di Giovanni Cardarello
Quella che stiamo per raccontare è una storia davvero incredibile. Una storia che, a suo modo, è paradigmatica del livello di difficoltà che vive il servizio sanitario regionale e il suo ospedale principale, il ‘Santa Maria della Misericordia’ di Perugia. Protagonisti della vicenda, la dirigenza amministrativa e sanitaria dell’ospedale e un ex Oss, operatore socio sanitario, del reparto di urologia della struttura stessa.
Protagonista principale l’operatore, la figura che agisce a supporto di medici e infermieri, il quale ha fatto causa all’ospedale per straordinari non pagati. Ma il tema, oltre che di giustizia e di diritto del lavoro, è quello afferente alle cifre. L’Oss, infatti, ha fatto causa per 355 ore di lavoro extra rispetto al previsto, svolte nell’arco di otto mesi, non pagate. Una drammatica media di 44,37 ore al mese, più di 10 ore a settimana. Per non tacere delle ore di flessibilità , permessi e ferie, maturate e non godute.
Come riferisce un articolo di Luca Benedetti nell’edizione odierna de ‘Il Messaggero Umbria‘, «praticamente il doppio di quanto previsto dal contratto nazionale che si ferma a 180 ore l’anno elevabili a 250 in condizioni di eccezionalità che prevede il decreto legislativo numero 6 del 2003». Sempre ‘Il Messaggero‘ spiega che l’importo che viene richiesto al ‘Santa Maria della Misericordia’ dall’Os è di 3.368,70 euro. Ma al conto va aggiunta anche una richiesta di risarcimento danni per super lavoro, con annesso rischio alla salute dell’Oss stesso e dei pazienti trattati. Danno che, ovviamente, dovrà valutare il giudice preposto.
L’udienza per la discussione della causa è stata fissata al 20 dicembre, l’Oss è difeso dall’avvocato Simone Paltriccia, mentre l’azienda ospedaliera ‘Santa Maria della Misericordia’ che, ovviamente, si costituirà in giudizio, andrà in udienza con l’avvocato Francesca Barcaccia. Nel frattempo l’operatore ha salutato l’ospedale di Perugia e, dopo aver vinto un concorso, lavora in un’altra azienda sanitaria.
Ma il caso dell’ex Oss del ‘Santa Maria della Misericordia’ non è isolato e, anzi, squarcia il velo sulla condizione che vivono gli operatori negli ospedali umbri. A spiegarla, sempre a ‘Il Messaggero‘, le dichiarazioni di Marco Erozzardi, segretario regionale del Nursind, il sindacato che tutela gli infermieri. «All’ospedale di Perugia – spiega – ci sono circa trecento Oss ma non bastano. Tant’è che di sera i turni li coprono gli infermieri».
Per non tacere del fatto che se manca un Oss in un reparto, viene chiamato un infermiere che così di fatto si trova a dover fare un altro lavoro, dall’accudire i pazienti dal punto di vista dell’igiene al dover passare il vitto dalla colazione alla cena. Erozzardi sciorina anche i numeri delle necessità reali: «A Perugia ne servirebbero due terzi in più». Ma la situazione delle due aziende sanitarie e dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni non è molto diversa.