Ospedale Terni, tempi di vestizione ’16-’21: ok ad erogazione per 1,6 milioni di euro

Presa d’atto e semaforo verde per il pagamento: riconoscimento del tempo aggiuntivo per gli operatori. L’accordo con i sindacati era stato firmato a dicembre

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di S.F.

Tempi di vestizione dal 1° gennaio 2016 al 30 giugno 2021 e problematiche emerse negli ultimi anni, si chiude la partita. Per una cifra complessiva – di mezzo anche gli oneri e l’Irap – tutt’altro che irrilevante, vale a dire 1,6 milioni di euro: riguarda l’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ perché venerdì è arrivato il via libera per l’erogazione al personale addetto all’assistenza. La firma odierna fa seguito all’accordo firmato dalle delegrazioni trattanti di parte pubblica ed i sindacati dell’area di comparto.

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L’accordo e le condizioni

Lo scorso dicembre c’è stata la firma sull’accordo a saldo e stralcio per il quinquennio 2016-2021 per evitare possibili e ulteriori contenziosi di aggravio su una vicenda già nota da tempo. Al centro dell’attenzione c’è il riconoscimento del tempo aggiuntivo all’orario di lavoro per la vestizione, a diverse condizioni: l’appartenenza ai ruoli sanitario e tecnico, funzione direttamente riconducibile all’assistenza, l’obbligo di indossare la divisa nella sede di lavoro effettuando il relativo cambio di vestiti (non è considerato il camice in tal senso), la riconoscibilità del ‘passaggio di consegne’, l’effettiva prestazione lavorativa risultante dal sistema di rilevazione delle presenze e, infine, l’organizzazione che rende inattuabile che la vestizione in entrata/uscita sia realizzata nell’orario di servizio ordinario. Il patto sindacale – viene ricordato – «riconosce e valorizza l’orario tipo considerato per la vestizione e svestizione con lavoro articolato su tre turni, su due turni e su un turno». Gli scaglioni economici sono sei e l’importo medio lordo per ora è del 60% rispetto alla tariffa contrattualmente riconosciuta: si va da un minimo di 100 euro ad un massimo che va oltre ai 1.740.

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La liquidazione e la prescrizione

L’accordo prevede la liquidazione ed il pagamento per ciascuno operatore in possesso dei requisiti con sottoscrizione di apposito contratto. La cifra in ballo è di 1,6 milioni di euro e trova copertura all’interno degli accantonamenti al fondo rischi e oneri. Con l’atto odierno – viene specificato nella delibera firmata dal direttore generale Pasquale Chiarelli, dalla dirigente amministrativa Maria Rita Bruscolotti e dalla responsabile del procedimento Raffaella Ranchetti – può ritenersi «conclusivamente definita ogni pretesa sindacale ed individuale a tale titolo, per tutto l’arco temporale sopra indicato e per i periodi eventualmente pregressi, comunque oggetto di prescrizione». Cash in arrivo per molti operatori.

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