Nodino, scende in campo anche l’ex sindaco Locchi

All’incontro con gli esponenti del Pd – che hanno confermato la loro posizione chiedendo Nodino fino all’ospedale – intervenuto anche lo storico esponente della sinistra

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Nell’ultimo degli incontri previsti, per confrontarsi con i gruppi politici presenti nel Consiglio comunale di Perugia, al fine di far toccare con mano il clima che si vive a Ponte San Giovanni e in tutta la fascia di territorio compresa tra Collestrada, Ponte San Giovanni e Balanzano in questa fase, nella quale ci si appresta ad assumere decisioni circa l’approvazione del primo stralcio del ‘Nodino’, il Comitato “Chi salverà Ponte San Giovanni?” ha incontrato venerdì sera la delegazione del partito Democratico, composta dal neo-segretario cittadino, Sauro Cristofani, dalle consigliere Sarah Bistocchi, capogruppo, e Elena Ranfa, eletta a Ponte San Giovanni e dai tecnici Marcello Panettoni e Gianni Moriconi, ambedue esperti di pianificazione territoriale e trasporti. Era presente, a sorpresa, anche l’ex sindaco Renato Locchi, figura politica di spicco della recente storia perugina, per anni protagonista della vita amministrativa e politica della città. Da lui, seduto in platea, l’appello al Pd perugino ad ascoltare la voce dei comitati, che spesso sono contrari ma solo perché vogliono tutelare soprattutto la salute.

TUTTO SUL NODINO

Cocciari al Pd: «Quale la vostra idea?»

L’ex sindaco Locchi

Fausto Cocciari, portavoce insieme a Luigi Ercolani del gruppo, ha aperto la seduta commentando il documento prodotto recentemente dalla segreteria cittadina a riguardo delle problematiche della mobilità di persone e merci, legate prevalentemente all’affollamento critico che si viene a creare nel tratto tra Collestrada e Ponte San Giovanni e poi nel raccordo Perugia Bettolle, a causa dell’aumento considerevole dei veicoli, leggeri e pesanti, e della palese inadeguatezza della sede stradale del raccordo autostradale. Cocciari commenta brevemente il contenuto del documento, ampio e ricco di suggerimenti interessanti, a partire dal concetto di intermodalità al quale è ispirato: loda l’approccio ai problemi, articolato in varie prospettive che fanno delle comunicazioni stradali uno degli strumenti da adeguare alla crescenti esigenze, insieme al potenziamento delle reti ferroviarie, da impiegare per drenare una parte delle persone che raggiungono Perugia, previa creazione di parcheggi di scambio alla periferia della città, in modo da non dover costringere i cittadini all’utilizzo del mezzo privato. Rileva però, nell’ambito del documento, una o due proposte che hanno bisogno di esplicazioni, riguardanti la situazione del trasporto stradale ormai critica, soprattutto nella fascia tra Collestrada e Balanzano.

Cristofani: «Primo stralcio almeno fino all’ospedale»

Un momento dell’incontro

Sauro Cristofani ha puntualizzato che il documento, elaborato dal PD perugino, mira a dare una risposta complessiva ai problemi di tutta la fascia Sud e Ovest del territorio perugino: situazione così complessa da essere diventata ormai di portata nazionale e bisognosa perciò di una considerazione più ampia che non si limiti al solo esame delle problematiche riguardanti il tratto sicuramente più critico, quello appunto che fa perno nella zona di Ponte San Giovanni. Prosegue poi esponendo i punti nodali dell’ampio progetto presentato, soffermandosi specialmente sulla proposta di puntare all’allungamento della realizzazione del Nodino, almeno fino all’ospedale regionale: questo tratto aggiuntivo sarebbe già una soluzione sufficiente ad affrontare i nodi principali del problema congestione da traffico, gioverebbe a tutta la fascia Sud di Perugia e contribuirebbe in maniera decisiva ad allentare la morsa su Ponte San Giovanni, in quanto attirerebbe una massa di veicoli ben superiore a quella del Nodino nella versione ridotta proposta dall’ANAS. Con questa soluzione, alla quale dovrebbero lavorare con maggiore dedizione le attuali forze di governo dell’Umbria, si libererebbe in maniera decisiva il tratto critico tra Collestrada, Ponte San Giovanni e Balanzano interessando lo stesso abitato del quartiere, libero dagli ingorghi che non si creerebbero più. Seguono alle sue parole varie domande, tendenti a chiarire se la proposta di prolungamento del Nodino fino all’Ospedale regionale possa comportare implicitamente l’inutilità della realizzazione del Nodino, nella forma attualmente in fase ultima di progettazione. Rispondono a questa domanda, che vari cittadini definiscono fondamentale riguardo alle attese della popolazione della zona, sia Cristofani, che afferma che il compito di un partito che ha ambizioni di governo è quella di chiedere le soluzioni più efficaci, fermo restando che il tratto Madonna del Piano – Ospedale deve intendersi aggiuntivo al Nodino e non sostitutivo.

L’allarme del medico: «Occhio al biossido di azoto»

Particolarmente interessante l’intervento di Roberto Rossi, medico condotto che ha esercitato la propria professione a Ponte San Giovanni, ha analizzato i dati forniti da Arpa circa la situazione di inquinamento in cui vive il quartiere, integrandoli con considerazioni e valutazioni frutto della sua lunga esperienza. Le sue considerazioni erano state esposte anche nella precedente riunione con gli esponenti di Forza Italia. Rossi ha rivelato come i dati, considerati in una serie ventennale, assumono tratti di preoccupazione nella centralina ormai da decenni presente all’altezza del Parco Bellini, con numerose fasi di sforamento in alcuni anni. Informa poi che nella centralina collocata per due mesi nei pressi del percorso della E45, pur essendo i dati generali quasi sovrapponibili a quelli della precedente centralina; un dato veramente significativo come campanello d’allarme è quello relativo al biossido d’azoto, prodotto tipico dell’inquinamento da traffico, che risulta superiore del 30 per cento nella centralina posta presso la E45 rispetto alla precedente: dato esaurientemente significativo dell’inquinamento risultante dal traffico veicolare. Conclude con una serie di considerazioni sulle malattie derivanti da eccessiva e ripetuta esposizione agli inquinanti citati.

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