Giornata di sciopero per i metalmeccanici dell’Umbria, che lunedì hanno incrociato le braccia dopo la rottura della trattativa con Federmeccanica e Assistal per il rinnovo del contratto nazionale del lavoro. L’adesione alla protesta proclamata da Fim, Fiom e Uilm dell’Umbria ha toccato nelle aziende metalmeccaniche umbre una media dell’80%. Ad Acciai Speciali Terni è stata toccata – hanno riferito fonti sindacali – una punta del 90% di adesione, con l’attività pressoché totalmente ferma, mentre in Forvia (ex Faurecia) l’adesione è stata dell’85%.
In occasione dello sciopero un presidio di protesta si è tenuto davanti alla sede regionale di Confindustria. «Respingiamo la provocazione che abbiamo ricevuto con la piattaforma alternativa presentataci da Federmeccanica – hanno detto i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm dell’Umbria – il nostro obiettivo è creare un lavoro di qualità, respingendo una piattaforma che ha generato il caos e che non dà risposte su salario, welfare integrativo, diritti, parità di genere, salute e sicurezza. Senza metalmeccanici in questo Paese non c’è futuro. Se non ci sarà una risposta seria, le organizzazioni sindacali continueranno a mobilitarsi per ottenere il contratto nazionale».
Secondo le segreterie territoriali di Perugia e Terni dei tre sindacati di categoria, «la proposta di Federmeccanica e Assistal prende solo i titoli della piattaforma di Fim, Fiom e Uilm smontando complessivamente la proposta delle organizzazioni sindacali votata dal 98%. Peggiora complessivamente tutte le condizioni. Non c’è alcuna disponibilità, per esempio, a normare l’utilizzo dei contratti precari attraverso il Contratto nazionale. Per l’orario di lavoro nessuna disponibilità a ridurre l’orario di lavoro e a regolamentare lo smart working, come nessuna disponibilità a riconoscere permessi per conciliare tempi di vita e di cure dei figli e dei genitori. Nella piattaforma poi – concludono – nessuna garanzia economica e occupazione per i lavoratori in caso di cambio di appalto».