Ok al bilancio della Provincia. Ma è scontro

Terni: il presidente Lattanzi plaude al grade sforzo e all’opera di risanamento. Dall’opposizione Daniele attacca Governo e maggioranza

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È passato con sei voti favorevoli e tre contrari il bilancio di previsione finanziario per gli esercizi 2020-22 votato lunedì mattina dal consiglio provinciale di Terni riunito in videoconferenza. La manovra prevede risorse nel triennio superiori a 300 milioni di euro, di cui oltre 95 milioni e 800 mila per il 2020, 98 milioni e 800 mila euro per il 2021 e oltre 104 milioni e 500 mila euro per il 2022. I fondi saranno utilizzati soprattutto su strade e scuole che rimangono, al momento, i due pilastri dell’attività amministrativa dell’ente in attesa della ridefinizione del ruolo degli enti italiani allo studio del tavolo nazionale.

Giampiero Lattanzi

Lattanzi: «Svolto un grande lavoro»

«Oggi abbiamo un ente in grado oggi di dare risposte efficienti e rapide alle esigenze delle nostre comunità – afferma il presidente della Provincia di Terni, Giampiero Lattanzi -. È un risultato molto importante e non scontato. Abbiamo ereditato infatti una Provincia in grande difficoltà sia dal punto di vista economico-finanziario che organizzativo e strutturale. Con grande impegno e serietà abbiamo risanato i conti e restituito ruolo e funzioni all’ente. Strade e scuole oggi sono su livelli più che soddisfacenti, quando fino a pochi anni fa erano in una situazione ben diversa. La struttura, nonostante i problemi che permangono – prosegue Lattanzi – ha risposto in maniera efficace anche all’emergenza Covid, mettendo in atto tutte le misure previste per la sicurezza dei lavoratori ed attivando gli strumenti previsti dal governo, come ad esempio lo smart working. Dobbiamo dare merito all’Upi nazionale di aver lavorato con grande serietà per riuscire ad ottenere lo stanziamento di fondi per le province italiane in grado di affrontare le situazioni più difficili in settori strategici. Molto rimane ancora da fare ma la strada è quella giusta». Il consiglio ha anche approvato un ordine del giorno sul monitoraggio della situazione di bilancio per verificare eventuali scostamenti finalizzando le azioni alla salvaguardia degli equilibri finanziari. L’assemblea di palazzo Bazzani ha infine presto atto delle dimissioni di Piero Fiordi da membro della sottocommissione elettorale di Narni, designando Beatrice Benedetti al suo posto.

Gianni Daniele

Gianni Daniele: «Troppe incognite con un Governo così immobile»

Critica l’opposizione, con Gianni Daniele che commenta così il voto dell’assemblea: «Le nostre considerazioni si fondano principalmente sulla attenta e puntuale analisi di bilancio redatta dal collegio dei revisori dei conti nella quale emergono alcuni dati inequivocabili e l’inammissibile e imbarazzante ritardo da parte del Governo centrale nell’emettere provvedimenti legislativi con risposte chiare e tempestive a sostegno di province, comuni e città metropolitane. Siamo all’11 maggio – osserva Daniele – e il Governo Conte deve emettere ancora il decreto aprile. Ad oggi come evidenziano i revisori, secondo una stima prudenziale, per le province e le città metropolitane ci sono già 820 milioni di entrate in meno per il mancato gettito di Ipt e Rca. Altra mancata entrata sarà verosimilmente generata dalla Tosap: sappiamo che tra le misure che saranno applicate dagli enti a sostegno dell’economia e delle attività produttive ci sarà proprio l’esenzione dalla tassa in questione. In due occasioni – spiega Gianni Daniele – il Governo, incontrando i rappresentanti Upi e Anci, ha ribadito l’impegno ad istituire un fondo da 3,5 miliardi per iniziare a coprire le entrate che si stanno perdendo a causa dell’emergenza sanitaria, ma ad oggi non c’è alcun provvedimento legislativo in merito e non vi è neppure traccia di eventuali linee guida ime merito alla distribuzione di tali fondi. Sappiamo che per qualsivoglia criterio adottato la Regione Umbria in primis e la provincia di Terni in seconda istanza non potranno essere agevolate. Forte preoccupazione ci assale altresì pensando alla ripresa e alla pochezza di proposte espresse dal Governo centrale e l’ultima conferenza Stato-Regioni ne è la prova tangibile. Una serie immotivata di ‘no’ a qualsiasi proposta avanzata dai governatori regionali senza mettere di contro sul tavolo un piano concreto. Stante queste gravissime mancanze – afferma il consigliere di opposizione – possiamo immaginare una ripresa farraginosa e priva di interventi concreti e dunque ulteriori riduzioni delle entrate di cassa dell’ente come conseguenza della grave crisi. Siamo altresì coscienti che le minori entrate provocheranno inevitabilmente uno slittamento di interventi urgenti come ad esempio la manutenzione delle strade provinciali e, in assenza di misure idonee da parte dello Stato, saranno impossibili anche interventi alle scuole che tra l’altro vanno adeguate alle nuove normative di contenimento dell’epidemia e rese fruibili per studenti, insegnanti e personale addetto. Rispetto al fondo crediti di dubbia esigibilità, verosimilmente potrebbe subire un aumento dovuto alla crisi pandemica, ingessando ancora di più il bilancio dell’ente nei prossimi anni. Il collegio dei revisori dei conti si esprime in maniera estremamente chiara in questo passaggio: ‘Come evidenziato nella nota integrativa, le disposizioni contenute nel decreto legge 19 del 2020 potrebbero, per l’anno in corso, avere come conseguenza immediata una flessione negli importi delle previsioni per talune voci in entrata che, se non costantemente monitorate, rapportandole agli impegni di spesa, comprometteranno gli equilibri del bilancio e non garantiranno la loro salvaguardia’. Tale affermazione ci fa comprendere quanto sarà difficile mantenere gli equilibri di bilancio per il consuntivo. Anche per questo il nostro senso di responsabilità – conclude Daniele – ci invita a esprimere parere contrario invitando il consiglio tutto a riflettere in merito prima di prendere una decisione e a non cavalcare un mero ragionamento demagogico di politica di parte. Serve dare un segnale di grande preoccupazione al Governo centrale per il proseguo della gestione degli organi periferici e, se non altro, una presa d’atto dell’appoggio ad un bilancio di previsione estremamente lontano dalla realtà».

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