‘Permanenza in casa’ – una misura analoga agli arresti domiciliari – per un 17enne di Narni (Terni) che i carabinieri del Nor della Compagnia di Amelia avevano denunciato per possesso di stupefacenti a fini di spaccio, con clienti per la maggior parte minorenni. La misura disposta dal tribunale per i minori di Perugia è stata eseguita nei giorni scorsi dai militari dell’Arma.
Controllo al parco dei Pini e perquisizione
«Il provvedimento – spiega una nota del comando provinciale dei carabinieri di Terni – scaturisce da un servizio di perlustrazione dello scorso 11 agosto, finalizzato al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, nel corso del quale i carabinieri di Amelia procedevano, nei pressi del parco dei Pini di Narni Scalo, al controllo di due ragazzini che, alla vista dei militari, assumevano subito un atteggiamento nervoso e sfuggente. Sottoposti entrambi a perquisizione personale, il più piccolo – 16enne di Narni – veniva trovato in possesso di un involucro confezionato in modo artigianale contenente 0,6 grammi di hashish: motivo per il quale è stato segnalato all’autorità amministrativa per la detenzione di stupefacente per uso personale. Il più grande dei due, 17enne, è stato invece trovato in possesso di 135 euro in banconote di piccolo taglio, probabile provento di spaccio, e di un involucro contenente 8 grammi di hashish. La successiva perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire un involucro contenente ulteriori 78 grammi di hashish, un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento dello stupefacente».
La ‘permanenza in casa’
Il 17enne, denunciato in stato di libertà alla procura della Repubblica presso il tribunale per i minori di Perugia, nei giorni scorsi, «è stato fermato e condotto presso l’abitazione di residenza di Narni in esecuzione della misura cautelare della ‘permanenza in casa’ – prosegue la nota dei carabinieri -, con la quale il giudice prescrive al minorenne di permanere presso l’abitazione familiare, dove i genitori sono tenuti a vigilare sul comportamento dello stesso consentendo, nel contempo, gli interventi di sostegno e controllo dei servizi della giustizia minorile. Nel caso di allontanamento ingiustificato dall’abitazione, il giudice potrebbe valutare di disporre la misura del collocamento in comunità. Trattasi di misure limitative della libertà personale che il giudice, tenuto conto delle esigenze cautelari e della necessità di non interrompere i processi educativi in atto, può applicare nel corso del procedimento al minorenne imputabile».