Ospedale Terni: il dg Chiarelli si dimette ma sarà operativo fino al prossimo 12 settembre

Lo comunica la Regione. Tesei e Coletto lo ringraziano e lui fa altrettanto, anche con il personale

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Il direttore generale dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni, Pasquale Chiarelli, ha rassegnato le dimissioni con decorrenza dal prossimo 12 settembre. A renderlo noto è la Regione Umbria in una nota. «La presidente della Regione Donatella Tesei e l’assessore alla sanità Luca Coletto – si legge nella nota -, nel rispetto della decisione presa da Chiarelli, lo ringraziano per il lavoro svolto e che svolgerà sino alla data di cessazione del servizio, per la professionalità e le competenze sempre dimostrate nonostante le condizioni estremamente difficili in cui si è trovato ad operare a causa della pandemia». Anche Chiarelli, dal canto suo, ha ringraziato «la presidente per la fiducia che è stata riposta in lui e tutto il personale dell’ospedale di Terni per l’opera condotta sempre con serietà, sacrificio e collaborazione».

Le reazioni: M5S

«Apprendiamo con soddisfazione – la nota del gruppo consiliare pentastellato – delle dimissioni del direttore generale dell’azienda ospedaliera Santa Maria Pasquale Chiarelli. Riteniamo questa scelta doverosa anche se tardiva viste le drammatiche condizioni in cui versa oggi il nostro ospedale, le quali non abbiamo mai esitato a denunciare. Tardive, anche alla luce del fatto che tali dimissione diverranno effettive dal prossimo 13 settembre. Riteniamo che sia stato determinante al fine di questa scelta l’atto presentato dal M5s e votato a grande maggioranza dal consiglio comunale con l’astensione solo della Lega,  che chiedeva un cambio di passo nella gestione e inevitabilmente dei vertici dell’azienda ospedaliera. Ora c’è da ricostruire non solo l’efficienza del nosocomio, ma anche il rapporto con gli operatori sanitari oramai stremati ed esausti, con le parti sociali da sempre marginalizzate e inascoltate e con una città intera che sta perdendo la fiducia nella governance del sistema sanitario pubblico. Occorre una nuova dirigenza – concludono – che abbia l’umiltà di ascoltare il territorio e gli operatori del Santa Maria, che sappia costruire una collaborazione con la Usl2 lavorando per una piena integrazione e che ridia slancio e fiducia nel sistema sanitario pubblico».

Senso Civico e Pd

«Le dimissioni del direttore generale Chiarelli – la considerazione di Senso Civico e Pd – non sono un taguardo da festeggiare ma un punto di partenza. Non sono merito delle forze politiche ma di quelle sindacali. Abbiamo lavorato intensamente in questi ultimi mesi per una convergenza bipartisan sulle questioni problematiche dell’Azienda Ospedaliera di Terni e della sanità pubblica. Il voto quasi unanime del consiglio comunale di Terni, che oggi finalmente viene ascoltato, è la prova che il nostro lavoro ha portato risultati. Grazie al direttore generale per il suo passo indietro. È necessario ora ripartire dal ruolo centrale delle forze sindacali, delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità, alle quali le nostre forze politiche guardano come guida e a cui va il merito di avere, in questi difficili anni, presidiato il territorio e difeso la nostra azienda ospedaliera da maldestri tentativi di depotenziamento, tenendo sempre alta l’attenzione. Gli operatori della sanità devono essere i protagonisti principali di questa nuova fase, nella consapevolezza che i problemi strutturali della sanità nascono prima e vanno oltre le responsabilità dei singoli dirigenti. Essi sono aumentati in questi anni, soprattutto a causa delle logiche di indebolimento del pubblico da parte del governo cittadino e regionale. La difesa delle specialità, l’indizione finalmente di nuovi concorsi per primari, l’autonomia organizzativa della nostra azienda sanitaria, ribadita anche dal ministro Speranza, il coordinamento con la sanità territoriale, sono solo alcune delle priorità che da tempo indichiamo.  La commissione consiliare ha elaborato, grazie anche ai nostri stimoli, un programma condiviso. Chiediamo – chiudono – ora al sindaco di farsene interprete e di avviare in questi mesi una interlocuzione trasparente per indicare il nuovo corso da seguire e far si che tutte le forze politiche siano presenti e puntuali nelle sfide che riguardano la sanità pubblica. Occorre pretendere dalla Regione il massimo coinvolgimento del nostro territorio.  La convocazione delle forze sindacali a palazzo Spada è fin da subito necessaria ed il primo punto di partenza, per avviare nelle sedi opportune procedure di ascolto e condivisione, nel rispetto dei reciproci ruoli maggioranza e opposizione, ma nella consapevolezza che tutti dobbiamo remare nella stessa direzione a difesa del territorio».

Claudio Fiorelli (M5S): «Ascoltare i professionisti»

«Finalmente – le parole del consigliere comunale pentastellato – anche la presidente dell’Umbria Donatella Tesei ha preso atto che la sanità regionale va completamente ristrutturata. A destare preoccupazione è il fatto che sia proprio lei, insieme all’assessore Coletto, a doversene far carico. La gestione dell’emergenza Covid ha dimostrato ampiamente l’incapacità della giunta regionale, in contrasto con l’incomprensibile ottimismo sbandierato dalla Tesei. Il rischio è quello di aumentare ulteriormente l’enorme divario che già c’è tra il nord e il sud dell’Umbria. Come più volte ho avuto modo di riferire anche direttamente all’assessore Coletto la gestione Covid è stata a dir poco scellerata e a dirlo non sono solo io, ma tutti gli operatori del settore. Gravissima, innanzitutto, la totale mancanza di ascolto delle professionalità che si sono trovate in prima linea ad affrontare l’emergenza, le uniche e sole deputate a pronunciarsi in merito. Più volte abbiamo sottolineato come Movimento 5 Stelle la mancanza di percorsi dedicati, così come la grave decisione di aver chiuso alcuni ospedali che potevano filtrare pazienti per non farli riversare interamente, come puntualmente successo, su alcune strutture che già in difficoltà. Strutture che in particolare nel sud dell’Umbria dove l’impatto del Covid è stato maggiore e più deleterio hanno finito per collassare; è il caso degli ospedali di Narni e Amelia, nosocomi già logori che alle prime difficoltà hanno chiuso i battenti, e di Terni, altro ospedale tra i più vecchi della regione e con il più grave deficit di personale, che ha affrontato il più alto numero di ricoveri anche a causa di pazienti che venivano trasferiti dall’Usl Umbria 1 o dallo stesso ospedale di Perugia. Ad evitare il patatrac – sottolinea Fiorelli – è stato solo il grande lavoro dei professionisti sul campo. Mentre medici e personale di altri ospedali venivano lasciati a casa, a Terni solo i turni raddoppiati o triplicati hanno permesso di gestire l’incompetenza di chi doveva trovare soluzioni. La ristrutturazione dell’assetto sanitario regionale va fatta bene e non si può prescindere da un accordo tra Università e Regione equilibrato e bilanciato. Purtroppo, al contrario, sia dai sindacati che da personale tecnico giungono riflessioni che vanno in tutt’altra direzione. Un accordo sbilanciato, nell’uno o nell’altro senso, può portare problematiche sanitarie difficili da recuperare. Nell’accordo che è stato stilato è senza dubbio l’Università che fa la parte del leone. Non si tratta di rivendicare una superiorità della Regione, ma della necessità di trovare un punto di equilibrio. Inoltre, la presidente Tesei parla di togliere i doppioni all’interno delle strutture ospedaliere. Bisogna vedere cosa significa in termini concreti. Perché se i pazienti devono spostarsi da Terni a Perugia, o viceversa, perchè non ci sono reparti in grado di svolgere il lavoro, il rischio è di creare migrazioni interne o addirittura verso altre regioni, prima tra tutte la Toscana. Per questo è assolutamente necessario ascoltare chi è in prima linea sul campo. La sanità non si migliora raccontando mezze verità, come fatto dall’assessore Coletto nella sua recente visita a Terni. Quando è stato messo di fronte alla realtà di una grave mancanza di personale a Terni per quanto riguarda gli anestesisti, la sua risposta è che queste figure mancano in tutta Italia. E’ una mezza verità perché se è vero che c’è carenza in tutto il Paese, l’assessore Coletto – conclude Fiorelli – ha omesso di dire che molti specialisti e neo specialisti scelgono di sottoscrivere contratti con regioni vicine perchè trovano condizioni lavorative migliori. La sanità umbra si migliora ascoltando chi ha voce in capitolo e non raccontando mezze verità».

Orsini (Misto): «Problemi non si risolvono con Chiarelli out»

«Ringrazio – il pensiero del consigliere comunale Valdimiro Orsini – Pasquale Chiarelli per il lavoro svolto al con passione e professionalità in un momento difficile per la sanità umbra che sconta problemi annosi di natura strutturale e questioni legate alla pandemia Covid 19. I problemi della sanità umbra e ternana – dichiara il consigliere del gruppo misto Valdimiro Orsini – non si risolvono con le dimissioni del dottor Chiarelli, ci sono problemi evidenti: il disastro della sanità territoriale; il depotenziamento dell’ospedale di Narni e Amelia ha provocato ulteriori problemi alle strutture ospedaliere del Santa Maria, come testimonia l’aumento spropositato di accessi al pronto soccorso di Terni; le liste di attesa divenute talmente lunghe che al Cup non vengono prese le prenotazioni per molti tipi di esame diagnostici. Sono necessari dunque interventi in profondità, che necessitano di un confronto costante con gli operatori della sanità, con le categorie sociali, i rappresentanti delle istituzioni locali, che condividano un piano complessivo di intervento, investimento ed efficientamento, un cambiamento della sanità regionale. Non è oggi che l’azienda ospedaliera ha perso attrattività, soprattutto nelle prestazioni di altà specializzazione, ora, dunque, c’è bisogno di qualità che tenga finalmente conto delle professionalità, dei meriti, chiudendo finalmente quella lunghissima stagione di rendite di posizione e di situazioni consolidate».

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