Rapporti tesi con la segreteria a guida Sara Giovannelli, scelte sulle candidature per le politiche e, per ultimo, il mancato invito alla direzione comunale Pd del prossimo 15 marzo in cui si discuterà del tribolato percorso di avvicinamento alle amministrative. Sono alcune delle motivazioni, certo non le uniche, che hanno portato l’ex senatore Dem Gianluca Rossi – seguito a ruota dalla presidente dell’assemblea comunale del partito Maria Grazia Proietti – a decidere di non rinnovare la tessera 2018 del Pd.

Gli albori Una decisione, quella di Rossi, su cui interviene Sandro Corsi, membro della direzione comunale del partito, decisamente vicino all’attuale segreteria comunale, che fra un invito a ripensarci e qualche ‘stoccata’, dice la sua. «Voglio ricordare – esordisce Corsi – che fui io ad iscrivere Gianluca Rossi al Pci e quindi al Pds nell’allora sezione ‘Concetto Marchesi’ di piazza Dalmazia, anche in ragione di una storia familiare importante da sempre legata ai valori della sinistra. E quanto accaduto mi amareggia, lo dico sinceramente, da persona che gli è stata e gli è vicina».
‘Stoccate’ Dopo i ‘convenevoli’, partono però le prime stoccate: «Ritengo, allo stesso tempo, che nel suo lungo percorso politico, Gianluca Rossi abbia dato molto al partito, ricevendo però anche gratificazioni come quella di rappresentarlo in ruoli apicali, nelle massime istituzioni regionali e in Parlamento. L’altro elemento che mi amareggia è che abbia inteso prendere questa decisione per una questione meramente nominale».

Assenza non casuale «Voglio sottolineare – prosegue Corsi – che le distanze si sono ampliate nel contesto di una campagna elettorale dove sono stato diretto testimone di tutti gli inviti rivolti, dalla segretaria comunale e anche dall’onorevole Damiano, al senatore Rossi perché partecipasse alle iniziative in programma. Quegli inviti sono tutti caduti nel vuoto e mi è spiaciuto molto che nell’ultimo giorno di campagna elettorale, quando tutto il Pd ternano con i suoi dirigenti era presente all’iniziativa organizzata con il ministro Carlo Calenda, Gianluca Rossi fosse in un altro collegio, diverso dal proprio, in Valnerina. Ciò ha colpito chi si è impegnato in prima persona per sostenere i candidati Pd del territorio».
Il ‘calumet’ Infine, la mano tesa: «Voglio invitare Gianluca ad una riflessione, perché situazioni di questo genere in politica ci sono sempre state e ci saranno, ne sono stato diretto testimone nella mia lunga storia politica. Ma non si può mettere in discussione la propria motivazione, il far parte di un partito o un’associazione, per supposti comportamenti dei singoli che non si condividono. Serve andare oltre e per questo spero che ci ripensi, perchè abbiamo un territorio comune, quello del centrosinistra». Basterà? Ad oggi ci pare difficile.
La replica Sì, è difficile. Basti considerare la replica inoltrata da Gianluca Rossi ad umbriaOn: «Corsi è un mentitore e un provocatore seriale – dice l’ex senatore – . Se il Pd di Terni si è ridotto a farsi rappresentare così, è un motivo in più per prenderne le distanze. E poi ci si chiede perché la gente si allontani dal partito».
Controreplica di Corsi: «Com’è noto, quando parlo di politica parlo sempre a mio nome e senza bisogno di gallone alcuno. I fatti riferiti al senatore Rossi sono tali, reali, conosciuti e circostanziati e non scendo al trivio da lui evocato nè mai ci scenderò per rispetto alla sua storia ed a quella onesta e importante del Pd di Terni. Anzi, mi auguro che tanti compagni possano esserne di nuovo parte e protagonisti rinnovati in un centrosinistra riformista da edificare insieme».