Ospedale Terni, l’informativa: «Posti Covid quasi terminati»

Preoccupazione per quanto diffuso nella giornata di martedì: «Riorganizzazione e riduzione attività operatorie all’orizzonte». Filipponi (Pd): «Cosa è stato fatto in questi mesi?»

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Il quadro – aggiornato al 20 ottobre – non è dei più rassicuranti ed emerge da una informativa diffusa nell’ambito delle Rsu dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni. Si parte dall’esaurimento dei posti disponibili presso la terapia intensiva. Ma non sono gli unici. «I 24 posti letto del reparto malattie infettive sono al completo; i 9 posti letto del reparto pneumo-Covid sono al completo; dei 17 posti letto del reparto Covid1, 14 risultano già occupati. La situazione risulta grave».

SPECIALE COVID – UMBRIAON

Le misure. C’è la riduzione delle attività chirurgiche

Nello stesso documento si legge che «si sta predisponendo una terapia intensiva post operatoria con 10 posti letto; si sta liberando la sezione B della rianimazione generalista, tresferendo i pazienti al nosocomio di Orvieto, così da liberare posti per pazienti Covid a Terni; si sta predisponendo di liberare l’osservazione breve intensiva per ottenere 5 posti letto di terapia intensiva Covid-19; si stanno predisponendo complessivamente 21 posti letto di terapia intensiva, è previsto poi l’utilizzo della ‘recovery room’ del blocco operatorio ed infine delle sale operatorie per avere ulteriori posti di terapia intensiva; si sta programmando una drastica riduzione dell’attività del blocco operatorio; si è già predisposto l’accorpamento dell’unità gravi cerebrolesioni acquisite (Ugca) e neurochirurgia; si sta predisponendo un prossimo accorpamento del reparto di clinica medica e geriatria; allo stato attuale si attende la delibera regionale per predisporre la chiusura degli accessi ospedalieri per il personale non sanitario e chiarezza sulle riduzione delle attività».

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«Situazione preoccupante, subito interrogazione»

Alla luce dei dati, il capogruppo del Pd in Comune, Francesco Filipponi, parla di «situazione molto preoccupante per i dati che, se confermati, vedrebbero al ‘Santa Maria’ una situazione non sostenibile, tale da mettere a rischio servizi fondamentali. Si tratta di notizie che destano grande allarme, che starebbero ad indicare una situazione delicatissima, caratterizzata da un numero di posti letto specializzati assolutamente non adeguato. Alla prima seduta utile presenterò un’interrogazione in consiglio comunale per sapere che cosa abbiano fatto in questi mesi estivi, quando l’emergenza Covid era più gestibile, l’azienda ospedaliera e l’assessorato regionale alla sanità per adeguare le strutture del ‘Santa Maria’ alla prevista nuova ondata di questi giorni».

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«Rischio collasso»

Sul tema interviene anche il consigliere regionale del Pd Fabio Paparelli: «L’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni è ormai da giorni sottoposta a un forte stress organizzativo e sanitario che rischia di portarla verso il collasso. Serve al più presto una seria pianificazione che permetta di gestire la nuova ondata di contagi Covid senza arrivare a smantellare gli ospedali ed esporre sia gli operatori e che i cittadini a forti rischi per la propria salute. Cosa che avrebbe dovuto essere fatta da mesi, in previsione di questa annunciata fase delicata. Nonostante le pressanti sollecitazioni – sottolinea – di sindacati di categoria, operatori della sanità umbra e delle stesse forze di opposizione, la giunta regionale continua a non fornire risposte adeguate rispetto alla straordinarietà della situazione, che si è venuta a creare anche a causa della mancata programmazione che era possibile mettere in atto sin dalla scorsa primavera. Il caso dell’ospedale di Terni, ormai prossimo alla saturazione, potrebbe essere solo il primo caso di una lunga serie di strutture non più in grado di reggere l’onda d’urto della pandemia. Considerando che, ad oggi, a Terni, i posti letto di terapia intensiva risultano già tutti occupati, così come quelli dei reparti di malattie infettive e pneumo-Covid e 14 dei 17 posti letto del reparto Covid 1 risultano già occupati, la situazione appare davvero seria e preoccupante. Grazie all’infaticabile impegno degli operatori del Santa Maria, si starebbero cercando soluzioni in corsa per aggiungere altri 21 posti letto di terapia intensiva, attraverso l’utilizzo della recovery room del blocco operatorio e delle sale operatorie, che costerà una drastica riduzione delle attività chirurgiche, oltre che con l’accorpamento di reparti e il trasferimento di alcuni pazienti ad Orvieto. Ad oggi – chiude Paparelli – gli stessi operatori sono ancora in attesa di indicazioni dalla Regione circa la chiusura degli accessi ospedalieri per il personale non sanitario e che faccia chiarezza sul livello di riduzione delle prestazioni sanitarie non Covid. Alla luce di tutto ciò, non aver accolto la proposta che avevamo avanzato la primavera scorsa, che prevedeva l’utilizzo dell’ex milizia di Terni, in parte già predisposta per affrontare questa emergenza, appare una grave negligenzae una responsabilità politica che qualcuno dovrà assumersi».

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