terni – Presentato in sala consiliare il volume curato dal figlio Marco e basato sui contributi di amici e colleghi. L’idea di un progetto politico sullo sfondo

Condividi questo articolo su

‘Carlo Liviantoni – Cinquant’anni di politica tra passione e istituzioni’. Questo il titolo del libro (Morlacchi Editore) presentato nei giorni scorsi a palazzo Spada e curato da Marco Liviantoni, uno dei due figli del politico – fra i più influenti del panorama umbro degli ultimi decenni – scomparso nell’agosto del 2021.

I contributi

Il libro, presentato nella sala consiliare del Comune di Terni, ha visto i contributi di colleghi e amici dell’ex assessore regionale e presidente dell’assemblea legislativa dell’Umbria. Come Gianpiero Bocci, Bruno Bracalente, Pierluigi Castellani, Franco Giustinelli, Maria Rita Lorenzetti, Renata Micheli, Paolo Raffaelli, Ernesta Maria Ranieri, Mario Roych, Mario Tosti. Alla presentazione, oltre a diversi di loro ed anche amici e colleghi di Carlo Liviantoni, sono intervenuti anche il sindaco Leonardo Latini e l’ex parlamentare del Pd Nicodemo Oliverio.

Il senso delle istituzioni

«Quella di mio padre – ha detto Marco Liviantoni durante la presentazione – è stata un’esistenza interamente dedicata alla politica che è stata la sua prima ragione di vita, animata da una passione sconfinata. Le istituzioni erano il suo orgoglio e proprio questo senso delle istituzioni emerge dai contributi di tutti gli amici che hanno partecipato alla stesura del libro, iniziata nel febbraio del 2022. Per Carlo l’istituzione veniva prima della politica ed è un valore che ha trasmesso a tutti noi».

Rigore morale

A margine, Marco Liviantoni spiega un po’ la genesi della pubblicazione: «Più volte ho spronato mio padre a scrivere una sua biografia politica ma ogni volta si tirava indietro. Poi di tempo non ce n’è stato più ma con il passare dei mesi, gli amici mi hanno stimolato a prendere l’iniziativa, credendo tutti che quella storia politica rappresentasse un patrimonio da conservare. Il libro va a raccogliere una piccola ma significativa parte di un ampio ragionamento politico, interrottosi bruscamente, e descrive una sensibilità politica ed istituzionale che – nel lavoro di compilazione dell’opera – ho riscontrato aver plasmato anche la mia personale concezione della politica. Tra i tratti distintivi ricordo di lui l’aver interpretato il ‘centro’ non tanto come luogo della geografia partitica, quanto come categoria politica del governo della cosa pubblica, dove la mediazione tra le diverse e legittime istanze è possibile e doverosa. Nel corso del lavoro di ricerca ho ritrovato il rigore morale e l’alto senso delle istituzioni. Ho ritrovato il coraggio di confrontarsi con le scelte che riteneva giuste, anche se impopolari, e la dignità di accettarne anche le possibili conseguenze negative in termini di consenso personale. Elementi, questi, che credo abbiano arricchito tutti coloro che hanno avuto la possibilità di lavorare e collaborare con lui».

La lettura dell’oggi

«La mia impressione – osserva Marco Liviantoni – è che la politica degli ultimi anni abbia faticato a elaborare risposte e proposte politiche a tematiche molto complesse, probabilmente più complesse di quelle con cui si sono confrontate precedenti generazioni (beninteso, non meno sfidanti), quando linee piuttosto definite di appartenenza indirizzavano le grandi scelte. Questa complessità della politica è figlia della complessità dei nostri tempi. Un confronto tra le forze politiche che più volte si è spostato su un terreno dialettico più adatto alle strategie del centrodestra piuttosto che restare saldamente ancorato a un terreno di analisi e proposta politica, terreno naturale per forze con un retroterra culturale di governo. L’evoluzione dei tempi impone a chi abbia ambizioni di governo, a tutti i livelli, un aggiornamento rispetto alle modalità di analisi e sintesi, e infine di comunicazione con l’elettorato: strumenti, forma e contenuti. Questioni complesse non possono che avere soluzioni complesse che richiedono ‘visione’. Ecco, se penso alla Terni di oggi, sento mancare qualcosa nella proposta politica di medio e lungo termine. Vorrei sentire di piani per il futuro che disegnino una città di opportunità dove, ad esempio, le nuove generazioni possano allontanarsi per fare esperienze altrove, ma poi trovino un terreno per tornare qui per stabilire le proprie radici, se questo fosse il desiderio. Altrimenti la prospettiva è una comunità in declino economico, demografico, e culturale. La dimensione di Terni può e dovrebbe essere non solo umbra e nazionale, ma europea, fatta di connessioni e relazioni su una scala più ampia di quella attuale. Gli slogan sembrano avere il potere di risolvere tutto ma, evidentemente, non è così».

Un progetto?

L’iniziativa ha rivisto insieme, gomito a gomito, alcune fra le figure più influenti della politica umbra degli ultimi anni. Una ‘reunion’ che – chissà – potrebbe anche rappresentare una scintilla in un contesto sociale e soprattutto politico – quello del centrosinistra – che presenta ancora diverse ombre e non molte luci. Un progetto che potrebbe partire dalla tradizione che lo stesso Carlo Liviantoni ha incarnato, quella del cattolicesimo democratico, abbinata ad un modo e stile politico che va riletto alla luce delle sfide contemporanee. Un’iniziativa che guardi tanto ad un elettorato disorientato dagli slogan che puntano alla ‘pancia’ dei cittadini e molto meno ai contenuti, quanto alla necessità di una rappresentanza credibile e autorevole. L’idea probabilmente c’è e sarà il tempo a dire se e quanto sia concreta.


LE FOTO

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli