Nestlé – Perugina, sospesa l’agitazione

Ci sarà un nuovo incontro – il 19 ottobre – tra sindacati e azienda. Lo stato di agitazione è stato sospeso, ma il percorso resta in salita. Martedì lavoratori da Renzi

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di P.C.

Due piccole formule magiche, due concetti chiave, che squarciano il velo di pessimismo che era sceso negli ultimi giorni sulla vertenza Perugina. Sono contenute nel comunicato congiunto – anche questa è una novità – con cui Nestlé e i sindacati chiudono la giornata di trattative in Confindustria: «congelamento delle ricollocazioni» e «sospensione dello stato di agitazione». Per la terza, quella che più sta a cuore ai lavoratori, si dovrà lavorare nei prossimi mesi: la «riduzione dell’impatto occupazionale» di cui si parla al momento è solo un’intenzione.

IL COMUNICATO CONGIUNTO NELLE PAROLE DEI SINDACALISTI – VIDEO

La nota congiunta

Un passo indietro, due avanti Entrambe le parti in causa fanno un passo indietro. Con la speranza di farne due avanti, commenta Daniele Marcaccioli (Uil) nel rapido incontro ufficiale con la stampa, dopo una mattinata trascorsa a rincorrere le voci e interpretare gli sguardi, ogniqualvolta si apriva la porta della Sala Giunta al secondo piano di Confindustia, dove – seduti attorno al grande tavolo ovale – c’erano, da un lato, gran parte del ramo italiano di Nestlé (con Confindustria) e, dall’altro, Rsu Perugina e rappresentanti delle segreterie regionali Fai, Flai, Uila. Ci si rivede il 19 ottobre. E, se questi sono i ritmi, non sono esclusi ulteriori incontri, per arrivare preparati a quello – decisivo – al Mise, in programma giovedì 9 novembre, in cui bisognerà dimostrare di aver fatto bene i «compiti a casa» assegnati dalla viceministro Bellanova.

Dichiarazione congiunta Leggiamolo, allora, il brevissimo comunicato finale: «Nestlé Italiana, assistita da Confindustria Umbria, e la Rsu della fabbrica di San Sisto, assistita dalle segreterie regionali di Fai, Flai, Uila, in esito all’incontro odierno comunicano congiuntamente che la ricognizione degli accordi ha permesso la reciproca conferma della validità del piano industriale, i cui investimenti proseguiranno secondo le tempistiche convenute, sia per gli aspetti commerciali che tecnici. Si è convenuto altresì di congelare i percorsi rivolti alla ricollocazione esterna, per favorire la ripresa di un percorso comune rivolto a reperire tutte le proposte — anche di carattere industriale — utili alla riduzione dell’impatto occupazionale. A fronte del dialogo ripreso e del nuovo incontro già fissato per il 19 ottobre, viene sospeso lo stato di agitazione». Dalle cinque pagine dell’accordo quadro, alle cinque righe di questo comunicato sono passati 19 mesi.

Michele Greco, Dario Bruschi, Daniele Marcaccioli

Greco e Marcaccioli

I sindacati «La dichiarazione congiunta nasce dalla necessità di evitare ambiguità ed equivoci che possono venir fuori da un tavolo così complesso – dice Michele Greco (Cgil) – abbiamo condiviso che il piano del 7 aprile 2016 ha il merito di poter dare una risposta vera, industriale, a questa fabbrica e quindi abbiamo condiviso la validità e l’efficacia di quel piano e abbiamo preteso dall’azienda il massimo impegno per portarlo a termine. Da lì si deve ripartire». Il problema è sempre quello, competitività e costo del lavoro. «Secondo Nestlé – spiega Daniele Marcaccioli (Uil) – le linee di produzione attualmente presenti a San Sisto sono le uniche sulle quali si può investire. Noi non siamo d’accordo su questa visione e su questo ci confronteremo nei prossimi giorni. Cosa importante: oltre a ricongelare la ricollocazione, abbiamo parlato di insourcing (cioè fare con forze interne i lavori che oggi vengono appaltati all’esterno; ndr) e da qui avremo una opzione in più per presentarci al primo luglio 2018, quando la situazione della fabbrica sarà diversa; credo che un passo indietro Nestlé lo abbia fatto». Infine parla Dario Bruschi (Cisl): «Si arriva al 19 con soluzioni che sono all’interno del piano e che noi abbiamo ribadito, a partire dall’insourcing. Abbiamo fatto altre proposte al tavolo sul piano industriale, ci aspettiamo che il 19 se ne possa parlare con spirito costruttivo per ridurre i numeri di esuberi di cui si è parlato finora».

Nestlé: parla il comunicato Non hanno voluto parlare ufficialmente i vertici di Nestlé presenti al tavolo – citiamo fra gli altri Bruno Emmenegger (Business Executive Manager Confectionery Division Italy & Export), Stefano Di Giulio (HR Business Partner) e ovviamente Gianluigi Toia (Head of Employee Relations) – che all’uscita da Confindustria hanno delegato ogni comunicazione alla nota congiunta letta dai rappresentanti sindacali. Ci sarebbe da fermarsi qui – se ci si volesse accontentare delle versioni ufficiali – ma la questione è troppo importante. Mentre nella parte alta di Perugia si celebra il cioccolato come simbolo della città, a valle si lotta per non farlo morire, ognuno per la sua parte.

Venerdì 13 A Perugia c’è la festa del cioccolato, ma non per tutti. In ballo, il destino di 364 lavoratori – equivalenti a 350mila ore di lavoro – che la multinazionale ha individuato come esubero da tagliare, condizione indispensabile per il rilancio. Ma non erano questi gli accordi sanciti nel patto firmato ad aprile 2016. Per questo i sindacati non hanno mai accettato questa soluzione, entrando in mobilitazione e dando vita a giorni di protesta, fino ad arrivare ad oggi. Questo venerdì 13 potrebbe passare alla storia della Perugina come un giorno tutt’altro che infausto per gli operai, se lo spiraglio di luce che filtra dal velo squarciato diventerà più forte. È stata una mattinata intensa. L’abbiamo seguita da vicino passo passo.

L’attesa I dirigenti Nestlé sono arrivati di buon ora, riunendosi subito per un briefing. Poi, i sindacalisti, che si danno appuntamento nel cortile di via Palermo scambiandosi impressioni e limando strategie. Davanti alla sala del consiglio, al secondo piano di Confindustria, ci sono vecchi manifesti pubblicitari della Perugina, ad aggiungere un velo di malinconia all’attesa. Alle 10.40 arrivano gli ultimi Rsu e inizia l’incontro. C’è un misto di speranza e tensione, dopo quanto accaduto giovedì a Parma, davanti al municipio, dove la tensione è salita alle stelle e si sono verificati degli scontri al termine dell’incontro con i sindacati sui 180 posti di lavoro a rischio anche nella città emiliana.

La porta aperta la riunione è lunga ed estenuante. Di tanto in tanto, all’interno della sala, qualcuno alza la voce senza che però si riesca a cogliere granché. La prima ora fila via senza sussulti, senza che nessuno sia uscito nemmeno per andare in bagno. Poi il tempo passa e qualcuno si intravede uscire dalla porta della Sala Giunta, per una telefonata o per bisogni fisiologici. Ma le bocche restano cucite. Poi, ad ora di pranzo, forse per la stanchezza, qualcuno esce e lascia la porta aperta: nella sala antistante ci sono diversi giornalisti che – inevitabilmente – ascoltano e annotano. E ricostruiscono la vicenda anche grazie alle conferme che arrivano dagli sguardi e dai sussurri di chi esce dalla sala.

La voce di Nestlé Ad un certo punto si sente una voce. Il tono è alto e fermo. Da quello che dice, da come lo dice, si capisce che è un alto dirigente Nestlé: «Il piano è questo – annuncia perentorio – e non prevede aumento di linee produttive che possano arrivare a coprire le ore lavoro. Ne siete consapevoli o no? O dobbiamo continuare a tirarci gli stracci? Il nostro futuro ce lo giochiamo facendo una cura dimagrante». E qui si scaldano gli animi: «Se è tutto costo, un pezzettino dovete mettercelo anche voi – replica (evidentemente) uno dei sindacalisti – il parametro tempo non è indifferente. Non dovete riportare solo una parte della verità». Il riferimento è a quell’accordo del 2016 che parlava soprattutto di investimenti, di rilancio, di allargamento del mercato e solo alla fine di eventuali esuberi. Volontari, fra l’altro. Le cose però sono cambiate col piano sociale del gennaio 2017, che prendeva atto delle difficoltà e rovesciava l’ordine di priorità: così, gli esuberi sono diventati non la eventuale conseguenza ma la premessa del rilancio industriale di San Sisto.

I posti sono solo fuori E a quanto trapela non regge la proposta di destagionalizzare la produzione del cioccolato. Nestlé non può permettersi di fare le scatole di plastica per l’export dei Baci (il cartone è più bello ma meno resistente). Non conviene. Devono esserci degli esuberi, questo è chiaro fin dall’inizio. Resta da capire quanti e in che modo. Una cinquantina di persone ha già trovato un accordo per uscire. Se ci dovesse essere una proroga alla cassa integrazione, si potrebbe avere più tempo. Ma il destino è quello. I vertici aziendali sono chiari e decisi. Sanno di rappresentare una multinazionale e avere quindi il coltello dalla parte del manico, sanno di avere interlocutori che sono costretti ad ingoiare amaro (per usare un eufemismo) e magari a ringraziare pure.

Nuovi appuntamenti Quando ormai sono le 14 e la fame incombe, si comincia a parlare di un rinvio. O comunque di un nuovo incontro (poi effettivamente fissato per il 19) per continuare a discutere. All’ordine del giorno, in particolare, le discussioni su polo logistico e internazionalizzazione. I rappresentanti Nestlé, un po’ per sfinimento un po’ per reale convinzione, accettano di mettere all’ordine del giorno tutte le proposte del sindacato. Tanto alla fine sarà sempre Nestlé a dire se siano o meno percorribili. Ma l’obiettivo è arrivare il 9 a Roma con una ricetta pronta per l’uso e senza che nessuno possa dire di non averci provato, a trovare una soluzione. Alle 14.30 si va verso il verbale. Le parti si dividono. I rappresentanti Nestlé escono ed entrano in un’altra sala per limare la strategia. Un break prima dell’ultimo round, prima di accorgersi che i giornalisti lì fuori avevano intuito abbastanza e che forse sarebbe stato meglio non lasciarli fuori la porta. Per questo vengono invitati ad allontanarsi e ad attenersi al comunicato congiunto.

Renzi incontrerà i lavoratori In serata, arriva anche la notizia che della questione Perugina sarà interessato Matteo Renzi, peraltro già anticipata da Giacomo Leonelli dopo la manifestazione di sabato. L’incontro avverrà martedì 17 ottobre.

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