Navigator senza certezze, protesta anche in Umbria

Martedì presidio a Perugia, i sindacati: «Strumenti indispensabili nella rete dell’occupazione»

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Tornano a farsi sentire, insieme ai quasi 2 mila 700 colleghi sparsi in tutta Italia, i 29 navigator dell’Umbria, pronti a scendere in piazza di fronte all’assenza di continuità occupazionale, visto che il 30 aprile terminerà il contratto con Anpal, l’Agenzia nazionale delle politiche attive per il lavoro. Il 9 febbraio, oltre ad una manifestazione davanti Montecitorio, è infatti in programma un presidio a Perugia, davanto a palazzo Broletto, dalle 10 alle 12, ovviamente nel rispetto delle norme anti-Covid. A promuovere la mobilitazione sono Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Umbria.

DESTINO INCERTO PER I NAVIGATOR UMBRI

I numeri della loro attività

«I navigator umbri, in cooperazione coi lavoratori di Arpal – spiegano in una nota le tre segreterie -, hanno svolto una preziosa attività, convocando 9 mila beneficiari, di cui oltre 3 mila 600 presi in carico, degli oltre 15 mila percettori del reddito di cittadinanza loro assegnati, per avviarli ad un percorso di attivazione e accompagnando in un percorso di ricerca attiva spesso gli ultimi del mercato del lavoro: coloro che non sono appetibili per le agenzie di lavoro private, i disoccupati di lungo corso che hanno perso il lavoro durante la crisi dei mercati finanziari di una decina di anni fa, i lavoratori meno qualificati e quindi più esposti alle ‘intemperie’ del mercato, quelli con una bassa scolarizzazione, senza competenze digitali, senza pc, quelli senza autoveicolo di proprietà o senza patente». Da novembre tutti i navigator sono stati coinvolti nell’attività di ‘scouting delle opportunità occupazionali’, cioè nella ricerca, attraverso contatti personali con le aziende, dei possibili sbocchi lavorativi per i percettori del reddito di cittadinanza, che li ha portati ad interpellare più di 700 aziende del territorio. «Gli allarmanti dati diffusi recentemente dall’Istat sul calo dell’occupazione e dell’aumento degli inattivi, (-0,4% rispetto a novembre, pari a -101 mila unità) che coinvolge donne, lavoratori sia dipendenti che autonomi – proseguono i sindacati -, dovrebbe indurre istituzioni nazionali e locali al rafforzamento delle politiche attive del lavoro e alla valorizzazione di professionalità come quelle dei navigator che rappresentano strumenti indispensabili per costruire una rete virtuosa di relazioni con enti locali, servizi educativi, terzo settore, enti di formazione e imprese al servizio delle persone e delle aziende stesse, di cui il tessuto produttivo della nostra regione ha grande bisogno».

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