Pendolari, prosegue ‘botta e risposta’

Il portavoce del Coordinamento Comitati Pendolari Umbri, Gianluigi Giusti, ribatte alle affermazioni dell’assessore Chianella e ribadisce la richiesta di fissare l’incontro

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I pendolari non danno tregua alla Regione. Stavolta a prendere posizione è – nuovamente – il portavoce del Coordinamento Comitati Pendolari Umbri, Gianluigi Giusti, che ribatte alle affermazioni dell’assessore Chianella e ribadisce la richiesta di fissare al più presto l’annunciato incontro.

Gianluigi Giusti

I rimborsi «Le dichiarazioni rilasciate dall’assessore pro tempore ai Trasporti della Regione Umbria, architetto Giuseppe Chianella – dice Giusti – meritano una breve replica. Innanzitutto, occorre sgombrare il campo da un primo possibile equivoco: oggetto della discussione non sono gli abbonamenti, pur recentemente adeguati anche se di pochissimo nel prezzo, come già sostenuto, anche, da altre fonti, ma solo la Carta Tutto Treno, sia con riferimento all’aumento del costo di 100 euro, sia in relazione alla sua non utilizzabilità per i treni Freccia Bianca. E visto che siamo nella prospettiva di fugare ogni possibile dubbio, non possiamo non chiedere una cosa. L’assessore afferma che “dall’analisi dei dati in nostro possesso risulta che ci siano utenti che hanno ottenuto rimborsi da parte della Regione anche fino a 1.000 euro”. Non ci risulta, però, che ad oggi in Umbria, a differenza di altre regioni, siano mai stati elargiti ai pendolari risarcimenti di sorta, magari anche sotto forma di bonus/sconti sul rinnovo degli abbonamenti, per i disagi subiti (come ad esempio per il malfunzionamento dell’aria condizionata nell’estate 2015, riconosciuto anche dalla stessa Trenitalia). Cosa intende dunque l’Assessore con la parola rimborsi e a che titolo e a chi sarebbero stati erogati?».

Giuseppe Chianella

I confronti Ma il portavoce del comitato va oltre: «Venendo, poi, al merito della vicenda, altre nubi si stagliano all’orizzonte. Afferma l’assessore che l’Umbria si fa carico di un importo per la Carta decisamente superiore rispetto alle altre Regioni con analoga convenzione. Prende, in proposito, ad esempio la Toscana che avrebbe stanziato 200 mila euro. Dimentica, però, di dire che il costo di una carta tutto treno per distanze superiori ai 100 chilometri in quella regione è di 250 euro, ben lontano da quanto paga oggi per la stessa distanza un umbro. E questo senza considerare che in Toscana i titolari hanno la possibilità di accedere ai Freccia Boanca. Da dove deriverebbe, quindi, il maggior impegno della Regione?».

Un Freccia Bianca

I prezzi E qui Giusti snocciola un po’ di cifre sulle tariffe: «Quella di un biglietto di seconda classe IC Roma/Terni è di € 17,00 mentre per il FB sulla stessa relazione è di € 18,00; per la tratta Roma/Foligno è di € 21,00 per il FB e di € 20,50 per l’IC; sempre tra Foligno e Roma il prezzo dell’abbonamento mensile Intercity è di 186 euro, mentre il prezzo dell’abbonamento mensile Frecciabianca, che consente di usufruire sia dei treni Frecciabianca che di quelli di categoria inferiore (Intercity con esclusione dei treni regionali) è di € 198,00, su base mensile, mentre tra Terni e Roma l’abbonamento FB è di €160,00, mentre per l’IC è di €152,00. Esigue, dunque, le distanze di prezzo. Quanto può, dunque, essere l’incidenza sul costo totale della Carta e quindi sugli oneri per la Regione?».

Un treno locale

Il confronto Ciò che è certo, secondo il portavoce dei pendolari, «è l’assoluta irrilevanza del fatto che in tempi vicini a quelli del Freccia Bianca, interessato dall’esclusione, in partenza da Roma vi siano altre corse che potrebbero supplire alle deficienze conseguenti. E questo anche perché l’orario del primo dei convogli in questione non è agevole per tutti i pendolari – ore 17 (anzi per la maggior parte è impossibile) – e dunque essi si troverebbero a scontare un eccessivo sovraffollamento su quello seguente ore 17,58 che, per altro, ha anche tempi di percorrenza più lunghi. È, quindi, del tutto fuorviante dichiarare che “La Regione mantiene… il suo forte impegno, ma questo strumento deve essere ricondotto in un perimetro di accettabilità e parametrato anche a ciò che accade nelle altre regioni, in particolare a quelle vicine, e soprattutto deve essere compatibile con le risorse finanziarie a disposizione”. Sinceramente, in questo quadro a tinte fosche, stentiamo proprio ad intravedere l’impegno.
Per questo ritorniamo a puntare il dito sulla decisione di veicolare le somme derivanti dalle penalità e decurtazioni, pagate da Trenitalia per i disservizi, nel bilancio generale della regione Umbria, invece di imputarle nei capitoli di bilancio riguardanti l’Assessorato ai Trasporti. Ora attendiamo il confronto con gli organi regionali per cercare di venire a capo di tutti gli aspetti della intricata vicenda, ricordando soltanto che da parte nostra già nell’agosto 2016 era stata inviata una richiesta di incontro cui non è mai stato dato seguito».

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