di Francesca Torricelli
La sala conferenze del corso di laurea in medicina e chirurgia del Polo scientifico e didattico di Terni ha accolto, in un clima di ascolto e partecipazione, l’incontro dal titolo ‘L’Università nel territorio di Terni e Narni’. Una mattinata scandita da riflessioni, proposte e visioni future, che ha messo a confronto diretto i candidati alla carica di rettore dell’università degli Studi di Perugia.
A fare gli onori di casa è stato Stefano Brancorsini, direttore del Polo scientifico e didattico di Terni, che ha aperto l’incontro con uno sguardo retrospettivo sui sei anni di lavoro: «È la prima volta che viene svolto un incontro di questo tipo. Riteniamo possa essere un momento molto importante per condividere idee che possano rappresentare l’ipotetico futuro del nostro Polo», ha detto. Poi, ha offerto una panoramica delle sedi presenti nel territorio: da Narni con il corso in scienze dell’investigazione, fino a Pentima con le ingegnerie, passando per i corsi sanitari e aziendali di Terni città. «All’inizio c’era chi si chiedeva se esistesse davvero un’università a Terni. Oggi, grazie all’orientamento fatto nelle scuole, ai ragazzi portati nei laboratori, c’è maggiore consapevolezza», ha eidenziato con orgoglio. Ma non è mancato un richiamo alle criticità: «Abbiamo problemi strutturali, sedi non nostre o in comodato d’uso. La manutenzione è complicata. Terni è ancora un territorio da ‘conquistare’, ma ha potenzialità enormi».
Poi, uno dopo l’altro, i candidati rettori hanno presentato la loro visione, in un incontro moderato dal professor Luca Castelli del dipartimento di economia di Terni. Il primo a prendere la parola è stato Luca Gammaitoni, che ha subito puntato l’attenzione sul ruolo dell’università nel rispondere ai bisogni del territorio: «Per capire dove l’università fallisce, dobbiamo capire cosa può fare. L’università deve fare ricerca, trasmetterla agli studenti e al territorio», ha detto. «Il Polo di Terni può diventare un polo d’innovazione per rivitalizzare anche l’area del polo chimico. Deve essere numericamente più robusto. E soprattutto: vogliamo un’università indipendente dalla politica, amica dell’industria ma non succube».
Ha seguito Massimiliano Marianelli, che ha messo al centro del suo intervento il clima interno all’ateneo e il protagonismo degli studenti: «Il mio primo impegno sarà ricreare un clima di lavoro sereno e partecipato. L’università deve essere pubblica e accessibile. E a Terni serve un dipartimento, con una sua visione, simbolo dell’importanza del territorio», ha proposto.
Per Daniele Porena, il nodo principale è quello delle strutture e dei servizi, ma anche della popolazione studentesca: «Terni merita una dimensione universitaria sempre più articolata. A Pentima servono riqualificazioni urgenti. I servizi arrivano dove ci sono gli studenti, quindi dobbiamo rendere il Polo attrattivo», ha dichiarato. E non ha nascosto le difficoltà: «Abbiamo solo 13 unità a medicina, non copriamo tutte le responsabilità. Dobbiamo rafforzare gli organici. Basta chiacchiere, servono investimenti».
Paolo Carbone ha parlato senza mezzi termini del degrado di alcune strutture, a cominciare da Pentima: «È urgente che il rettore si attivi per trovare una soluzione. L’edificio è deserto, diroccato. Bello il progetto, ma quando sarà realizzato? Serve anche una strategia per le sedi e deve partire dai docenti e dalla città». Ha poi concluso: «Il sito web va rinnovato, deve essere attrattivo. E Terni deve caratterizzarsi con un proprio tema forte, unico rispetto alle altre sedi».
È stato poi il momento di Marcello Signorelli, che ha sottolineato l’importanza della concretezza: «Trasformare le buone intenzioni in azioni. Non bastano idee, serve realizzazione. A Pentima ci sono professori di altissima qualità, ma mancano infrastrutture e attrattività. Comunichiamo poco anche le nostre eccellenze». Ha insistito sul ruolo della comunicazione: «I poli devono far sapere cosa sanno fare. Dobbiamo emergere per le nostre innovazioni, non solo nei concorsi».
A margine dell’incontro è poi intervenuto il sindaco di Terni e presidente della Provincia, Stefano Bandecchi: «Abbiamo chiesto più volte all’università di Perugia di essere realmente a Terni. Non vogliamo essere una succursale. Vogliamo corsi che nascano qui e solo qui. È il momento di dare a Terni la giusta importanza. Questa città può essere anche città universitaria». E ha aggiunto: «Terni non è solo acciaio, ma cultura, innovazione, futuro. E noi siamo pronti a dialogare con l’università per rilanciarla insieme».