Per l’Umbria nuovo ospedale ‘da campo’

Sinergia Regione-Bankitalia con finanziamento di 3 milioni di euro: «Trenta posti fra intensiva e sub intensiva. Per montarlo 24/48 ore»

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Videoconferenza stampa martedì pomeriggio in merito all’ospedale da campo di cui si doterà la Regione Umbria. Presenti la presidente della Regione, Donatella Tesei, la direttrice di Banca d’Italia di Perugia, Miriam Sartini, i direttori della Regione Umbria Claudio Dario e Stefano Nodessi.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

«30 posti di terapia intensiva e sub intensiva»

Donatella Tesei ha introdotto il tema: «Presentiamo ufficialmente questa grande opportunità che ci è stata della realizzazione dell’ospedale da campo che ci permetterà di avere una struttura autonoma con trenta posti di terapia intensiva e sub itensiva, montabile i 24/48 ore, legato all’emergenza Covid-19 ma che potrebbe avere un utilizzo non solo per la nostra regione e il paese per qualsisi altra esigenza specifica». La Tesei ha poi mostrato la lettera del governatore di Bakitalia Visco, consegnata dalla dottoressa Sartini, che comunica di aver accettato il progetto della Regione Umbria – per un contributo di 3 milioni di euro – realizzato con i direttori Claudio Dario e Stefano Nodessi. «Grazie anche al dottor Giovanni Cipollotti, Michele Michelutti e Giuseppe Stella» ha detto la governatrice dell’Umbria, aggiungendo: «Per noi è un vanto poter contare su tale strumento che ci mette ins icurezza per tanti aspetti. Sono felice di questo risultato anche per le intorlocuzioni che abbiamo e vorremo avere per il prossimo futuro».

L’IMPLEMENTAZIONE DELL’OSPEDALE DA CAMPO – DOCUMENTO

«Un percorso rapidissimo e un’ottima idea»

Miriam Sartini, neo direttore della filiale di Perugia di Banca d’Italia: «La collaborazione con la Regione si è innestata in un filone intrapreso dalla Banca d’Italia per contribuire a fronteggiare l’emergenza Covid-19. Il 25 marzo scorso abbiamo deciso erogando circa 21 milioni di euro per un primo gruppo di soggetti a livello nazionale e poi l’istituto ha deciso di avvalersi della collaborazione dei direttori delle filiali per alcune iniziative territoriali ritenute meritevoli. In questo ambito c’è stata una seconda tranche di interventi erogata il 31 marzo e mi sono messa in contatto con la presidente Tesei per valutare un progetto specifico. Devo dire che mi ha stupito molto la rapidità con cui è stato varato questo progetto: in pochissimi giorni, con una efficienza di cui mi complimento, abbiamo ricevuto il progetto, decisamente innovativo e concreto, ed è subito piaciuto. Per questo è stato inserito nella terza tranche di interventi disposta lunedì 6 aprile, per un totale di 9 milioni di euro, 3 dei quali legati all’idea che nascerà in Umbria».

Verrà montato a Bastia Umbra

Il dirigente della Regione alla Protezione civile, Stefano Nodessi Proietti, ha descritto l’idea: «Come Umbria avevamo un ospedale da campo fornato da 4 tunnel da 60 metri quadrati l’uno, con un impianto di alimentazione elettrico e poco altro. I vecchi macchinari dell’ospedale, come le barelle, sono ormai obsoleti dopo l’utilizzo per il sisma de L’Aquila. Avevamo necessità di ridare smalto, insomma. In piena emergenza abbiamo ipotizzato una struttura molto elastica, completamente autonoma, con un potabilizzatore di acqua, energia elettrica, bagni chimici, un’ala per i medici e tre per le degenze. Trenta posti letto di intensiva con trenta respiratori, una sala operatoria, barelle, dotazioni di avanguardia per diagnosi e terapie, macchine a raggi X e tutta una serie di attrezzature complementari. La fornitura di ossigeno è assicurata per trenta giorni e avremo anche una camera di contenimento con barelle per il trasporto di pazienti con patologie infettive. Pensiamo di montarlo presso il centro feristico ‘Maschiella’ di Bastia Umbra, piuttosto che presso la Prociv a Foligno, per testarlo e comprendere ancora meglio i tempi e le modalità per renderlo disponibile e pienamente funzionante. Ora in qualche decina di giorni, dopo l’affidamento, pensiamo di riuscire a partire concretamente».

Perché l’ospedale da campo

Il direttore della sanità, Claudio Dario, ha spiegato che «la soluzione dell’ospedale da campo è stata pensata anche per non andare in default nel caso in cui l’emergenza Covid-19 dovesse aggravarsi, anche se i numeri ad oggi ci confortano un po’ di più. Oggi c’è gente che guarisce ma c’è anche chi continua ad ammalarsi e il rischio che l’epidemia possa ‘ripartire’ è tuttora reale. Quando il 27 marzo è emersa la disponibilità di Bankitalia ed abbiamo iniziato a ragionarci, eravamo in una fase di crescita preoccupante della patologia. Ci siamo chiesti: se le strutture ospedaliere non bastano, cosa facciamo? Così abbiamo deciso di andare su un ospedale da campo di alto livello, stand alone, in grado di essere posizionato ovuunque e utile anche per altre calamità. Una soluzione significativa, importante e rapida: l’unico ospedale di tali dimensioni idoneo anche per il biocontenimento e che può essere utilizzato per qualsiasi emergenza».

Le mascherine e le ordinanze

La Tesei ha parlato inoltre dell’obbligo di mascherine introdotto da alcuni Comuni: «Ci sono state ordinanze di alcuni sindaci, un po’ in ordine sparso. Per me non si tratta ‘dell’emergenza’ ad oggi. Per ora – ha sottolineato – ci siamo concentrati sul reperire i dpi per le nostre strutture sanitarie. Per il resto ci stiamo organizzando, è un tema che dovrà essere valutato certo, ferme restando le misure di contenimento sociale già in essere».

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