Marche-Umbria, emergenze: in arrivo il numero unico 112

La centrale unica servirà un’utenza di 2 milioni e 400 mila abitanti: attivazione il 9 dicembre ed il 9 gennaio

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di A.T.

Si è tenuta nel pomeriggio di venerdì la video conferenza congiunta delle Regioni Umbria e Marche per presentare l’attivazione del 112, il numero di emergenza europeo. Collegati da Ancona, l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini e il prefetto Antonio D’Acunto mentre il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, è stato impossibilitato a partecipare. Analogamente, dalla sala Giunta di Palazzo Donini, sono intervenuti il presidente dell’Umbria, Donatella Tesei, l’assessore alla Sanità, Luca Coletto e il prefetto di Perugia, Armando Gradone.

L’attivazione

«Questa centrale unica del 112 andrà a servire un’utenza di 2 milioni e 400 mila abitanti tra Marche e Umbria – ha esordito la Tesei – l’attivazione avverrà rispettivamente il 9 dicembre il 9 gennaio. Saranno assicurate le attività della centrale 112 attraverso l’impiego di 44 operatori che risponderanno h 24 per 365 giorni l’anno. Io credo che sia un risultato veramente straordinario». Questo numero di emergenza consentirà di raggruppare verso un’unica centrale le chiamate che giungono per poi reindirizzarle, a seconda della necessità, alle centrali dei carabinieri, vigili del fuoco, polizia o emergenza sanitaria. Tutte quelle che invece non coinvolgono direttamente questi organi troveranno aiuto e risposta tramite gli operatori stessi del 112. «La centrale potrà ricevere fino a 4500 chiamate al giorno e di queste una media del 40-60% potranno essere quelle della centrale unica di risposta – ha detto Maurizio Ferretti, direttore del Centro funzionale multirischi della Regione Marche- uno dei lavori, infatti, sarà quello di filtraggio, farsi carico di indirizzare tutte quelle chiamate non urgenti verso altri enti che hanno funzioni ben diverse da quelle d’emergenza. La centrale, inoltre, è calibrata per far fronte ad un eventuale emergenza Toscana. È un lavoro enorme dal punto di vista del significato che avrà per l’Italia: un progetto che per la prima volta coinvolge tre regioni, due delle quali in modo centrale».

L’integrazione

Ad intervenire anche gli assessori alla Sanità di entrambe le Regioni. «Queste due piccole regioni sono in realtà grandi per il tipo di interventi messi in campo, come questo – ha commentato l’assessore alla Sanità delle Marche, Filippo Saltamartini – il nuovo numero consente non solo di individuare le persone che chiamano ma anche garantire il sostegno alle categorie fragili». Un passo in avanti verso una sempre più capillare collaborazione e cooperazione tra ‘vicini di casa’ che, anche in un periodo d’emergenza come quello attuale, hanno trovato sostegno e aiuto reciproci: «Questa è un’integrazione che stiamo collaudando da anni in sanità, se non si appoggia su una rete non riesce a dare al territorio le cure necessarie. Un grazie va anche al controllo superiore della prefettura che ci coordina da sempre in tutti gli ambiti e a tutti coloro che hanno progettato e attivato il numero d’emergenza».

La soddisfazione

Un’idea, quella di un numero emergenziale unico in Europa, nel cassetto dal 1991, come ha ricordato il prefetto di Perugia, Armando Gradone: «In quell’anno mi trovavo presso il Dipartimento di pubblica sicurezza nell’ufficio coordinamento forze di polizia e il Consiglio europeo iniziò ad indicare la strada verso un numero unico. Da allora, vedere questa realizzazione non può che essere motivo di grande soddisfazione. Questa esperienza sottolinea la capacità di cooperazione che queste due regioni hanno saputo mettere in campo e la cooperazione è fondamentale per portare a realizzazione il progetto. Un progetto importante per tre diverse ragioni: prima di tutto perché nasce dall’esigenza di concorrere al processo di integrazione europea e credo che concorrerà ad alimentare questo spirito che deve crescere ulteriormente anche sotto il profilo culturale, psicologico e morale. È poi importante sotto l’aspetto tecnologico: l’impegno per la realizzazione del 112 ha reso necessario da parte di tutte le componenti un notevole sforzo di ammodernamento tecnologico e armonizzazione delle condotte operative nelle singole centrali. Infine, e qui torno al 1991, l’idea di introdurre un numero unico europeo creò molto scandalo perché ognuno voleva mantenere il proprio modello di gestione delle chiamate di emergenza. Questo progetto supera quelle tensioni che si registrarono all’epoca e fa sì che, nonostante le singole identità degli organi, si cooperi per una comune sensibilità». Orgoglio e soddisfazione manifestati anche dal prefetto di Ancona, Antonio D’Acunto:« Dal punto di vista della Regione Marche, provvederò affinchè anche gli altri quattro prefetti entrino nel sistema di questo nuovo progetto. È chiaro che, nel momento stesso in cui affermiamo la nostra soddisfazione, dobbiamo far sì che il numero di emergenza unico per tutta l’Europa venga realizzato nel miglior modo possibile. Nel frattempo, però, questo primo passo non può che essere motivo d’orgoglio per tutti noi». Un ringraziamento corale è andato anche a tutti i tecnici che hanno contribuito alla realizzazione della linea telefonica emergenziale e ai 44 operatori che, a partire dai prossimi mesi, si metteranno a lavoro per garantirne la sua funzionalità.

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