Perugia, a Nicola Leali le chiavi della porta

Arrivato il transfert, c’è anche l’ufficialità. Il portiere ex Brescia (in prestito dalla Juventus) presentato: «Ho creato suspense ma in realtà avevo accettato dopo un secondo»

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«Ma, è lui Leali?». Eccolo, finalmente. Oltre ai giornalisti – nella sala stampa del museo del Perugia – c’era anche qualche ‘imbucato’ per vederlo da vicino e magari provare a fargli qualche domanda. Il nuovo ‘numero 1’ del Perugia (ma ancora non si può dire: Rosati è ancora in organico e il numero è suo) ora è abile e arruolabile. E probabilmente lo vedremo in campo al Curi, sabato pomeriggio, nella gara interna contro il Cittadella. Finalmente.

LA PRESENTAZIONE DI LEALI IN CONFERENZA STAMPA – VIDEO

Alla fine è andata in porto La trattativa è stata estenuante e a suo modo strana. Perché c’era già l’accordo fra le società (in particolare Perugia e Juventus) e fra il Perugia e il calciatore. A mancare era un altro portiere, quello che lo Zolte Waregem (la società dove si trovava Leali fino all’altroieri) aveva bisogno di acquistare per rimpiazziare il calciatore in rosa e così liberarlo per la sua nuova avventura umbra.

Leali

Leali come Hitchcock «Al direttore avevo detto di darmi un’ora, per creare un po’ di suspense, ma in realtà avevo deciso subito di accettare – rivela Leali – ho trovato l’accordo subito col Perugia, in attesa che le società si mettessero d’accordo. Piano piano mi integrerò, con la speranza di rimanere a lungo (a quanto si sa, dovrebbe esserci obbligo di riscatto in caso di salvezza, ndr) con l’obiettivo di aiutare subito una squadra che sta facendo bene. Ho visto le ultime due gare. Bisogna tenere alta l’attenzione alta perché il campionato di B è molto particolare e può accadere di tutto».

Buffon? Non c’è paragone «Quello del ‘nuovo Buffon’ è un riferimento che non è mio e non ci ho mai fatto caso più di tanto. Non si può paragonare un ragazzo che gioca dieci partite in campionato a un campione come Buffon. Io voglio essere Leali, con le mie qualità e i miei difetti (che però non rivelo). Buffon è il dio dei portieri, che non si può paragonare con nessuno».

Il ruolo e la mente La tenuta psicologica di una ‘eterna promessa’ potrebbe essere un problema. Leali ne è consapevole ma non si tira indietro: «Certo, per un portiere la qualità mentale è importante, quella più importante, andare a cambiare ogni sei mesi squadra non è facile perché devi sempre ricostruire un rapporto con l’ambiente e il preparatore atletico. Ho scelto di tesserarmi con la Juve perché è la Juve. Pur nella consapevolezza che difficilmente avrei trovato spazio con loro. Ma è una società importante che punta anche sui giovani e questa è una cosa che attira»

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