di Giovanni Cardarello
La BT, Blutongue, l’epidemia di Lingua Blu rilevata negli allevamenti della Valnerina e dello Spoletino, sale di livello. O quanto meno, vista la diffusione dei focolai, sale di livello tanto nelle preoccupazioni quanto nell’agenda della politica umbra.
La riprova arriva del fatto che martedì 24 giugno, su iniziativa dell’assessore regionale alle politiche agricole Simona Meloni, si è svolto un incontro operativo con gli uffici regionali, i rappresentanti delle associazioni di categoria del comparto zootecnico e agricolo, i servizi veterinari delle Usl Umbria 1 e 2, l’Istituto zooprofilattico Umbria-Marche e alcuni sindaci del territorio. L’incontro è servito a condividere le valutazioni tecnico-sanitarie e a definire – dopo gli annunci dei giorni scorsi – un primo quadro di azioni da attivare, sul fronte sia della prevenzione sia del supporto concreto alle aziende colpite.
Durante l’incontro è stato ribadito che la Bluetongue non è pericolosa per l’uomo né per la sicurezza alimentare, ma può avere conseguenze gravi per la salute animale e la continuità delle produzioni. Fondamentale quindi il ruolo attivo delle imprese, in collaborazione con i servizi veterinari, nell’adottare misure di prevenzione, segnalare i sintomi e contribuire alla raccolta di dati per il monitoraggio epidemiologico. A tal proposito la Regione Umbria ha incaricato i propri servizi tecnici di elaborare un quadro aggiornato delle segnalazioni e dei fabbisogni emersi, in sinergia con l’Istituto zooprofilattico e le Usl, per orientare le prossime azioni.
Gli uffici stanno inoltre valutando azioni straordinarie di sostegno, da integrare nel pacchetto di misure a favore del comparto. Entro 48 ore, poi, arriverà da parte della Regione una nota – già condivisa in un clima di grande collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti – che riguarderà la gestione dello smaltimento delle carcasse, la prevenzione, l’uso dei vaccini in considerazione dei sierotipi e il monitoraggio stretto perché entro dieci giorni è previsto un nuovo aggiornamento. Un ruolo preminente è riservato al Servizio regionale Prevenzione e sanità veterinaria i cui rappresentanti hanno ribadito la necessità di vaccinazione tempestiva e volontaria dei capi ovini contro il sierotipo virale rilevato, oltre a una serie di misure preventive come l’uso di ectoparassiticidi, il confinamento notturno degli animali e l’eliminazione dei ristagni d’acqua negli allevamenti.
«Conosco bene la sofferenza che attraversa oggi il mondo zootecnico umbro», ha detto l’assessore Simona Meloni nel contesto dell’incontro. Non si tratta solo di una perdita economica, ma anche di un colpo affettivo per chi ogni giorno lavora con dedizione in stalla. E oggi più che mai, in un settore già fragile come quello ovino, serve una risposta concreta. Quella che si sta vivendo è un’emergenza sociale oltre che economica perché molto spesso queste attività zootecniche rappresentano un presidio territoriale fondamentale per le aree rurali e interne dell’Umbria che dobbiamo tutelare».
L’assessore Meloni ha annunciato che, accanto alle misure previste dalla legge regionale, porterà in sede di commissione politiche agricole, la richiesta di istituire un fondo di riserva nazionale per emergenze sanitarie zootecniche, a supporto delle Regioni e delle imprese agricole. Da segnalare, infine, che mercoledì sarà possibile monitorare l’andamento della situazione attraverso il bollettino epidemiologico della Regione Umbria appositamente esposto in una pagina web dedicata.