Ospedale Narni-Amelia Maxi esproprio: ok Tar

In ballo oltre 12mila mq di terreni per la realizzazione della struttura: il Tribunale respinge il ricorso del proprietario. Mirino su accordi di programma e fondi

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di S.F.

Quattro terreni – tutti di proprietà della stessa persona, M.V., siamo a poche centinaia di metri dall’abitato di Fornole – di complessivi 12 mila 169 metri quadrati in Podere Camartana da espropriare per consentire la realizzazione del nuovo ospedale territoriale Narni-Amelia. Un argomento per il quale la battaglia al Tar Umbria è iniziata nel lontano 2008 e che lunedì mattina, a distanza di undici anni dal primo ricorso al Tribunale amministrativo regionale, ha visto un punto di svolta: sentenza a favore del Comune di Narni e dell’Usl Umbria 2 (coinvolta anche la Regione Umbria), nel mirino del ricorrente in quanto protagonisti nell’ambito dell’accordo di programma (doppio, 2012 e 2017) e del progetto definitivo dell’opera da 58 milioni di euro.

LA QUESTIONE ESPROPRIO AL TAR

L’area coinvolta in Podere Camartana

La contestazione

In sostanza M.V. è proprietario di un complesso immobiliare composto da fabbricati e terreni in zona Camartana e oltre 12 mila metri quadrati sono interessati dal progetto, come stabilito nell’accordo di programma del marzo 2012; più in tempi recenti il Comune – maggio 2017 – ha avviato l’iter per l’approvazione del progetto definitivo nonché il procedimento per la dichiarazione di pubblica utilità delle aree, con tanto di proposta di indennità per i terreni. Tutto liscio? Nemmeno per idea. Il ricorrente si è fatto avanti con una serie di motivazioni tra le quali il difetto assoluto di istruttoria, la violazione dei principi di trasparenza e correttezza dell’azione amministrativa, l’eccesso di potere per illogicità, carenza dei presupposti, violazione dei principi di buon andamento, sviamento di potere e contraddittorietà.

AGOSTO 2018, AFFIDATA LA PROGETTAZIONE ESECUTIVA

Il progetto

L’immissione

I motivi sono aumentati con le ulteriori notifiche degli enti in ballo. Sì, perché il Comune di Narni il 28 marzo 2019 ha scritto una nota comunicando che la Usl Umbria 2 avrebbe proceduto all’immissione degli immobili – decreto d’esproprio, particelle diverse rispetto alle precedenti perché le aree nel contempo sono state frazionate – di M.V.. E in questo documento il ricorrente è venuto a conoscenza di una delibera del consiglio comunale del lontano 21 marzo 2012: riguardava l’approvazione del vincolo preordinato all’esproprio dei terreni in questione. Risultato: atti impugnati alla pari di quelli principali che hanno generato tutto il processo. Gli avvocati che hanno seguito la vicenda sono Giovanni Ranalli, Fabrizio Garzuglia (difesa del ricorrente), Fabio Marini (Comune Narni), Massimo Marcucci (Usl Umbria 2) e Luciano Ricci (Regione). Non costituiti in giudizio la Provincia di Terni e il Comune di Amelia.

L’ACCORDO DI PROGRAMMA 2017

Narni-Amelia, il ‘sogno’ in un rendering

Comune, Usl e Regione si difendono: l’interesse pubblico e i fondi

La Usl Umbria 2 ha fatto presente l’inammissibilità del ricorso per tutti i fatti pre 2 gennaio 2017 (già giudicati in precedenza dal Tar Umbria, come detto il primo ricorso è del 2008) e per i motivi aggiunti a causa della tardività nell’impugnativa dell’accordo di programma sottoscritto il 13 ottobre 2017. Sottolineato che quel documento (l’originario è del marzo 2012) non determina l’apposizione di un nuovo vincolo preordinato all’esproprio (diventato efficace il 4 dicembre 2012), né tantomeno una nuova variante urbanistica né un’ulteriore dichiarazione di pubblica utilità, in quanto lo scopo è «solo di aggiornare i precedenti accordi» con elementi «che non incidono sugli aspetti urbanistici ed espropriativi. Ne consegue che tutti vizi denunciati in sede di ricorso e in sede di motivi aggiunti sono inammissibili in quanto presuppongono che il vincolo sia decaduto». L’Usl inoltre puntualizza «l’infondatezza delle avverse pretese, evidenziando, infine, relativamente alla richiesta cautelare, la prevalenza dell’interesse pubblico anche in considerazione del fatto che la realizzazione dell’ospedale è finanziata anche con fondi ministeriali e l’eventuale ritardo nella cantierabilità dell’opera potrebbe addirittura comportare la revoca del contributo; l’immissione in possesso risulta, quindi, necessaria per procedere a tutti i rilievi volti alla redazione del progetto esecutivo in modo da poter avviare la procedura di gara di appalto». Comune di Narni e Regione a loro volta hanno argomentato su infondantezza e inammissibilità delle censure del ricorrente: l’istanza cautelare è stata rigettata dal Tar a maggio e confermata al Consiglio di Stato.

«NON PRENDIAMOCI IN GIRO, NON SI FARÀ MAI»

La tardività e la scadenza dell’accordo

Il Tar ha accolto gli argomenti di Comune, Usl e Regione. In primis l’eccezione di tardività per l’impugnativa degli accordi di programma 2012 e 2017: «L’atto da cui deriva – si legge nella sentenza – la contestuale apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e la dichiarazione di pubblica utilità va individuato nell’accordo di programma sottoscritto ai sensi dell’articolo 34 del Tuel il 13 marzo 2012 in variante allo strumento urbanistico generale del Comune di Narni e approvato anche dalla Provincia di Terni con deliberazioni dei rispettivi organi consiliari». Si passa poi all’assunto che l’accordo 2012 – nella versione del ricorrente – sarebbe scaduto: «Non è condivisibile» in quanto «è stato pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione Umbria il 4 dicembre 2012. Il termine quinquennale di efficacia del vincolo preordinato all’esproprio va fatto decorrere dalla pubblicazione dell’approvazione formale da parte del presidente della Provincia di Terni (stessa data indicata sopra); pertanto l’accordo di programma del 13 ottobre 2017, pubblicato nel Bur 50 del 28 novembre 2017 e con il quale è stato approvato il progetto definitivo comportante la dichiarazione di pubblica utilità, è intervenuto in costanza di efficacia del vincolo preordinato all’esproprio». Inoltre «non introduce alcuna variante urbanistica dato che era stata introdotta nel 2012».

«BELLO, MA LA CONCRETEZZA? NON DISPERDERE RISORSE»

Il progetto del nuovo ospedale di Narni-Amelia

Le operazioni di accertamento e le indagini geologiche

Un’altro motivo di ricorso è indicato nelle mancate operazioni di accertamento preparatorie alla realizzazione del progetto per la non introduzione dei tecnici nelle aree di proprietà di M.V. «Si osserva – dice il Tar – che la normativa richiamata (e che si assume violata) prevede solo una facoltà ove sia ritenuto necessario dal soggetto incaricato di redigere il progetto, non un obbligo». Si passa alla presunta carenza di indagini geologiche: «Anche tale censura – continua il Tribunale amministrativo regionale – si presenta inammissibile in quanto riferita al progetto definitivo approvato con l’accordo di programma del 2017 e non tempestivamente gravato. Risulta anche infondata nel merito». Giochi chiusi: motivi aggiunti in parte irricevibili, altri inammissibili e ulteriori infondati. Per il ricorrente ci sono da pagare le spese di lite per Regione, Comune e Usl per 1.000 euro a testa. E ora occhio al Consiglio di Stato.

Sulla destra la zona dei terreni

E la progettazione esecutiva?

Messe da parte – per ora – le beghe giudiziaria, c’è da dire che il lavoro sulla progettazione esecutiva non è stato ancora portato a termine nonostante sia trascorso oltre un anno – 5 novembre 2018, era previsto un tempo massimo di 96 giorni – dalla stipula del contratto: in campo c’è il Rtp composto dalla mandataria Steam srl, la teramana Promedia srl, l’ingegnere Valter Catasti e il geologo Paolo Paccara. Ad intervenire sul tema è il Responsabile unico del procedimento, il geometra della Usl Umbria 2 Francesco Silvani: «Stiamo andando avanti, è quasi pronto. Nel contempo stiamo accelerando per individuare del soggetto che dovrà verificare la progettazione esecutiva: l’idea è di concludere l’iter entro il mese di gennaio».

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