Ospedale Perugia: «Gestione sana»

Diminuiscono i ricoveri e aumentano i day hospital. Il dg Duca: «Nel 2017 tutti gli ambulatori al Santa Maria della Misericordia»

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Pieno equilibrio di gestione e nuovi importanti obiettivi per l’anno che è appena iniziato e che vedrà, su tutti, il completo trasferimento degli ambulatori di via del Giochetto presso il polo unico ‘Santa Maria della Misericordia’.

La presentazione dei dati da parte del dg Duca

La relazione I dati e l’analisi di un anno intenso sono stati al centro dell’incontro sull’attività assistenziale dellOspedale di Perugia nell’anno che si è da poco concluso e che ha visto riuniti nell’aula del Triangolo il direttore generale del polo Emilio Duca, il direttore sanitario Diamante Pacchiarini, la presidente della Regione Catiuscia Marini assieme all’assessore alla Sanità Luca Barberini e il Rettore dell’Università Franco Moriconi.

La conferenza all’aula Triangolo

I dati Diminuiscono i ricoveri in regime ordinario. E’ questo il primo dato su cui ha voluto porre una riflessione il dottor Duca, sottolineando che si è passati dai 34.843 ricoveri del 2015 ai 33.657 del 2016, «un importante indicatore – ha specificato il direttore generale – di appropriatezza dell’attività ospedaliera per acuti, ed è anche il risultato di un progressivo potenziamento dei letti tecnici di Osservazione breve intensiva». Oltre ai ricoveri, sono stati 5.646 i pazienti trattati in regime di day hospital e day surgery, con un incremento sensibile per i ricoveri chirurgici di un giorno, più 5% rispetto al 2015, pari a 156 casi in più. Sempre dalla relazione è emerso che sono stati trattati con l’Osservazione breve intensiva circa 8.000 pazienti e di questi solo il 21,5% è stato poi ricoverato, ciò ha comportato una riduzione dell’inappropriatezza, come richiesto sempre con maggiore attenzione da parte del ministero della Salute. «Un’altra innovazione organizzativa che ha contribuito insieme all’Osservazione breve intensiva ad affrontare il fenomeno dei letti aggiunti è l’Unità di degenza infermieristica che nel 2016 ha preso in carico 546 pazienti con una degenza media di 6,68 giorni. Gli interventi chirurgici sono invece stati 20.164.

L’inaugurazione della ‘Breast unit’

Breast unit Ma il 2016 è stato anche l’anno in cui il Santa Maria della Misericordia ha vissuto un’importante riorganizzazione: nel mese di settembre è stata infatti  attivata un’area di week surgery multidisciplinare che rappresenta una sorta di ‘contenitore’ di chirurgia a basso grado di complessità in cui confluiscono i pazienti di classe B -attesa entro 60 giorni dalla prenotazione – che rappresentano una importante componente delle liste di attesa chirurgica. Ciò ha contribuito a definire setting assistenziali sempre più appropriati. Contestualmente è stata attivata una ‘Breast unit’ autonoma, individuando un’area logisticamente definita e completamente rinnovata, anche per quanto riguarda il confort, con spazi di degenza adeguati separati dalla normale casistica di un reparto di chirurgia generale.

Tumore al seno La nuova ‘Breast unit’, inaugurata lunedì  mattina in presenza anche della presidente della Lega italiana tumori Anna Maria Togni, nell’anno 2016 ha dimesso 525 pazienti, di cui 325 donne operate per tumore  primario della mammella. Il 93% di essi proviene dal territorio regionale, in particolar modo dalla USL Umbria 1 il 74,7%, mentre il restante 7% è di fuori regione. L’attesa media per l’intervento dalla data di prenotazione del ricovero, per le pazienti di classe A è stata di 25 giorni, con attesa massima prevista di 30 giorni. Il tempo di attesa tra l’ingresso in ospedale e l’intervento è brevissimo: infatti l’81% delle donne viene operato nella stessa giorno in cui è stato effettuato l’accesso in ospedale, e se si allarga lo spettro temporale un altro 13% viene operato il giorno successivo all’ammissione.

I parti Calano, invece, le nascite, con 111 parti in meno rispetto al 2015 quando si registravano 2.076 nuovi nati, dato in linea con la tendenza nazionale mentre da rilevare è l’aumento di un punto percentuale dei parti fisiologici, che passano dal 70,1% del 2015 al 71,1% del 2016, e la significativa riduzione dei parti cesarei primari che si è attestata al 18.2% rispetto al 19,7% dell’anno precedente.

Il Pronto soccorso nell’anno 2016 ha effettuato 62.139 accessi, con una media di 170 accessi giornalieri. Di questi l’1% è rappresentato da codici rossi e il 14% da codici gialli. Mentre il 69% circa di essi è stato classificato come codice verde (bassa gravità) con un’attesa media limitata a circa 45 minuti, che pone l’Ospedale di Perugia in una posizione di eccellenza rispetto alle aziende sanitarie delle regioni facenti parte del network valutato dal MeS, Management e sanità, della Scuola Sant’Anna di Pisa.

Liste d’attesa Nell’ambito dell’integrazione tra Aziende sanitarie regionali, l’anno 2016 è stato caratterizzato dall’attivazione di protocolli interaziendali con la Usl Umbria 1 per l’attività di chirurgia specialistica: chirurgia pediatrica (presso l’Ospedale di Assisi), otorinolaringoiatria (presso l’Ospedale di Pantalla) e chirurgia ginecologica (presso l’Ospedale di Castiglione del Lago); questo nuovo tipo di collaborazione prevede un ‘pool itinerante di professionisti’ che operano casistica di medio-bassa complessità nei presidi del territorio, favorendo l’abbattimento delle liste di attesa e il contenimento della fuga dei pazienti verso altre regioni.

Il futuro Per quanto riguarda infine i progetti per  l’anno 2017 i principali obiettivi sul versante interno saranno rappresentati dal completamento della riorganizzazione dell’area del Pronto soccorso e della Medicina d’urgenza e dalla riorganizzazione della piastra dei servizi per ciò che concerne i sistemi di angiografia digitale. Sul versante esterno il principale impegno sarà orientato alla ulteriore implementazione, con entrambe le aziende territoriali, di nuovi protocolli interaziendali con USL Umbria 1 e 2 e al rafforzamento dell’integrazione ospedale-territorio, attraverso dimissioni protette e sistema a rete con l’assistenza primaria e le cure intermedie.

Piano sanitario «La sanità umbra si trova ad affrontare nuove sfide in un contesto generale particolarmente difficile, segnato da bisogni in aumento e risorse economiche non sufficienti. L’obiettivo dell’assessorato alla Salute è quello di definire quanto prima un nuovo Piano sanitario regionale, in grado di dare risposte più adeguate alle necessità dei cittadini, definendo un modello di sanità più innovativo basato su una rete ospedaliera di qualità, su una maggiore attenzione alla prevenzione e sul potenziamento dei servizi di assistenza territoriale». Queste le priorità per l’assessore Luca Barberini intervenuto alla conferenza stampa. «In questo percorso – ha detto Barberini – occorrono scelte innovative, con un maggiore coinvolgimento dei professionisti della sanità e del mondo dell’Università, considerando anche che il 25 per cento della popolazione umbra ha oltre 65 anni, il 5 per cento non è autosufficiente e che circa il 55 per cento del personale sanitario supera i 55 anni». 

Marini Un piano sanitario snello e centrato sulle nuove sfide che potranno salvaguardare la sanità umbra per i prossimi dieci anni, ha sottolineato invece la presidente Marini che, ha aggiunto: «basate sulla necessità di fare scelte riorganizzative riguardanti non solo i luoghi fisici come gli ospedali, ma anche le professionalità e le competenze al fine di garantire ai cittadini sempre maggiore qualità assistenziale e sicurezza». L’obiettivo è dunque riorganizzare la sanità umbra non solo con atti di programmazione sanitaria, ma anche raccogliendo la sfida dell’innovazione. «Nel 2017 lavoreremo su questo, insieme alle professionalità tecniche di cui disponiamo e con il coinvolgimento dell’Università degli Studi di Perugia, che deve inserirsi in questo percorso divenendo parte attiva anche delle sfide assistenziali».

 

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