«Per aiutare, l’Umbria stanzia pochissimo»

Bori e Paparelli (Pd) attaccano l’esecutivo: «Nelle classifiche del Cnr pubblicate da ‘Il Sole 24 Ore’ la giunta è l’ultima in Italia»

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«In Italia c’è una giunta regionale che si attesta all’ultimo posto tra i governi territoriali per stanziamenti in favore di imprese e famiglie dal proprio bilancio, per combattere la crisi economica e sociale derivante dall’emergenza sanitaria: è la giunta umbra, guidata da Donatella Tesei». È quanto rilevano i consiglieri regionali umbri del Pd, Tommaso Bori e Fabio Paparelli. «Ad attestare questo triste primato non è un organo di parte – sottolineano i consiglieri Dem – ma è il Cnr con l’istituto di studi regionali (Issifra) che, come riportato nei dati pubblicati da ‘Il Sole 24 Ore’, vede l’Umbria fanalino di coda rispetto a finanziamenti alle attività economiche, fondi a sostegno dei lavoratori e aiuti alle famiglie, fin qui stanziati nel corso dell’emergenza Covid-19. Ciò virtù di un unico milione di euro destinato a tale scopo dalla giunta Tesei, rispetto ai 20 promessi in sede di assestamento di bilancio e annunciati a mezzo stampa. Dei 32 milioni complessivamente impegnati, 31 provengono da fondi strutturali che l’Europa ha messo a disposizione della nostra regione».

«La Regione, di suo, mette pochissimo»

«Se consideriamo che nelle regioni del sud Italia la media di copertura degli interventi da fondi Uu è del 68% – precisano Bori e Paparelli -, il 97% toccato dall’Umbria dovrebbe suscitare quantomeno qualche ulteriore approfondimento e riflessione, tanto più se paragonato alle regioni del centro-nord che arrivano a finanziare le stesse misure con il 70% con fondi propri. Ma quello che ci appare ancora più allarmante – dichiarano i due consiglieri regionali del Pd – è il dato rilevato dallo stesso istituto del Cnr rispetto alla destinazione dei fondi, che ci rivela come in Umbria solo il 2% degli stanziamenti complessivi ha riguardato le famiglie e le persone o finanziato interventi per il sociale. Anche in questo caso intendiamo far parlare i numeri più che le opinioni: dei 2,7 miliardi a disposizione delle regioni italiane, il 60%, come riporta ‘Il Sole 24 Ore’, sono stati destinati alle aziende (1,1 miliardi per garanzie e mutui e 580 milioni di finanziamenti diretti con un occhio di riguardo ad artigiani e commercianti), il restante 40% alle famiglie con un supporto ai comuni nella distribuzione alimentare, voucher per i figli, sostegno alla didattica a distanza o aiuti agli inquilini».

«Si faccia di più»

«Nonostante gli appelli giunti da più parti e le proposte avanzate dalle forze di opposizione – continuano i due consiglieri regionali – nessuno di questi interventi richiamati è stato adottato nella nostra Regione per sostenere la coesione sociale e la ripresa. Al di là di annunci fini a se stessi, i numeri, ahinoi, sono lì a ricordarcelo impietosamente. Ci auguriamo pertanto – dichiarano Bori e Paparelli – che almeno sul fronte della rimodulazione delle risorse europee l’Umbria sappia cogliere le opportunità che le nuove misure, come annunciato dall’europarlamentare Massimiliano Smeriglio rappresentante del nostro collegio e approvate recentemente da parlamento e consiglio europeo, consentiranno in termini di flessibilità, per una rimodulazione dei fondi più affine ai bisogni e alle necessità dell’emergenza e della ripresa, oltre che per mezzo dell’abolizione dell’obbligo di co-finanziamento delle misure, che libererà risorse importanti dai bilanci regionali. I cittadini si attendono risposte concrete – concludono Bori e Paparelli – che vadano a sostenere maggiormente le famiglie e i lavoratori, per risollevare un tessuto sociale ed economico in ginocchio e che siano in grado di ridare slancio alle imprese, per tornare a sperare nel futuro. Quanto fatto fino adesso, come dimostrano i numeri e non le opinioni, è del tutto insufficiente. E per questo non smetteremo di invocare un cambio di rotta che migliori la situazione e che ci porti, almeno, in linea con il resto delle regioni italiane».

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