Ospedali Narni-Amelia: «Serve buonsenso»

Le idee di Gianni Daniele (TpN) per gestire le strutture esistenti: «Inutile prenderci in giro, l’ospedale unico non si farà mai»

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di Gianni Daniele
Consigliere comunale – Capogruppo ‘Tutti per Narni’

Riteniamo doveroso intervenire nel dibattito in corso riguardo le condizioni della sanità del nostro territorio: in primis ricordiamo che la sanità rappresenta i tre/quarti del bilancio regionale. Per descrivere la scarsa considerazione in investimenti economici e di risorse umane che Narni ha avuto rispetto ad altre aree regionali, abbiamo parlato negli anni di federalismo asimmetrico, intendendolo come un neo feudalesimo in cui territori si sono fatti egemoni rispetto ad altri. Cioè proprio il contrario di quello che dovrebbe essere il federalismo.

La proposta dei 5stelle di un nuovo ospedale nella conca ternana, si diceva una volta nei terreni dell’ex ospedale di Narni, è una idea interessante, vecchissima, ma mai presa in considerazione da chi ha governato. È legittimo per chi potrebbe, da qui a breve, andare al governo di Terni, avanzarla. Certo si tratta di un’operazione tutta da costruire e con rilevanti impegni economici da reperire. Non ci sembra semplice e comunque fino ad allora?

Non poteva essere diversa la risposta di De Rebotti: portare avanti il progetto di Cammartana. Il sindaco ha ragione quando dice che la funzione dell’ospedale di Narni non può essere che integrata con quello di Terni. Questo concetto lo ha mutuato dalle decine e decine di comunicati, interventi in consiglio che noi abbiamo fatto nel corso degli anni. Sbaglia invece quando si riferisce al nuovo ospedale che nessuno costruirà mai. Adesso dopo 50 anni siamo giunti al terzo o quarto finanziamento per fare il progetto e lo rispacciamo per l’ennesima volta come il punto strategico? Ma chi vogliamo prendere in giro? Il sistema putrefatto Pdcentrico è finito per sempre e lui, non proprio un semplice portatore d’acqua, potrebbe avere più coraggio.

La disamina del Tribunale dei diritti del malato che evidenzia quelle che potrebbero essere le criticità, va preceduta da considerazioni di carattere generale. Certo la farraginosità della burocrazia italiana, la perifericità del nostro territorio e quindi anche dell’ospedale rispetto ai circuiti ‘magici’ regionali non aiuta, ma la carenza dei medici, che comincia ad essere evidente in alcune specialità, è reale e questo vale per tutti i presidi della Usl non solo per il nostro. Per questo e per le difficoltà economiche che ci aspettano – la politica espansiva della BCE di Mario Draghi volge al termine – non è escluso che, nei prossimi anni, anche altri ospedali regionali dovranno subire riduzioni di funzione sanitarie.

A tutt’oggi, grazie al lavoro dei personale sanitario ed infermieristico, sono ancora numerose e di buona qualità le attività sanitarie svolte nell’ospedale di Narni. Riguardo alle situazioni riportate nel documento, più di una potrebbe essere sanata senza troppe difficoltà, mentre qualcun’altra potrebbe non essere necessaria. Certamente va sospeso con atti formali e chiari il progetto di depotenziamento del laboratorio analisi di cui tanto si sente parlare. Invitiamo altresì la dirigenza della Usl ad uno sforzo riguardo la realizzazione di un servizio pediatrico diurno che servirebbe anche da valvola di compensazione per Terni. È evidente che dopo l’ingiusta e scarsamente motivata chiusura del punto nascite, il migliore della regione, la funzione dell’ospedale di Narni è cambiata e non può che essere strettamente integrata con Terni.

A Narni oltre alle funzioni esistenti deve essere concentrata l’attività della chirurgia multidisciplinare programmata della conca ternana. Avevamo, nel nostro programma elettorale, anche proposto un recupero della mobilità che sfugge alla Regione, cercando accordi misti pubblico-privato per far diventare l’ospedale un polo dedicato ad specifiche attività di chirurgia programmata, sfruttando anche la strategicità della vicinanza di Roma. Ad Amelia sin da subito va potenziato il numero dei posti letto di riabilitazione fino a raggiungere in tempi certi quelli previsti per Cammartana. Altrimenti qualcuno ci dovrebbe spiegare perché continuiamo a pagare altre strutture private o fuori regione, da quello che si dice dovrebbero essere di vari milioni di euro l’anno, che potrebbero essere risparmiate e usate per dare lavoro localmente.

Terni, privato delle funzioni improprie della chirurgia di base, potrebbe continuare a svolgere con ancor maggior successo, anzi ampliare, le funzioni di alta chirurgia a cui è preposto. Tutto questo vale adesso, non costa tanto e, per chi ci crede, vale fino a quando verrà aperto l’ospedale di Cammartana o quello della conca. Altrimenti senza ruoli certi ed integrati non c’è nessun futuro.

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