PalaTerni, mattatoio: «Non rinunciare, sarebbe una sconfitta»

Area in fase di consegna. C’è impasse sulla nuova struttura. Melasecche: «Imprenditori facciano una proposta seria e professionale. Politica agisca»

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di Enrico Melasecche
Assessore regionale alle opere pubbliche

Il bando del PalaTerni ne prevede la costruzione, i privati facciamo una proposta per arredarlo, gestirlo e trarne un giusto guadagno. La legge lo prevede. La politica agisca. Quale consigliere di opposizione nei tristi anni in cui Terni veniva portata al dissesto ho condotto battaglie di grande lungimiranza su molti fronti. Una delle tante era proprio quella per avere un nuovo mattatoio, utilissimo per molti operatori del nostro territorio, per dare lavoro a decine e decine di operatori specializzati, agricoltori, allevatori, laboratori per il trattamento delle carni, una filiera importante che va assolutamente mantenuta e sviluppata.

STOP AL SERVIZIO DI MACELLAZIONE: AREA IN CONSEGNA

Moltissime famiglie traggono dignitosamente di che vivere dalla esistenza di quella struttura che potrebbe attrarre un fatturato ben superiore al precedente. Una città di 110 mila abitanti, un bacino di 150.000, non può e non deve rinunciare ad averla. Proprio come l’ho descritta: modernissima, pulita, senza eternit sul tetto, senza ruggine dappertutto, facilmente raggiungibile, possibilmente organizzata in modo tale da offrire servizi aggiuntivi come accade in molti altre realtà nazionali con costi del servizio ragionevoli e concorrenziali.

IL BANDO A VUOTO PER IL MATTATOIO IN STRADA DI TAVERNOLO

Ho voluto e seguito in prima persona il PalaTerni, ormai da un anno e mezzo avviato a realizzazione, con importanti aspetti urbanistici relativi ai flussi di traffico che debbono correre insieme al cantiere principale, ma ho anche seguito, per quello che ho potuto, la necessaria costruzione del nuovissimo mattatoio nell’area accanto alla Strada dei Confini, di proprietà comunale, scelta appositamente per favorire l’accesso dalla viabilità regionale e nazionale. Ritardi nella gara, resistenze varie, qualche furbizia di troppo di chi riteneva di addossare al pubblico tutti i costi, forse alcuni errori hanno portato ad uno sfasamento fra la preventiva realizzazione del nuovo mattatoio e l’abbattimento del vecchio.

Perché il PalaTerni, nonostante tutto, nonostante gli ultimi tentativi di sabotaggio sempre più isolati e maldestri, da psichiatria lombrosiana, avanza senza tregua, nè poteva essere diversamente dopo la battaglia condotta per bonificare quegli otto ettari di vergogna e dotare Terni di un polo sportivo unico nel suo genere. Sarebbe però una sconfitta della città, anche se settoriale, quella di rinunciare a perseguire la costruzione del nuovo mattatoio. Sono certo che con un po’ di buona volontà, evitando di ripetere errori, coagulando gli interessi degli operatori che potrebbero ben unire le forze per arredare e gestire la nuova struttura che viene realizzata dal punto di vista edilizio dalla stessa Salc, di Simon Pietro Salini, il costruttore del PalaTerni.

Mi giungono sollecitazioni da parte di associazioni di categoria ed imprenditori che chiedono di ridurre al minimo il tempo necessario per concretizzare questo progetto. Sono da sempre per le soluzioni trasparenti senza mai però indulgere su inutili attendismi. Gli stessi imprenditori del settore non pretendano dal pubblico ciò che il pubblico in questa fase difficile non può dare e, in base al codice degli appalti, facciano una proposta seria e professionale. Provvedano ad arredare il nuovo mattatoio che il Comune deve realizzare, come prevede il bando di gara, e la gestiscano per un numero di anni congruo per ammortizzare l’investimento e trarne il giusto guadagno.

Altrimenti non lamentiamoci come al solito. Il destino cinico e baro non esiste, dipende solo dalle nostre scelte, buone o sbagliate, del pubblico ma anche dei privati che non possono continuare a pretendere la luna nel pozzo. Facciano gli imprenditori se ne sono capaci e il Comune, come ha fatto con il PalaTerni, favorisca questo processo. Basta con le parole, la nuova Terni pretende managerialità e fatti.

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