Nuova protesta del comitato ‘Ponte Caldaro’ per dire no al progetto di impianto a biogas al confine tra i territori di Narni, San Gemini e Terni. L’iniziativa nella mattinata di sabato ha coinvolto anche il gruppo Europa Verde-Verdi per «scongiurare la realizzazione di un bio-digestore».
«Si tratta di un impianto molto grande, per il trattamento di oltre 170.000 tonnellate di liquami e schifezze varie maleodoranti, con effetti devastanti per la tutela paesaggistica e non solo, nel raggio di venti chilometri», è stato specificato. «Oltre i danni alla salute, ci sarebbero impatti enormi sul turismo nella zona meridionale umbra. Ancora una volta confermata la politica liberista della destra, i profitti agli imprenditori, i costi, ai cittadini, sia in termini economici che di salute».
Sul posto si sono radunati un bel po’ di cittadini per chiedere lo stop: «Non possiamo sfruttuare i contributi del Pnrr in maniera così indiscriminata, andando a ledere aree che rappresentano l’identità dell’Umbria», le parole dell’avvocato Valeria Passeri. Per il comitato, in sostanza, c’è incompatibilità ambientale, paesaggistica e storica. In zona ci sono anche attività commerciali, come agriturismo e b&B. «Tutto ciò non porterebbe nulla alla comunità », il messaggio lanciato.