Morto per infarto a Spoleto: la procura chiede l’archiviazione

Il decesso dell’uomo, di circa 70 anni, risale al 24 febbraio 2023. Sotto la lente anche il mancato trasferimento a Foligno o Terni

Condividi questo articolo su

Il decesso risale al mattino del 24 febbraio 2023: l’uomo, di circa 70 anni di età, era giunto al pronto soccorso dell’ospedale Usl2 ‘San Matteo degli Infermi’ di Spoleto la sera precedente, dopo essere stato colpito da infarto. Sull’accaduto la procura spoletina, guidata da Vincenzo Ferrigno, aveva aperto un’indagine a carico di ignoti e ora – lo rende noto lo stesso ufficio – ha chiesto l’archiviazione, non riscontrando condotte penalmente rilevanti. Ciò, spiega la procura, sulla base delle indagini condotte dai carabinieri del Nas di Perugia e le risultanze di due perizie affidate rispettivamente ad un medico legale e ad un cardiologo, per fare luce sull’assistenza medica prestata al paziente a seguito del ricovero e sul mancato trasferimento dello stesso nelle strutture Utic degli ospedali di Foligno o Terni. Ora la palla passa al gip di Spoleto che dovrà decidere sulla richiesta di archiviazione.

Le conclusioni

«All’esito della consulenza – spiega la procura di Spoleto in una nota – è risultato che il decesso del paziente è avvenuto il 24 febbraio 2023 presso il pronto soccorso dell’ospedale di Spoleto per arresto cardiocircolatorio improvviso da fibrillazione ventricolare conseguente a sindrome coronarica acuta ed in particolare ad infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST (NSTEMI). I trattamenti medici e le terapie effettuate nel caso sono da ritenersi ap­propriati al quadro clinico di NSTEMI con il profilo di rischio presentato dal paziente. In riferimento al mancato trasferimento in ospedale dotato di UTIC (Fo­ligno o Terni), premesso che il trasferimento sarebbe stato da ritenersi indicato ed in conformità con il corretto percorso gestionale riportato nelle linee guida citate dai consulenti, si può affermare con ragionevole cer tezza che la sua mancata attuazione, stante l’adeguatezza del monitoraggio e delle cure prestate in sede di pronto soccorso, non abbia modi ficato né la prognosi né l’esito degli eventi occorsi. Il materiale raccolto nel corso delle indagini e le considerazioni espresse dai consulenti tecnici nella loro relazione – conclude l’autorità giudiziaria – hanno portato questo ufficio a disporre la trasmissione di copia degli atti al comando carabinieri tutela della salute di Perugia per le eventuali valutazioni in sede non penale».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli