Montecastrilli: Procura Generale contesta le assoluzioni per la gara del riscaldamento pubblico

Il procuratore Sottani ha impugnato le assoluzioni emerse lo scorso marzo in appello. In primo grado c’erano state le condanne

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La Procura Generale di Perugia, guidata da Sergio Sottani, ha impugnato in Cassazione la sentenza di assoluzione in appello – datata 15 marzo 2023, perchè ‘il fatto non sussiste’ – per la vicenda dell’appalto dei servizi di riscaldamento del Comune di Montecastrilli. Quattro gli imputati, fra cui un ex assessore comunale, accusati a vario titolo di turbativa d’asta e corruzione. In primo grado erano arrivate le condanne, poi ribaltate dalla Corte d’Appello di Perugia che ha assolto tutti. «Secondo la vicenda ricostruita dal tribunale di Terni – spiega la Procura Generale di Perugia in una nota – i quattro, in concorso tra loro e con mezzi fraudolenti, erano riusciti a far aggiudicare l’appalto dei servizi di riscaldamento del Comune di Montecastrilli alla società di cui due degli imputati erano rappresentanti. I fatti risalgono al 2014». Nel ricorso della Procura Generale viene censurato in particolare «l’apparato logico argomentativo che ha condotto la corte territoriale a ribaltare completamente la sentenza di condanna emessa dal tribunale ternano». Secondo il procuratore Sottani «la sentenza di assoluzione non terrebbe in alcun conto quanto emerso dall’istruttoria dibattimentale, in particolare le dichiarazioni dei testimoni e di un imputato oltre che i documenti acquisiti, più precisamente un documento rinvenuto nel computer di un imputato, oltre alle intercettazioni telefoniche. Tutti elementi dai quali risulterebbero elargiti dai responsabili della società, verso i rappresentanti dell’amministrazione comunale, regali, promesse di denaro, sponsorizzazioni di sagre, in cambio di un favorevole esito della gara di appalto. Un risultato questo che sarebbe stato festeggiato dai quattro imputati con una cena. Con l’articolata impugnazione – conclude la nota – presentata dalla Procura Generale alla Suprema Corte di Cassazione, nella quale si contestano altresì al giudice di secondo grado errori interpretativi ed omissioni nella motivazione, si chiede l’annullamento della sentenza di assoluzione».

Montecastrilli, in 4 a giudizio per corruzione

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