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Home » Morte Nikola Duka, giovedì via al processo. La mamma: «Nessuno soffra come me»

Morte Nikola Duka, giovedì via al processo. La mamma: «Nessuno soffra come me»

di Fabio Toni
14 Giugno 2022
in Dal territorio
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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«Non riesco neanche a immaginare quello che ha passato mio figlio. Il pensiero che lui abbia gridato ‘mamma’ e che io non ero lì a proteggerlo mi sta uccidendo. Pretendo giustizia». Così Rezana Duka, la mamma di Nikola, il 21enne morto il 14 marzo del 2019 in un incidente stradale all’interno della galleria Forca di Cerro, fra Spoleto e Sant’Anatolia di Narco. Il prossimo 16 giugno inizierà a Spoleto il processo per omicidio stradale. In aula Rezana Duka non sarà sola. «Saremo presenti a tutte le udienze – dicono infatti Alberto Pallotti (presidente associazione familiari e vittime della strada) ed Elena Ronzullo (presidente associazione mamme coraggio e vittime della strada) -. Il 16 giugno inizia una nuova battaglia per la giustizia e noi non lasceremo sola la madre di Nikola. Con l’occasione, inizieremo anche una nuova campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale».

La campagna di sensibilizzazione

«Mio figlio era andato a vedere la partita dell’Inter – racconta Rezana Duka, che oggi è responsabile regionale delle tre associazioni -. Non è più tornato a casa perché un uomo è messo alla guida ubriaco, con un tasso alcolemico nel sangue di 1,72 g/l, oltrepassando i limiti di velocità. Nikola non ha avuto scampo, è morto tra le lamiere della macchina distrutta, solo, senza nessuno che gli tenesse la mano. Ancora oggi non riesco a superare quello che è accaduto, non posso pensare a quanta paura ha avuto mio figlio quando ha visto il diavolo andare incontro a lui a gran velocità. È stato uno scontro frontale e io non ero lì a proteggerlo. Quello che sto vivendo è un dolore che ti divora dentro giorno dopo giorno. Per questo ho cercato un modo per far sì che nessuna mamma soffra questo inferno. Ho iniziato una campagna di sensibilizzazione per invitare la gente a guidare con prudenza. Ho iniziato con volantini e spille, per poi arrivare a grandi cartelloni pubblicitari con il messaggio che mio figlio mi manda da lassù: ‘Guidare con prudenza’. Sono contenta che Nikola stia dando l’esempio anche da lassù, era un bravo ragazzo. Lui è ancora con me, non fisicamente ma con l’anima».

Il punto giudiziario

Sul caso di Nikola Duka interviene anche l’avvocato Walter Rapattoni, convenzionato delle associazioni, che spiega: «Dopo tre udienze preliminari davanti al gup di Spoleto, giudice dottoressa Francesca Fortunati, si è arrivati al rinvio a giudizio che è stato fissato per il 16 giugno. Il capo di imputazione è molto grave, perché in questo caso parliamo di un soggetto che si è messo alla guida con un tasso alcolemico di 1,72 g/l, ben oltre il massimo consentito, per il quale è prevista una pena fino a 12 anni. L’imputato, inoltre, ha superato di oltre 10 chilometri orari i limiti di velocità previsti in quella zona (90 km/h). Guidando senza cintura e contromano, è andato a schiantarsi e a provocare la morte di Nikola Duka». Rapattoni aggiunge: «Pieno sostegno alle battaglie di Rezana Duka, che con la sua campagna di sensibilizzazione invita a una guida prudente sul territorio di Spoleto e sulle strade dell’Umbria. Il 16 inizierà questa battaglia per avere giustizia nel processo, che si terrà con il rito ordinario perché non è stato accettata la richiesta di rito abbreviato condizionato e nemmeno quella di patteggiamento a 4 anni. L’imputato, quindi, non potrà beneficiare di nessuna riduzione di pena per riti alternativi».

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