Ospedale di Terni: «Stato di agitazione»

I sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, insieme alle Rsu denunciano la situazione esistente nel nosocomio ternano e aprono una vertenza

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Hanno fatto l’assemblea e hanno deciso: all’ospedale di Terni verrà proclamato «lo stato di agitazione del personale». Cgil, Cisl e Uil, insieme alle Rsu, hanno deciso di rompere gli indugi e «portare avanti tre temi fondamentali: rivisitazione delle Dotazioni Organiche in base al fabbisogno reale e non alle disponibilità economiche. Integrazione tra territorio (Usl Umbria 2 ) e Azienda Ospedaliera per la cura e il ricovero dei malati cronici. Riconferma del livello di alta specializzazione dell’ Ospedale di Terni».

Le criticità I sindacati denunciano «le condizioni di lavoro del personale, Medici, Infermieri, O.SS., che sono progressivamente peggiorate, i tagli alla spesa sanitaria perpetrati dagli ultimi governi stanno inesorabilmente depauperando il grande patrimonio di professionalità e competenze. Ferie non garantite, doppi turni e mancati riposi sono ormai lo standard, il ridondante uso di straordinari costringe il personale a turni massacranti, ponendo a rischio l’incolumità dei pazienti».

I disservizi Secondo Cgil Cils, Uil e Rsu, poi, «le file interminabili al Pronto Soccorso, i letti nei corridoi, e le lunghe liste di attesa creano disaffezione verso il sistema pubblico, costringendo gli utenti a rivolgersi alle strutture private le quali non possono garantire l’ universalità dell’assistenza sanitaria. Il Pronto Soccorso i reparti di cura intensiva, le degenze e i servizi rischiano il collasso, anche la struttura necessità di ambienti più idonei e sale di attesa dignitose per i malati oncologici».

«Stato di agitazione» Per tutte queste criticità, spiegano i sindacati, «l’assemblea ha conferito pieno mandato alle organizzazioni sindacali per portare alla conoscenza della comunità ternana, delle Istituzioni locali e regionali, tali criticità, mediante atti e iniziative idonee allo scopo . Tale vertenza deve essere la vertenza di una comunità intera, che rivendica e pretende un servizio sanitario degno di una civiltà democratica. Contestualmente l’assemblea ha dato pieno mandato a Cgil, Cisl e Uil ad esperire tutte le formalità necessarie per dichiarare lo stato di agitazione del personale».

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